̶C̶A̶P̶I̶T̶O̶L̶O̶ ̶X̶X̶V̶I̶I̶I̶

400 37 33
                                    

ATTENZIONE
Questo capitolo contiene TEMATICHE DELICATE e DROGA. Se questi argomenti vi infastidiscono, non continuate la lettura.

La stessa notte, dopo aver fumato più di quattro sigarette, l’attenzione di Yoongi fu catturata da un treno di transito che velocemente svettò di fronte ai suoi occhi. Nonostante la velocità a cui viaggiava, però, il biondo riuscì a notare parti dei graffiti dipinti su di esso: erano tutti di grandezze differenti e resi animati quasi, da colori sgargianti che sembravano brillare nella notte. Il ragazzo li adorava, spesso e volentieri si soffermava ad osservarli quando li vedeva sulle pareti di un edificio abbandonato o sui muretti che affacciavano sulle strade delle periferie di Seul. Quando l’aria fredda causata dalla velocità a cui viaggiava il mezzo si infranse contro il suo viso, scompigliando anche una parte della sua capigliatura bionda, il giovane pensò che sarebbe stato opportuno accendersi un’altra sigaretta. La quinta di quella sera, per l’esattezza. Lo fece in parte per sentire un po’ di calore, mischiato al gelo dell’aria, lungo la sua gola, dall’altro, per tenersi impegnato ancora qualche minuto. Non aveva guardato l’orologio vecchio che teneva intorno al polso, ma sapeva quasi per certo che era troppo tardi o troppo presto, a seconda del lato sotto cui si osservava la cosa. Ma era anche vero che, nonostante l’ora tarda, non era ancora intenzionato a tornare a casa. Camminare o stare semplicemente fermo, da qualche parte durante la notte, era da sempre uno dei passatempi preferiti di Yoongi. A causa della stanchezza che nell’ultimo periodo sentiva pesante su di sé, tuttavia, erano poche le volte in cui riusciva a concedersi il beato sacrificio del sonno per passare un po’ di tempo in più da solo con sé stesso. Si portò la sigaretta accesa alle labbra morbide, prima di aspirare una boccata di fumo che gli punzecchiò la gola perché esso, inevitabilmente, si era fuso durante il percorso con l’aria tipicamente rigida dell’inverno. E fu quello il momento in cui pensò che forse, per lenire almeno in parte al freddo che albergava dentro e al di fuori di lui, l’idea di andare in un bar notturno per bere qualcosa di forte non era poi tanto male. Dopo essersi messo di nuovo in piedi, con ancora la sigaretta stretta fra le labbra, il biondo iniziò a varcare con ampie falcate il percorso delineato dalle spesse linee gialle che sancivano il limite da non oltrepassare in prossimità dei treni per arrivare alla rampa di scale che lo avrebbe condotto direttamente alla parte interna della stazione della capitale. Tutto era avvolto dalla calma e il silenzio era l’unica compagnia che il biondo era deliziato dall’idea di avere mentre con la testa, già immaginava un bicchiere di Whiskey. Accelerò il passo e in pochi minuti, si trovò nuovamente sulla strada; le macchine che l’attraversavano, a quell’ora, erano poche e questo contribuì a rendere veloce l’attraversamento di quest’ultima da parte del ragazzo. E dopo un’altra manciata di minuti, davanti ai suoi occhi si piazzò l’insegna luminescente di un bar ancora aperto, a soli pochi metri dalla stazione. Entrò all’interno del locale velocemente, scoprendo con un pizzico di piacere quanto questo fosse caldo, prima di avvicinarsi ad uno sgabello posto a mezzo metro più a sinistra rispetto al posto su cui poggiava la cassa.

Dopo pochi minuti di attesa un barista sulla trentina, accortosi della sua presenza, gli si piazzò davanti agli occhi per chiedergli cosa volesse ordinare mentre il biondo, si soffermò a scrutare per qualche istante il sorriso di circostanza che macchiava il viso dell’uomo, prima di lasciare che la sua voce strascicata e rauca delineasse la risposta a quella domanda. E quando il barista si allontanò momentaneamente da lui per preparare il suo ordine, Yoongi si spostò leggermente sulla sedia per lasciare che i suoi occhi effettuassero una svogliata panoramica del luogo. Quel locale era molto piccolo e dava l’impressione di ospitare sempre gli stessi clienti che come da routine, probabilmente si fermavano lì ogni notte per almeno un paio di ore. Il suono di alcune risate, lo spinsero a poggiare i suoi occhi castani su un gruppo di uomini che giocavano a carte. Erano seduti ad uno dei pochi tavolini del locale, quello più vicino alla parete, per l’esattezza. Il biondo si perse ad osservarli senza capirne realmente il motivo, quando improvvisamente, qualcos’altro catturò la sua attenzione, costringendolo a voltare lo sguardo verso la fonte del suono che aveva appena sentito, alla sua sinistra. Dopo un solo fulmineo attimo di perplessità, i lineamenti del suo viso si irrigidirono senza che lui potesse in qualche modo cercare di controllarsi davanti agli occhi del ragazzo che solitamente accompagnava Ji-Ho durante i loro scambi. Il più giovane cercò di restare calmo, nonostante qualcosa all’interno delle sue viscere gli stesse in ogni modo segnalando il fatto che ci fosse qualcosa che non andava.

R̶E̶G̶R̶E̶S̶S̶I̶O̶N̶  │SOPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora