He reminds me of...

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"Allora?" chiede nel mentre mi osserva mangiare con grande gioia la fetta di torta da lui offerta, sembra quasi stia sorridendo, per giunta.

"Allora è buonissima, sei sempre il miglior fruttivendolo di tutti! Soprattutto per quanto riguarda le pere!" e gli manderei dei cuori svolazzanti, se solo fosse possibile.

"Sai che ho un nome, vero?" poggia la faccia sulla sua mano chiusa in un pugno, che gli schiaccia adorabilmente la guancia, e intanto, il suo sorriso rimane stranamente lì sul suo dolce viso, e non se ne va via.

"Lo so, so come ti chiami...e anche bene." per un attimo abbasso lo sguardo. "Ma mi piace chiamarti così." alzo gli occhi e li punto nei suoi, che sembrano sorprendersi per questo motivo.

"D-definitivamente, sei strano." la piccola esitazione che ha nella voce, la trovo veramente carina, e quasi mi ricorda le pere: quelle che sempre mi consiglia di prendere lui stesso. "Comunque, non dovevamo parlare?" ritorna alla carica con le domande, ma so già che questa la eviterò in qualche modo.

"Oh...dovevamo? Io non mi ricordo di averlo mai detto." in effetti, ora che ci penso, avevo accettato di stare con lui solo per la torta gratis. Ma alla fine dei conti, questa mia risposta è tutto un gran 'evitare'...strano, no? Io che di solito non mi faccio problemi a parlare di me, quando si tratta di questo argomento, mi rinchiudo nuovamente in un mondo inesistente per gli altri.

"Immagino che tu non voglia farlo." lo capisce da per sé, senza che io glielo dica direttamente. "Lo capisco, alla fine io non sono nessuno nella tua vita." possibile che si sia offeso o qualcosa del genere? Quasi lo sento sospirare, anche se non tantissimo.

"Ti devo fermare dal dire altre sciocchezze!" urlo leggermente, per poi alzarmi e sbattere un pugno sul banco. "Tu per me sei importante, e sai già quanto io ti sia grato per tutto quello che fai quasi ogni giorno da tre mesi e mezzo a questa parte!" non lo so il perché, non ne comprendo la ragione, ma ho voglia di piangere. "Mi sopporti, mi doni delle pere fantastiche e sei carino con me...mi parli, scherzi sul mio modo di essere! Non credere che io non ci faccia caso, so bene che quando mi dici che sono "strano" o qualsiasi altra cosa che normalmente potrebbe apparire come un "difetto", non lo intendi in un'accezione negativa." lui, giustamente, più parlo e più assume uno sguardo che si spalanca per la grande sorpresa scaturita dalle mie parole. Che poi, potrei giurare di aver visto le sue guance farsi più rossicce. "Quindi non dirlo più. Ho solo te...e per questo, non voglio che tu dica certe cavolate sul tuo conto, soprattutto se lo fai senza sapere cosa realmente ci sia nella mia testa. So che è complicato, lo so...sono il primo a non sapere cosa mi passa per la mente."

"Ho...Hoseok..." pronuncia il mio nome con un filo di voce, ha un'espressione pazzesca a segnargli il volto. Gli occhi sgranati, le sopracciglia sollevate che si intravedono anche se un po' coperte dalla frangia di color nero-blu dei suoi capelli, le guance probabilmente accaldate e le labbra socchiuse e screpolate. "Wow, non riesco a formulare una frase di senso compiuto e che abbia una decenza..." si infila una mano tra i capelli, volge lo sguardo al pavimento e si alza nel mentre si gratta la nuca. "Non ho parole, sul serio. E non riesco a capire come tu faccia a dire certe cose, sono solo un fruttivendolo." ridacchia, sembra a disagio.

"Non sei solo un fruttivendolo, per me sei il fruttivendolo. Non mi hai mai trattato in malo modo come facevano gli altri tuoi colleghi, e sei sempre stato per me non solo un ammirabile venditore di pere, ma anche un grande amico, l'unico che io abbia. Magari per te non è lo stesso, ma non importa.
Per me, quelle piccole chiacchierate che facevamo e facciamo ancora al mattino o al pomeriggio, valgono più di quanto tu possa anche solo minimamente pensare."

"E allora, se è così..." cambia in un attimo, come quando si gira la frittata nella padella. Il rossore sulle guance si attenua, e alza lo sguardo, verso la mia figura. "Raccontami di te. Se è così che mi consideri, se è così che la pensi...raccontati." è affascinante, sono affascinato. Sono incredibilmente affascinato dal suo modo di fare e dalle sue parole appena pronunciate.


C'è qualcosa di familiare in lui, qualcosa che mi fa sentire come se fossi a casa nel momento in cui ci parlo, anche quando in realtà sono totalmente lontano dal quel posto.

E potrei quasi paragonare questa piccola felicità che pian piano sta crescendo sempre più dentro il mio corpo, a quella che provo quando mangio le pere e penso a lei.

Alla mia mamma.

Perefect love! - YoonSeok.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora