Capitolo 14

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"Signorina Elle, si svegli!"
La voce di Rosita è dolce, ma di prima mattina è un pugno alle orecchie.
Mugugno e nel rigirarmi ma cado dal divano sbattendo l'osso sacro.

Porco il demonio, che dolore!

Iniziamo benissimo la giornata, me lo sento.
Massaggio la zona indolenzita e aiutata da Rosita, mi alzo in piedi, anche se un po' traballante.
"Scusi, non la volevo disturbare, ma tra un po' ci sarà la colazione"
Oddio, che ore saranno?
"Sono le 7:30." Rosita sembra leggermi nel pensiero, ma la sua risposta non mi piace affatto.

Porca paletta, è tardissimo!

Mi dirigo in bagno e faccio quello che faccio ogni mattina ma con un terzo del tempo.

Esco dal bagno ne tentativo di mettermi le scarpe, mi accorgo della non presenza del maialino.

Dove cavolo è finito?

Ho controllato ovunque ma non c'è: sotto le lenzuola, dentro l'armadio, dentro il bagno, ma la sua presenza non c'è.
Esco dalla camera impanicata e correndo sbatto contro qualcuno, mi basta guardare la divisa per capire che si tratti di Noah.

"Sc-scusami" balbetto, strusciando la mano sul braccio nel punto in cui l'ho sfiorato.
Ciò che è successo ieri, mi investe come un treno e la sola idea di sfiorarlo mi fa venire i brividi.

Mi volge uno sguardo truce e non professa parola, forse è così arrabbiato perché l'ho urtato di prima mattina.
Ho cose più importanti di cui occuparmi, non posso perdere tempo per decifrare il suo umore.

Sto per andarmene, ma mi accorgo che tra le braccia tiene il maialino, che, beato, si lascia accarezzare il pancino.

Che infame! Da che parte sta, dalla mia o dalla sua?

Mi appropinquo verso il traditore e gli lascio una carezza di Giuda... appena rientra in camera mia facciamo i conti.
Aspetta, ma che ore sono?
È tardissimo, è l'ora di andare a scuola.
Come una pazza, quale sono, mi volto di scatto e senza dare una spiegazione, scendo le scale per dirigermi in salone. Non ho più l'età per correre, mi è venuto il fiatone solo per aver sceso di corsa una rampa di scale.
La pensione si avvicina...

"Mamma sono in ritardiss- Mamma?" Dov'è finita mia madre? Nel salone trovo John intento a sbrigare delle pratiche. Al solito, indossa un completo blu è una cravatta chiara.

"Helena, tua madre non te l'aveva che oggi aveva un colloquio di lavoro? Purtroppo io non ti posso accompagnare perché devo aspettare un importante cliente. Il mio autista purtroppo è andato a prenderlo, quindi fatti accompagnare da Noah."

È uno scherzo, vero?
Perché tutto questo deve capitare sempre a me?!

"Oh eccolo! Figliolo, devi dare un passaggio a Helena. D'accordo?"

Mi giro verso Noah e noto la sua espressione assente, fa un piccolo cenno con la testa, ma non proferisce parola.
Quando è arrabbiato, è ancora più bello; i suoi occhi emanano una luce diversa, il colore si intensifica.

"Allora a dopo ragazzi, buono studio" John ci saluta, ritornando a sbrigare quelle pratiche. E ci lascia così... soli.

Ogni volta che siamo rimasti soli, non è mai finita bene. Ricordate cosa è successo nello spogliatoio della palestra e ieri nel divano?

Adesso che saremo soli in macchina per 10 minuti che farà?
Risposta A: mi uccide
Risposta B: mi abbandona in mezzo al nulla
Risposta C: mi stordisce e appena mi sveglio mi ritrovo in un altro stato

"Andiamo?"

Eh?

Mi sveglio dal mio stato di trance e mi accorgo che è stato Noah a parlare.
Wow, oggi finalmente sento la sua voce.
Apre la porta di casa e si dirige verso la sua gip nera.

Strano, me lo immaginavo da decappottabile.

Entro in macchina e spetto che metta in moto; sono così in ansia che non faccio altro che mordermi il labbro inferiore, penso che mi uscirà sangue se continuo così.

Noah accende la macchina e finalmente ci incamminiamo, non pensavo che potessi sentirmi a disagio stando in macchina con lui.

Lo guardo di sottecchi è il suo sguardo è indecifrabile, ancora una volta non riesco a capirlo. Le sue mani stringono così forte il manubrio, che le nocche sono diventate bianche.

Non capisco il motivo del suo essere irato, ma questo atteggiamento sta iniziando a darmi sul cazzo.

E io dovrei sentirmi a disagio per un idiota che ogni due per tre è sempre arrabbiato senza motivo?!

Sembra un bambino viziato, ecco... l'ho detto.
Quando una cosa non gli piace si arrabbia e non parla, aspetta che gli altri si inchinino ai suoi piedi.

C'è troppo caldo fuori, così mi raccolgo i capelli in uno chignon disordinato e mentre circondo i capelli con l'elastico, noto di sottecchi lo sguardo di Noah che si posa sul mio collo.

Ho qualcosa nel collo?

Poso subito la mano sulla zona interessata per capire cosa ci sia ma non trovo niente di irregolare.
Mi giro per osservarlo e non appena lo colgo in fragrante, torna a guardare la strada come se niente fosse.

Mi sono stufata di lui e di questo silenzio, quindi accendo la radio, per fortuna la prima stazione da una delle canzoni della mia infanzia.
All star dei smash mouth, la canzone di Shrek per intenderci, uno dei miei cartoni preferiti.

Senza rendermene conto, dal canticchiare a bassa voce, sono finita al tenere un concerto in macchina.

"Hey now, you're an all-star, get your game on, go play
Hey now, you're a rock star, get the show on, get paid
And all that glitters is gold
Only shooting stars break the mold
It's a cool place and they say it gets colder
You're bundled..."

Immaginatevi 'You're bundled' cantato in decrescendo, visto che mi ricordo di non essere sola in macchina.

Che figuraccia!

Il mio colorito tende ad assumere mille tonalità di rosso diverse, lo fissò di sottecchi e noto che ha fatto un sorrisino, non so perché ma mi mette di buon umore.

"Come mai sei arrabbiato?" Penso che sia il momento giusto per chiederglielo e anche perché la curiosità mi sta corrodendo.

Aspetto una sua risposta che non tarda ad arrivare, ma non spegne la mia curiosità.
"Ti ho già detto che ti devi fare i cazzi tuoi?"

"Domandare è lecito, rispondere è cortesia." Mi difendo.

"Farsi i cazzi propri è poesia" continua, senza cambiare espressione. Guarda dritto a se, non mi degna neanche di uno sguardo. È proprio un insensibile.

"È da ieri sera che sei arrabbiato, quindi penso che siano cazzi miei se ti incazzi con me senza un apparente motivo!" Sbotto dimenandomi sul sedile e guardandolo dritto negli occhi.
Fa un risolino isterico e penso che stia per esplodere.

"Senza un motivo? SENZA UN MOTIVO?
HAI IDEA DI QUELLO CHE MI HAI FATTO? OVVIAMENTE NO, PERCHÉ PENSI SEMPRE E SOLO A TE STESSA, NON TI ACCORGI DI CIÒ CHE TI CIRCONDA. PENSAVO DI ESSERMI LIBERATO DI TE, INVECE ECCOTI QUA A CONTINUARE A DISTRUGGERE LA MI VITA. SEI SOLO... UNA STRONZA. FINGI DI INTERESSARTI DEL BENE DEGLI ALTRI, FINGI DI ESSERE LA PERSONA CHE NON SEI.
MI FAI VENIRE SOLO IL RIBREZZO.
DOPO TUTTI QUESTI ANNI HAI IL CORAGGIO DI CHIEDERMI PERCHÉ SONO ARRABBIATO?
IO... IO... TI CONVIENE USCIRE DA QUESTA MACCHINA PRIMA CHE IMPAZZISCO."

MANUALE SU COME DIVENTARE STRONZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora