Quella mattina mi svegliai con un brontolio di stomaco, che reclamava molto più di qualche semplice attenzione. Avevo fame. Da morire, aggiungerei.
Pensai di lavarmi e cambiarmi velocemente, per poter raggiungere la caffetteria, prima di andare a lezione. Del resto, erano ancora le sette del mattino, e i corsi erano previsti per le nove. Se avessi fatto anche abbastanza in fretta, non mi sarei ritrovata ad aspettare per ore, a causa della fila immensa che si veniva a creare alle otto.
Per cui, alle sette e quarantacinque fui davanti alla caffetteria del college, che era ancora semivuota, fortunatamente. Raggiunsi il bancone e presi ben due cornetti, uno al cioccolato bianco e mirtilli (dalla faccia sembrava molto buono), e uno alla crema. Per quanto amassi la nutella, quella mattina decisi di farne a meno. Ordinai anche un cappuccino, pensai che così sarei riuscita a saziarmi.
Una volta preso il mio ordine, mi diressi al tavolo, dove mi fu portato cinque minuti dopo. Esattamente quando addentai il primo cornetto, quello al cioccolato bianco e mirtilli, la caffetteria si riempì, impedendomi perfino di vedere il bancone. E si, le mie previsioni erano corrette: quel cornetto era eccezionale.
Mentre sorseggiavo il cappuccino, una ragazza si diresse verso il mio tavolo. Mi sorrise cautamente, mettendo in mostra la sua bianchissima dentatura. Aveva dei lunghi capelli biondi, racchiusi in una treccia sulla spalla destra, e due occhi azzurri come il cielo. Quasi spalancai la bocca per quanto quella ragazza, solo materializzandosi davanti ai miei occhi, fosse stata capace di far crollare in un niente la mia autostima.
"Scusami." Parlò, chiudendosi nelle sue spalle. "Ti dispiace se condivido il tavolo con te? Gli altri sono tutti pieni, e tu sembri una persona sana di mente." Disse, ampliando il suo sorriso. La osservai attentamente: la voce era mielosa, leggermente fastidiosa, ma il suo sesto senso le diede un punto a suo favore. Per cui ricambiai il suo sorriso teso, indicandole la sedia di fronte alla mia. "Certo, però non posso assicurarti che non stia pianificando un omicidio."
La ragazza ridacchiò, sedendosi. Aveva un vassoio tra le mani con un caffè ed un cornetto al cioccolato. "Potrei anche decidere di aiutarti, in quel caso."
La guardai, e poi sorrisi ancora. "E se pianificassi di uccidere te? Dopotutto, mi stai disturbando di prima mattina."
La ragazza poggiò la testa sul pugno chiuso della sua mano, e riconobbi un sorriso sadico crescere sulle sue labbra. "In quel caso ti giustificherei."
A quel punto, aveva passato in pieno la mia prova. Per cui le porsi la mia mano con un sorriso amichevole. "Sono Cris."
Lei mi strinse la mano. "Swan." La guardai per un attimo perplessa. Non avevo mai sentito nessuno con quel nome. "Si, lo so cosa stai pensando. Che razza di nome è Swan?" Disse lei. "Mia madre è un'animalista, è anche in qualche comitato o roba simile. Mio padre ha dovuto accontentarla per forza."
Risi nel sentire le sue motivazioni, e scrollai le spalle. "Mi piace il tuo nome." Capii che la colsi di sorpresa quando la vidi boccheggiare.
"Okay, forse davvero non sei sana di mente."
Risi ancora una volta. "Non sei di queste parti, hai un accento particolare."
"Sono danese." Disse lei, prendendo un morso del cornetto. Aspettai che ingoiasse prima di parlare. "Mi sono trasferita a New York quando avevo quindici anni."
Annuii, prendendo un sorso del cappuccino ormai freddo. "Ho sempre voluto visitare la Danimarca." Le dissi.
"Se sei provvista di piumoni e coperte termiche... si, non è male come posto."
Quella ragazza mi stava decisamente simpatica, era una sensazione a pelle. "Tu, invece? Anche tu hai un accento particolare."
"California." Le dissi immediatamente. "Los Angeles, per l'esattezza."
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Born to be yours
RomanceCris è una ragazza a cui non piace dare a vedere tutto quello che prova: preferisce nascondersi dietro un fasullo sorriso ed una sadica battuta. Con la sua lingua tagliente è capace di ammutolire perfino il diavolo, e grazie al suo carattere forte è...