Capitolo ventidue.

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Canzoni per il capitolo:

Already Over - Red.

The rive - Imagine Dragons.

》》《《

~Il massacro dell’angelo.~

"Stai fermo!" Mi dice Rain mentre pulisce la ferita sulla mia gamba.

"Fa male." Mi lamento come un bambino piccolo e lei alza gli occhi al cielo.

"Ti farà più male se non la smetti di muoverti, ora stai fermo!"

Obbedisco e chiudo la bocca mentre mi limito ad osservare come cambia le insanguinate bende che mi sono messo la notte scorsa. Mi sento strano, l’atmosfera tra Rain e me è più tesa di quello che già era, ma allo stesso tempo è più calda e non so come sia possibile. Quando andai a scuola per lei e la vidi che prendeva un altra strada per evitarmi immediatamente andai dietro di lei, sentii la paura del suo corpo quando le mie mani la toccarono, il mio cuore si rimpicciolì al vedere il suo sguardo terrorizzato, ma il fatto di lasciarla andare con quel tipo le cui intenzioni non conoscevo, e poi avevamo una missione e cosi la presi in braccio e la misi in macchina contra la sua volontà, quello ha fatto si che la ferita della mia gamba si aprisse dovuto allo sforzo il quale ammetto non era molto, il corpo di Rain è veramente leggero. Mentre le mettevo la cintura di sicurezza notai i lividi che le mie mani gli avevano lasciato sul suo delicato collo e nuovamente la colpevolezza e il rimorso m’inondarono, non mi sentivo tranquillo, non volevo che lei continuasse a pensare che davvero la volevo uccidere. Desideravo spiegarglielo, ma cosa dovrei dirle? Non trovavo le parole adeguate per giustificare il mio imperdonabile atteggiamento. Nel tragitto non ho potuto smettere di sentirmi angosciato e cosi senza poter sopportarlo ancora mi fermai e prima di pensare la presi tra le mie braccia, lei rimase tesa, sorpresa davanti al mio improvviso atto.

"Mi dispiace." Sussurrai al suo orecchio. "Mi dispiace Rain! Per favore perdonami…"

Lei non disse niente, non protestò, non si lamentò, non mi perdonò, solo rimase in silenzio mentre le sue calde lacrime bagnavano la mia spalla.

La disperazione iniziava a sopraffarmi, perché rimaneva in silenzio? Forse non voleva perdonarmi? Cominciai ad accarezzare i suoi morbidi e setosi capelli mentre inalavo la sua essenza, allora abbassai le mie mani sulla sua schiena e lei si mosse dal dolore davanti al mio tocco e ricordai che la scorsa sera era caduta sopra il tavolo di cristallo, mi sentì colpevole al non ricordare quel incidente che io stesso provocai.

"Rain…"

"Sangue." M’interrompe parlando in un leggero sussurro. "Sta uscendo il sangue dalla tua gamba." Allora mi separai da lei e guardai la macchia di sangue sul mio pantalone.

"Ah si." Dissi senza dargli molto interesse.

"Andiamo a casa per poter curarti." Disse senza mantenere lo sguardo visivo con me. "Se la ferita s’infetta potrebbe essere pericoloso."

"Lascerò che mi curi se solo mi permetti di fare lo stesso con le tue ferite della schiena." Le mie parole la presero di sorpresa, diventò rigida e guardò la finestra.

"Le mi ferite non sono importanti, sono solo graffi."

"Non m’importa, se non mi lasci curarti non toccherai la mia gamba."

"Va bene…ora muoviti che sta uscendo molto sangue."

Misi la macchina in marcia nuovamente, Rain non sembrava più arrabbiata o spaventata da me, ma era sommersa nei suoi pensieri e io non potevo smettere di sentirmi inquieto. Lei non mi ha perdonato, non ha detto niente del pentimento che le ho mostrato, solo evitò il tema. Un semplice ‘Mi dispiace’ non è sufficiente per lei? Un giorno riuscirà a perdonarmi?

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