I don't understand...

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Sono giorni che mi scervello sulla strana sensazione che sento dentro di me, ma ancora non mi è ben chiara.

Vorrei fare merenda con una pera, ma non ne ho a casa.

Ho deciso di restargli fedele.

Vorrei andare a comprarle proprio da lui, ma qualcosa mi blocca.

"Ma cosa mi sta accadendo ultimamente..." non posso nemmeno chiedere consiglio a qualcuno. L'unico con cui posso parlare è il mio gattino bianco con una macchiolina nera all'occhio destro: Pier.

Pier ha gli occhi di due colori diversi: il sinistro azzurro e  il destro giallo.

Mi sta osservando con quei due occhioni.

"Oggi non te ne vai in giro, Pier?" gli domando quando lo vedo sbucare dalla porta, la classica con un passaggio per gli animali. "Di solito lo fai..." gli riservo uno sguardo accusatorio. "Beh, oggi ho bisogno di te."

Gli faccio cenno di salire sul divano, lui obbedisce.

"Vedi, il tuo padrone non capisce molte cose in questo periodo..." confesso a cuore aperto, lo faccio mettere comodo tra le mie gambe, poi prendo ad accarezzarlo: Mamma diceva che aiutava a sentirsi meglio fare ciò con gli animali. E un po' di ragione ne aveva. "Tu dici che dovrei far finta di nulla e andarci lo stesso?" miagola, sembra acconsentire alla mia domanda. "E cosa faccio se mi sento strano? Tu di certo non mi aiuterai, Pier!" esclamo, e il mio stomaco inizia a brontolare. "Ho bisogno di una pera..." arrossisco, Pier mi sta osservando.

"Okay, okay! Ci vado...ci vado." guardo male il mio gatto: è tutta colpa sua se succederà un casino con...lui.

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"Buon...pomeriggio..." saluto col capo chinato. Non voglio guardarlo, mi sento troppo stranito dalla sua presenza.

"È da tanto che non ci si vede, ragazzino." dice, anche se so che non devo, alzo il capo: il suo freddo sguardo mi spiazza e sento qualcosa rimbombarmi nel petto. "Il solito, immagino." non ha senso, ma gli giro le spalle per evitare i suoi occhi.

"Sì, fruttivendolo-hyung. Il solito." giurerei di sentirmi la voce tremare, e non solo. Cosa mi sta accadendo, cavolo.

"Bene, Hoseok. Se magari ti girassi, te le darei." non volevo vederti, ma il mio gatto mi ha obbligato a venire qui.

"Non potresti darmele così? Penso di essermi parzialmente paralizzato."  mi volto a scatti verso di lui ad occhi chiusi e allungo il braccio tremante, in attesa della mia adorata busta di pere. Ma sento solo una presa ferrea sul polso.

E quella presa, in un modo o nell'altro, riesce a far sì che io apra gli occhi e rimanga completamente destabilizzato da tutta quella situazione.

Quando li apro e scuoto d'istinto la testa, vanno al vento due gocce di acqua abbastanza salata.

Non capisco.

"Si può sapere che ti prende? Sei totalmente cambiato. Come hai fatto a resistere senza pere tutti questi giorni, sapendo di questa tua immensa adorazione nei loro confronti? E perché ora che sei venuto hai questi strani atteggiamenti?" eppure, mi mancavano tutte quelle sue domande.

"Cosa ti fa pensare che non le abbia comprate da qualcun altro...?" dico a bassa voce, sospiro a fine domanda. La sua presa è ancora lì, e mi brucia.

"Perché ti conosco. Hoseok, non so tutto di te, ma quel poco che conosco, lo so bene." ha quella solita espressione seria, concentrata. E non lo so, non lo so il motivo, ma questa volta, le lacrime non si limitano a due goccioline. "Non mi hai risposto. Cosa sta accadendo?"

"Credo...di non saperlo. Lasciami stare, ti prego." abbasso il capo, ancora. "Volevo solamente comprare della frutta..." sussurro, indignato. "Se per cortesia mi lasci, ti pago e me ne vado." non esita a lasciarmi, dopo la mia richiesta.

Avrei voluto che mi trattenesse?

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Sono scappato, di nuovo.

Sono corso via da un problema, di nuovo.

Nessuno mi ha mai insegnato come si vive.

Se solo mamma ci fosse stata con me...sicuramente sarei riuscito a capire e risolvere tutto il trambusto che ho dentro.

Devo riflettere ancora. Non mi sono bastati questi tre giorni.

La prima domanda è: cosa mi sta succedendo?

So che c'entra il fruttivendolo.

So che il mio rapporto con le pere sta cambiando da quando ho iniziato ad essergli più vicino.

So che ho paura di perdere questo unico ricordo che ho di mia madre, che mi lega tantissimo a lei.

So che ora, quando lo vedo, il mio corpo reagisce in modo strano: il petto rimbomba, io tremo, e penso anche di arrossire qualche volta in sua presenza.

Come chiamarlo?

So solo che non voglio perdere me stesso.

Mamma, perdonami.
Ti prometto che è solo un momento.

Lo reprimerò questo sentimento strano.
Per te, lo farò.

Basterà ignorarlo.

Perefect love! - YoonSeok.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora