In no time, somewhere.
Il rumore di vetri rotti riempie la stanza.
Uno degli specchi che rivestono le pareti e riempiono l'interno di quest'ultima, creando un intricato labirinto invisibile, è appena andato in frantumi. Il mio pugno l'ha colpito con talmente tanta forza da farlo crollare a terra in una miriade di schegge taglienti.
Mizu appare difronte a me con un'espressione corrucciata.
"Non è dimostrare la tua forza lo scopo di quest'allenamento" mi rimprovera.È da più di un'ora che cerco di catturarlo, ma senza ottenere alcun risultato. Non riesco a distinguere le immagini riflesse da quelle reali e più di una volta mi sono ritrovata con la faccia schiacciata contro uno specchio.
"Devi imparare a distinguere le illusioni da ciò che è reale utilizzando i tuoi sensi e non i tuoi muscoli"
Muovo lentamente le dita della mano destra constatando che non sono rotte, anche se il sangue che ha cominciato a gocciolare dalle nocche non promette niente di buono.
"Non capisco a cosa mi possa servire" brontolo.
"Gli spettri dell'anima e soprattutto i demoni, quelli che sfuggono al controllo di Lucifero, sono bravi a creare illusioni e tu devi imparare a non farti ingannare" mi spiega pazientemente.
"Non ci riuscirò mai, ad essere pronta"Mi avvio verso la porta ma, appena credo di averla raggiunta, mi accorgo che è solo un riflesso.
Presa da un nuovo moto di rabbia, alzo ancora la mano ferita per sferrare un pugno; Mizu però mi ferma in tempo afferrandomi per il braccio, mi fa voltare e mi blocca contro la superficie lucida dello specchio."Cosa c'è che non va oggi? Nell'ultima settimana hai imparato in fretta tutte le gerarchie angeliche e demoniache, a combattere con la scure, a fare salti e corse acrobatiche e persino a contrastare i poteri dei Guardiani. Che ti sta succedendo?" Scandisce l'ultima frase con un'enfasi particolare.
Il mio maestro ha ragione, oggi proprio non riesco a concentrarmi.
Ho fatto passi da gigante ma ora mi sono come bloccata, non riesco ad avere il controllo del mio corpo e della mia mente.Abbasso la testa.
"Mi dispiace"
"Hai sempre parlato con me, ma da stamattina ti sento distante, come se ci fosse qualcosa che vorresti confessarmi ma ti faccia troppa paura per farlo"Mizu è sempre stato l'unico a cui ho parlato dei problemi con la mia nuova identità, delle mie paure e dei miei stati d'animo. Mi ha sempre ascoltata pazientemente e dato consigli utili.
Anche Waira e Gea mi sono state vicine, ma con loro preferisco svagarmi e parlare di cose che non riguardano il mio mondo interiore. Aidan poi, non so ancora come definire il nostro strano rapporto."Sei sempre stato disponibile con me, quasi come un fratello maggiore..." - vedo le sue iridi lattiginose fremere, di sicuro non si aspettava una frase del genere da parte mia - "...ma questa volta è diverso. Non è niente che riguardi la mia nuova vita da Morte o i nostri allenamenti, è diverso. Ieri ho finalmente conosciuto Nefisi e lei..."
Mizu mi interrompe posandomi entrambe le mani sulle spalle.
"Non è facile veder messe a nudo le proprie emozioni, specialmente se si tratta della più importante... l'amore. Quindi chi è il fortunato, se posso saperlo?"È incredibile come abbia sempre la frase giusta da dire, inizio a pensare che sappia leggere nel pensiero.
"È quello il problema, Mizu" esclamo posando la fronte sul suo petto, lui mi circonda con le sue braccia e mi stringe a sé."È Gavriel, vero?"
Faccio un respiro profondo, che lui interpreta con un sì.
"È proprio un bel casino"
Alzo la testa di scatto. "Da quando parli come un ragazzo normale?"
"Da quando mi è capitata come allieva una peste come te"
Mi scompiglia i capelli con una mano, poi continua "Vedrai che si risolverà tutto e ricorda, se ti ha mentito avrà avuto un motivo valido"
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Becoming Death, non sfidare la morte
ParanormalUn'incidente. Ormai sono all'ordine del giorno. Ne parlano ogni sera al telegiornale e magari noi non ci facciamo neanche più caso, non ascoltiamo più la voce della giornalista che ci parla di auto fracassate, gente ferita o - persino - caduta fra...