Capitolo 16

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«Stasera vado a cena con Carter, lascia la camera libera ;)»

Il messaggio di Cher era chiaro e impossibile da non capire. Mi aveva praticamente buttata fuori dalla mia camera per potersela spassare con mio fratello. E la cosa non mi piaceva per niente.

«Ma si, certo. Facciamo dormire Cris nei corridoi»

Le risposi, sperando che cogliesse la punta di stizza che avevo nascosto tra quelle parole.

Era pieno pomeriggio, avevo appena finito di seguire l'ultimo corso della giornata, e Cher se ne usciva con questi messaggi minatori che mi facevano salire il sangue al cervello. Volevo solo gettarmi sul mio letto e dormire fino al mattino seguente.

«Dormirai da Andrew, e non farmi credere che ti dispiaccia»

Alzai gli occhi al cielo, sbuffando rumorosamente. Ormai passavo più tempo in camera con Andrew che nella mia, di camera. A questo punto chiedevo a mio fratello un cambio definitivo, avremmo fatto prima.

«Mi dispiace, invece»

Afferrai la borsa e la caricai sulla spalla, lasciando finalmente l'aula.

«Allora consideralo un modo per farti perdonare ;)»

Sbuffai ancora una volta, leggendo la sua risposta. Era ormai passata una settimana da quel giorno in biblioteca, ma Cher sembrava ancora decisa nel 'vendicarsi'. Ci stava riuscendo davvero alla grande, non facendomi tornare nella mia camera.

«Non azzardatevi a toccare il mio letto»

Alla fine mi arresi, e riposi il telefono nella tasca dei jeans. Le vacanze di Natale erano sempre più vicine, entro due settimane circa sarei ritornata in California, e sebbene non volessi in alcun modo rivedere mio padre, ero felice di poter respirare di nuovo l'aria di casa. Perlomeno Cher, lì a Los Angeles, non avrebbe potuto cacciarmi dalla mia camera.

Girai l'angolo, diretta ai dormitori. Sarei passata in camera di Andrew per dirgli del programma della serata. Ma poi lo vidi appoggiato al muro, esattamente nell'atrio del college, e mi dava le spalle. Stava parlando con qualcuno. Mi avvicinai, quando riconobbi la chioma bionda di Swan. Cosa ci facevano quei due insieme?

Volevo cercare di avvicinarmi ancora di più, in modo da poter sentire quello che si stavano dicendo, ma in quel caso mi avrebbero vista, e qualcosa mi diceva che avrebbero interrotto il loro discorsetto. Swan, però, di tanto in tanto rideva, colpendolo sulla spalla, e sicuramente facendo ingigantire il suo orgoglio. Non seppi esattamente perché, ma quel gesto mi fece pizzicare lo stomaco e serrare la mascella.

"Chi l'avrebbe mai detto che hai un'indole da stalker." Sentii qualcuno dire alle mie spalle. Sobbalzai, colta in flagrante, e mi voltai. Riconobbi immediatamente due occhi castani, che mi fecero boccheggiare per un momento. Mi guardai intorno ma ormai, in quel corridoio, a parte quei due che se la ridevano, c'ero solo io.

"Parli con me?" Chiesi, con un cipiglio in volto.

"Ci sei solo tu, o sbaglio?" Chiese divertito, sollevando un angolo della bocca. Non mi ero sbagliata affatto, quando lo avevo visto la settimana prima. Quel ragazzo era davvero bellissimo, e mi sentii stranamente così piccola, paragonata a lui. Il ragazzo sorrise, incrociando le braccia ed appoggiandosi con una spalla al muro. In quel modo mi oscurò completamente la visuale dalle mie due prede, e un po' lo odiai.

"Non sbagli." Dissi, portandomi una mano sotto al mento. "Serve qualcosa?" Gli chiesi poi, cercando di sbirciare oltre la sua spalla. Swan e Andrew stavano ancora parlando.

Born to be yoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora