Erano passati due giorni dalla vigilia, io ed Andrew non ci rivolgevamo la parola da allora, ma non per sua scelta. Lui sembrava essere completamente indifferente alla mia presenza, quasi come se non avesse confessato di amarmi, quel giorno. Ero io a non riuscire a guardarlo negli occhi, era una cosa più forte di me. Ogni volta che i miei occhi, anche per sbaglio, incrociavano i suoi, avvertivo un forte desiderio di scomparire nel nulla. Mi sentivo colpevole, non sapevo esattamente di cosa, ma attribuii il tutto a quella malinconia che gli lessi negli occhi, mentre buttava fuori parole che rivelavano quello che provava ormai da anni per me. Come avevo fatto a non capirlo prima? Forse perché non potevo mai immaginare che dietro tutti quegli insulti, lui potesse amarmi. Ancora non me ne capacitavo.
Quando il giorno seguente raccontai tutto a Cher, quasi mi picchiò. Era convinta che mi stessi facendo scappare non un'occasione, ma l'occasione. Inutili erano stati i miei tentativi di giustificare la mia scelta, lei non voleva sapere ragione.
Quel giorno, le nuvole addensavano nel cielo in un grigio macabro, e fummo costretti ad annullare il picnic al mare che avevamo programmato. Tuttavia, pur di perdere tempo e passare di nuovo una giornata tutti insieme, decidemmo di andare al Paintball. Perciò, decisi di indossare dei banalissimi jeans, che ormai non mettevo più, e una t-shirt qualsiasi.
Quando Christopher passò a prendermi, erano circa le cinque del pomeriggio.
"Pronta a tingerti i capelli?" Mi chiese con una linguaccia, quando mi piazzai nel sedile del passeggero. Ora dovevamo passare da Cher, dove si trovava anche Carter.
"Stavo pensando ad un rosa shocking, tu che dici?" Gli risposi, ma quasi come se lui fosse stato un promemoria vivente, afferrai i miei capelli e li tirai su in uno chignon disordinato per evitare che si tingessero troppo con la pittura.
"Elegante." Commentò, con un sorriso. Dopo aver preso anche i due sposini, ci dirigemmo al Paintball. Fuori dall'edificio, ad aspettarci c'erano Simon, Miley, Becca ed Andrew. Ogni volta che lo vedevo, il mio cuore faceva un balzo impercettibile nel petto.
"Chi morirà per primo?" Chiese Simon, non appena fummo tutti riuniti davanti all'entrata.
"Farò del mio meglio affinché sia tu." Gli risposi, dandogli una pacca sulla spalla. Lui mi guardò male, avevo una mira infallibile, e lui lo sapeva. Alcune volte mi veniva da pensare che avrei dovuto arruolarmi nell'FBI anziché frequentare il college.
La scelta delle squadre fu banale: maschi contro femmine. Era una situazione comica, uomini e donne disposti in fila indiana, l'uno di fronte all'altra, armati di quelli che sembravano giubbotti antiproiettili, e fucili con cui sparare quelle palle di vernice.
"Sarà un gioco da ragazzi." Simon fu il primo a parlare, facendo un passo avanti. Lo seguì Carter, che si pose al suo fianco. "Come rubare le caramelle a un bambino."
"Vacci piano, Green." Fu Cher a parlare, ponendosi di fronte a lui. "Non avrò scrupoli neanche con te." Cher sapeva essere molto competitiva, non amava affatto perdere. Nemmeno se si trattava di palle di vernice colorata.
Becca prese parola, eravamo vicini all'inizio della partita, e sembrava davvero che fossimo pronti ad andare in guerra. "Il primo che perde in assoluto, di qualsiasi squadra sia, paga da bere." Ripeté le regole prestabilite qualche ora prima. "La squadra che vince, invece, avrà dominio assoluto su quella perdente fino al giorno di partenza per il college."
Simon schioccò il collo, inclinando la testa in ambo i lati. "Preparati a portarmi il caffè a letto ogni giorno, tesoro."
"Nei tuoi sogni, Parker." Becca ringhiò, e poi il gioco partì.
Tutti cercammo un rifugio, lo scenario che avevamo scelto era un bosco, ricostruito in una sala enorme, ottima per nascondersi, e quindi far fuori più persone facilmente.
STAI LEGGENDO
Born to be yours
RomanceCris è una ragazza a cui non piace dare a vedere tutto quello che prova: preferisce nascondersi dietro un fasullo sorriso ed una sadica battuta. Con la sua lingua tagliente è capace di ammutolire perfino il diavolo, e grazie al suo carattere forte è...