̶C̶A̶P̶I̶T̶O̶L̶O̶ ̶X̶I̶I̶

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ATTENZIONE
Questo capitolo contiene SMUT esplicita, BDSM e Bondage. Se questo argomento vi infastidisce non continuate la lettura.




Aveva bevuto un paio di bicchieri assieme a un Namjoon che a poco a poco sembrava essersi spento mentre con lo sguardo fisso nel vuoto, sembrava avere la mente oscurata da chissà quali pensieri. Il biondo aveva provato a distrarsi. Per interminabili minuti, per un tempo che per certi versi gli era sembrato addirittura equiparabile a delle ore, aveva cercato di pensare a qualcosa che potesse allontanare la sua mente e soprattutto i suoi occhi dalla figura di un Hoseok che ancora se ne stava lì, seduto ad un tavolo accerchiato da persone tutte simili l'una all'altra, a ridacchiare con un uomo di pochi anni più grande mentre quest'ultimo gli allungava una volta si e l'altra pure, una mano lungo una sinuosa gamba con lo scopo di arrecare piacere, certamente a se stesso e a nessun'altro. Il biondo si voltò verso il compagno, scoprendolo ancora nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato e non poté che abbozzare un sorriso al pensiero che a metterlo quasi K.O. fosse stata una sostanza che ad un occhio ignorante in tal senso sarebbe sembrata addirittura innocua, tanto quanto lo era il dolce zucchero che al palato dei ricchi e dei normali, tanto piaceva: due vere e proprie categorie che quando fissavano i loro occhi su Yoongi o qualcuno dei suoi mentre camminavano per le strade sotto il sole diurno, neanche si preoccupavano di mascherare il disgusto che provavano. Il biondo li odiava e quando sollevava lo sguardo in direzione del sorriso di Hoseok, quasi tremava dal terrore di poter perdere per qualcuno che forse era come loro.

La cocaina assaggiata forse poco più di un'ora prima verteva ancora nel suo picco più estremo, quando il ragazzo dalla pelle diafana decise di recarsi in bagno, facendosi strada a tentoni fra un gruppo di giovani vogliosi di un ballo, per buttarsi un po' di acqua gelida ai lati del collo madido del tipico sudore freddo. Quando fu al suo interno, si guardò perplesso intorno, lasciando che il suo sguardo divagasse lungo il lerciume di quel posto; lungo i gabinetti i cui piedi erano bagnati da acqua o forse piscio a giudicare dall'odore, e lungo le porte dai lucchetti scassati interamente coperte da disegni raffiguranti peni eretti dalle dubbie proporzioni e sotto un altrettanto dubbia prospettiva, numeri telefonici e scritte che il ragazzo non era intenzionato a soffermarsi a leggere. Decise di rimanere nell'antibagno nonostante la puzza e dopo aver dato una velocissima occhiata al suo viso riflesso nello specchio dai bordi smussati appeso ad una parete sopra un lavandino malmesso, aprì il rubinetto dell'acqua per sciacquarsi le mani e per passarsi le dita bagnate lungo il collo.

-Ho creduto che non ti avrei più rivisto.- Quelle parole arrivarono alle sue orecchie leggere come il venticello autunnale dei sobborghi di Seoul; leggero e caldo, capace di essere un toccasana per i sensi quando si decideva di uscire di casa per fare una passeggiata in giro per la città. E se Yoongi non avesse avuto mai il modo di poter sentire quella voce prima di quel momento, non l'avrebbe mai associata a nessuno e per tale motivo, avrebbe semplicemente continuato ad asciugarsi le mani, ora pulite, convinto che quella soave voce stesse in realtà chiedendo l'attenzione di qualcun altro. Si voltò verso la soglia, all'entrata, e vide il bellissimo viso sorridente di Hoseok che senza staccare lo sguardo dalla sua figura, si avvicinava lento a lui. La schiena del ragazzo più grande fu pervasa da numerosi brividi che imperterriti avevano trovato il proprio traguardo d'arrivo alla base della rasatura dei suoi folti e mossi capelli biondi. Ruotò leggermente il busto verso l'altro, che nel frattempo si era avvicinato a lui fino al punto in cui erano solo poco più di dieci i centimetri che li dividevano, e senza dire una parola aspettò pazientemente che il rosso gli rivelasse quello che tremendamente voleva sentirsi dire. –Dopo quella volta non ti ho più rivisto qui.- Terminò, mordicchiandosi le labbra mentre ancora non accennava a spostare lo sguardo dalle pupille scure del maggiore.

R̶E̶G̶R̶E̶S̶S̶I̶O̶N̶  │SOPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora