Capitolo sei.

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~Obbiettivo localizzato.~

'La scuola è un inferno.' Penso quando vedo una marea di studenti che passano per i corridoi impedendomi di camminare,mi spingono di qua e di là e la voglia di colpirli è grande. La campanella suona e tutti si sbrigano per andare ognuno alle proprie aule. Rimango completamente solo nel corridoio il quale ringrazio enormemente. Arrivo all'aula che indica il foglio che ho tra le mani,tutte sono le stesse della figlia di Valladar.

Entro e in seguito tutti gli sguardi sono su di me. Diamine. Questo è molto incomodo.

"Lei è Styles, giusto?" Chiede il professore,un tipo basso e magro,con gli occhiali grossi,ma con la faccia arrabbiata...avrà massimo trentacinque anni.

"Si sono io." Rispondo mostrandomi sicuro.

"Si accomodi." Faccio quel che mi dice e resto in piede davanti alla classe,guardo a tutti i presenti. Tutti mi guardano con delle stupidi espressioni. Noto come le ragazze bisbigliano cose mentre mi guardano. Al contrario delle ragazze,i ragazzi mi guardano curiosi e altri con disprezzo. Alla fine della fila del centro localizzo il mio obbiettivo. Mi guarda attentamente con i suoi enormi occhi marroni,abbassa lo sguardo quando nota che la sto fissando. "Si presenti." Dice il professore,lo maledico in silenzio per poi iniziare a parlare.

"Mi chiamo Harry Styles,sono appena arrivato in questa città con la mia famiglia. Ed è la prima volta che vengo in una scuola." Diamine! Mi maledico al rendermi conto della stupidaggine che ho appena detto. "Ad una scuola mista." Dico per sistemare la situazione. "Prima stavo in una scuola solo per ragazzi."

"Molto bene questo è sufficiente." Dice il professore. "Prenda posto." Segnala un banco vuoto nella parte dietro,mi rendo conto che resterò ad alcuni centimetri dal mio obbiettivo. Cammino fino al banco e mi siedo. La classe inizia,alcuni volti si girano per guardarmi,ignoro tutti inclusi quelli del professore e focalizzo Serena. Lei mantiene lo sguardo fisso di fronte. La sua mano gioca con i suoi capelli bruni,e le dita lo attorcigliano. Cerco di studiarla e decifrarla. L'informazione che Rodrigo mi ha dato,dice che è molto applicata in classe ed è brava a nuotare . E' molto socievole,ma ha pochi amici.

Dopo tre ore infernali di studio,l'ora dell'intervallo finalmente arriva. Esco per primo cercando di scappare da questo posto soffocante.

"Muoviti idiota!" Urla qualcuno per poi essere fortemente spinto,e il mio corpo sbatte fortemente contro gli armadietti. Mi mordo il labbro con forza per reprime il desiderio di uccidere quello stupido che si è azzardato a toccarmi.

"Non gli dare retta." Sento una dolce voce dietro di me,mi giro e mi trovo con il mio obbiettivo. "Quello è Matt." Spiega senza che io gli abbia chiesto spiegazioni. "Si comporta così con i nuovi." Lei mi guarda e mi sorride.

Che razza di ragazza è questa?

"Stai bene?" Chiede quando vede che sono rimasto immobile.

"Eh? Ah...si." Fantastico. Perché sto parlando come un idiota?

"Bene. Sei Harry,giusto? Io sono Serena,ma puoi chiamarmi Serena..." Prende la mia mano con la sua senza smettere di sorridere,distolgo lo sguardo,perché se non lo faccio sento che diventerò cieco.

"Bene Serena,è un piacere conoscerti." Dico togliendo la mano dalla sua.

"Stai andando verso la caffetteria? Potremmo andare insieme."

"Ah...si va bene."

Mi prende dal braccio con forza e mi trascina fino alla caffetteria. Non voglio assolutamente andare di là,voglio andare in un posto molto più tranquillo,ma non potevo dirgli di no,dato che è per lei il motivo per cui mi trovo qui. E' il fatto che lei si sia avvicinata a me di sua spontaneità,mi rende facile le cose.

Entriamo nella caffetteria e sento tutti gli sguardi su di noi. Senza importare a Serena mi conduce ad un tavolo vuoto. Ci sediamo uno di fronte all'altro e dopo rimane imbambolata a guardarmi e questo mi rende davvero nervoso.

"Che stai facendo?" Le domando.

"Ti guardo..." Risponde semplicemente.

"Perché?"

"Verdi." Dice all'improvviso. "I tuoi occhi sono verdi." Spiega quando vede che sono rimasto confuso.

"Ah si...lo sono."

"Sono bellissimi!"

"Grazie..."

"E i tuoi ricci sono così belli,posso toccarli?" Chiede e inizia a mettere le mani sopra i miei capelli prima che possa dire di no.

"Wow! Sono cosi morbidi..." Mi tiro indietro così che smetta di toccarmi. Che gli succede? "I miei capelli non sono così morbidi." Si lamenta toccando ora i suoi. "Vuoi toccarli?"

"N-no grazie..."

'Da chi hai preso i tuoi ricci? Da tuo papà o da tua mamma?"

"A-ah non..."

"Hai fratelli? Io sono figlia unica..."

"No...io..."

"Non hai fame? Io si..."

"La verità no..."

"Allora andrò a prendere qualcosa per tutti e due." Si alza e cammina verso la fila per il cibo. Hai ignorato per completo quando gli ho detto che non ho fame. Mi ha lasciato completamente stupefatto...che razza di ragazza è quella? E' estremamente strana. La vedo salutarmi dalla fila,muovendo la mano da un lato all'altro in maniera effusiva. Sospiro con fastidio...questo sarà un completo inferno.

La ragazza Serena non ha smesso di infastidirmi,parla e parla e parla e non sta mai zitta. Che la sua famiglia questo,che le sue amiche quest'altro,che il suo gatto altro e bla-bla-bla. Io sono un ragazzo che apprezza il silenzio e sto veramente arrivando al limite. Le sue labbra si muovono ad un ritmo incredibilmente veloce e cambia di argomento ogni minuto. Se questo continua così dovrò ucciderla prima del tempo previsto.

"Vuoi andare a prendere un gelato dopo la scuola?"

"Eh?"

"Non conosci la città quindi questo sarà un buon modo per farlo. Sarò la tua guida turistica personale,che ne dici?"

"Si,va bene. " Cosa dovrei dirgli? Quello che devo fare è diventare il suo migliore amico...e sto andando per la strada giusta.

"Fantastico!" Alza le braccia come se avesse appena vinto un gioco.

La campanella suona e la ringrazio. Per lo meno ora smetterà di parlare...almeno per un po' di tempo.

Le lezioni iniziano,non presto attenzione dato che non mi servirà con la vita che ho. L'unica cosa che voglio e che questa giornata finisca così potrò andare a riposare.

Maledizione. Per un momento ho scordato che devo uscire con quella bambina. Ora capisco perché ha pochi amici. La guardo e mi rendo conto che mi osserva. I nostri sguardi si trovano e un grande sorriso appare nel suo volto. Mi sento congelare ogni volta che mi sorride e la voglia di far sparire quel sorriso dal suo volto diventa sempre più grande.

•••

Ed ecco il sesto capitolo. Una domanda: Che ne pensate di Serena?

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