11.
#POV esternoQuando Kaylyn si svegliò e realizzò che giorno fosse, gli occhi le si inumidirono quasi subito.
Era venerdì. 23 Dicembre. Il suo grande giorno, in cui però non sarebbe successo nulla di ciò che sperava.
La sua sfilata non ci sarebbe stata. Il discorso su cui aveva speso notti e notti insonni non sarebbe stato letto. E, probabilmente, i suoi vestiti sarebbero diventati di qualcun'altro.
Megan la chiamò in mattinata, mentre lei stava avendo l'ennesima crisi di pianto.
Si sentiva ridicola, ma non poteva farci molto.
"Tesoro, come stai?" chiese la biondina.
"Bene" provò a dire Kaylyn, ma un singhiozzo la tradì. Megan sospirò.
"Ho avvisato i tuoi genitori. Perché non vai da loro oggi? Ti distrai un po', magari... O se vuoi possiamo andare a fare shopping! Non c'è niente che un po' di sano shopping non possa curare" disse. Kaylyn si asciugò una lacrima prima che cadesse sulla coperta del suo letto, poi annuì.
"Andrò da loro mi sa. Non ha senso stare qui a piangersi addosso, hai ragione" disse.
Megan sorrise lievemente. Odiava vedere la sua amica in quello stato, anche perché Kaylyn era sempre stata quella forte tra le due. Era lei che di solito asciugava le lacrime della bionda per una storia con il ragazzo sbagliato, finita male.
A ruoli invertiti, con un aggravante come quello della sfilata, Megan non sapeva cosa fare.
Attaccò, dopo essersi assicurata che l'amica stesse meglio, poi prese un cuscino e lo lanciò contro la porta chiusa della sua camera, urlando per la frustrazione. Odiava Zayn Malik.
Lo odiava per come aveva trattato ed illuso Kaylyn e lo odiava perché a quel progetto teneva molto anche lei. Lo aveva visto nascere ed era l'ultimo capolavoro che Michael Davies aveva fatto prima di andarsene. Megan era cresciuta in quella famiglia come se fosse la sua e quando Kaylyn le aveva detto di voler lanciare quella, come collezione invernale, si era commossa come mai le era successo prima.
Per questo odiava Zayn Malik con tutta sé stessa. Ma a differenza della sua amica, Megan non voleva restare a guardare. Non lo avrebbe fatto vincere così, perché era ingiusto e perché voleva vederlo cadere. Lui e la sua stupida azienda.
Chiamò Lucas, dopo pranzo, per incontrarlo all'inizio dell'affollatissima Times Square.
"Ti offro un caffè, poi ho bisogno che mi aiuti a trovare un vestito" gli disse quando lo vide.
Gli spiegò il suo piano a grandi linee, poi passò il pomeriggio a girare per negozi alla ricerca di un vestito adatto all'occasione: sarebbe andata lì ed avrebbe detto a tutti come stavano le cose.
Lucas scartò un paio di vestiti che a detta sua sarebbero stati facilmente equivocabili e si impegnò a dare la sua opinione su ogni abito, perché anche lui voleva che quel piano funzionasse.Alle otto e trenta in punto, Megan era pronta e si trovava all'ingresso del locale in cui si sarebbe tenuta la sfilata. Un uomo con un completo nero le chiese il nome.
"La sfilata è già iniziata e comunque lei non è sulla lista. Non può entrare, mi dispiace" disse.
"Davvero, Greg? Mi hai vista più tu negli ultimi mesi che mia madre. Mi conosci. E non ti ho preso a schiaffi per ciò che sta succedendo solo perché non è questo il motivo per cui finirò in prima pagina sul giornale. Fammi entrare." Lui la guardò, forse un po' dispiaciuto.
"Non posso."
Una ragazza dai capelli rosso chiaro uscì dal locale in quel momento. Squadrò Megan da capo a piedi, poi si concentrò su Greg.
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Sabotage ▶ z.m.
Hayran KurguCinque fasi per conquistarla ed altre cinque per distruggerla. Dieci punti di una lista, per sbaragliare la concorrenza. Almeno così credevo. Guardo le dieci chiamate senza risposta, poi fisso il foglio che ho davanti e non posso fare a meno di chi...