Capitolo ventitre.

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~Battiti assordanti.~

Mi giro nel letto scontrandomi con qualcosa, sento delle mani morbide sulla mia cintura e sorrido internamente al pensare in Jaxon, apro gli occhi lievemente, un lieve urlo di sorpresa esce dalla mia gola al incontrarmi con il rilassato viso di Harry...mi sono addormentata nel suo letto? Perché non mi ha svegliata?

Lo guardo attentamente, il suo viso è pallido, forse per il sangue che ha perso. Fisso la mia vista nei suoi disordinati ricci e una gran voglia di impigliare le dita in esso m'invade, ma decido di non farlo. Mi siedo sul letto e mi trovo con il petto nudo rapidamente mi copro con le mie mani e guardo Harry, ma continua a dormire profondamente. Mi alzo con cura e prendo il pezzo di sopra del mio pigiama che stava per terra e me lo infilo. Cammino verso la porta, ma allora mi accorgo di qualcosa nel comodino che richiama la mia attenzione; la collana di Harry. La prendo tra le mie mani ed esco con esso prima che Harry se ne accorga.

E' mezzo giorno e muoio di fame, cosi senza togliermi il pigiama vado direttamente nella cucina e comincio a preparare qualcosa di buono da mangiare. Poco dopo Harry esce dalla sua stanza per entrare in bagno...lascio la sua parte di cibo servito e mi rinchiudo in camera. La giornata trascorre lenta e noiosa e Harry e io non ci parliamo fino alla mattina seguente che mi porta a scuola.

"Ci vediamo all'uscita."

"Si."

Cammino verso l'entrata della scuola e quando sento una voce allegra che urla il mio nome, mi giro e vedo Katia che corre verso di me aprendosi tra la folla di studenti.

"Raaaain!" Arriva a me e si lancia tra le mie braccia come se non ci vedessimo da secoli.

"Ciao Katia."

"Perché non sei venuta ieri? Mi sei mancata!"

"Sono stata occupata."

"Dovevi avvisarmi, ero preoccupata nella forma in cui tuo fratello ti portò contro la tua volontà l'altra volta...credevo che ti avesse di nuovo picchiata!"

"Katia, Harry non mi picchia."

"Ok come dici tu, ma non voglio spaventarmi come ieri e cosi dammi il tuo numero di telefono."

"Eh?"

"Il tu numero, non hai un cellulare?"

"Si." Cerco nella mio borsa fino a quando riesco a trovare l'apparecchio che quasi non so utilizzare, è comprensibile che con la vita che ho non ho molta vita sociale e cosi nessuno mi chiama al di fuori di Jack o Saùl.

"Qualé il tuo numero?"

"Ah...non lo so."

"Com'è possibile?"

"Non sono abituata a usarlo molto e non ricevo tante chiamare e cosi non ho avuto il bisogno di saperlo."

"Passamelo." Katia prende il cellulare nelle sue mani e comincia a schiacciare. Chiama al suo cellulare e cosi il mio numero rimane registrato e dopo fa lo stesso con il suo. "Fatto! Ora hai il mio numero e devi avvisarmi ogni volta che manchi, non voglio essere preoccupata pensando nelle terribili cose che potrebbero succederti."

"Katia sei troppo paranoica...non mi succederà niente."

"Preferisco essere sicura che starai bene."

"Va bene, grazie..."

"Perché mi ringrazi? Siamo a amiche, no?"

"Si." Sorrido allegramente al sentirmi cosi bene in compagnia di Katia.

Continuiamo a parlare mentre camminiamo per il corridoio fino a separarci per andare ognuna alle proprie classi, all'improvviso qualcuno s'intromette nel mio cammino e il cuore batte con forza al incontrarmi con quei occhi grigi. La campanella dell'inizio si fa sentire e in un paio di minuti il corridoio rimane completamente vuoto a eccezione di Dominik e me che rimaniamo a fissarci.

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