̶C̶A̶P̶I̶T̶O̶L̶O̶ ̶X̶I̶V̶

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Il giorno calò lasciando il posto alla notte prima ancora che il gruppo di ragazzi potesse rendersene conto. Namjoon, sollevò improvvisamente il capo verso l'alto per puntare i suoi occhi scuri direttamente sul cielo tinto di un blu quasi mozzafiato, mentre un vento leggero ma freddo gli scompigliava i capelli. C'erano poche stelle quella sera e la luna, quella volta forse troppo intimidita dall'idea di mostrarsi, aveva deciso di lasciare un profondo spazio vuoto in quella distesa di blu che all'orizzonte finiva inevitabilmente per incontrare le acque placide del fiume Han fino a fondersi con esse. Quelle acque, avevano visto molte volte il riflesso del viso di quei ragazzi che stanchi, alla fine di una giornata trascorsa troppo lentamente, avevano deciso di rilassarsi qualche minuto lungo le sue sponde; ne avevano percepito le voci, le lacrime e i pensieri macabri che assillanti, tornavano sempre a bussare alla porta che affacciava sulla loro mente. Avevano deciso di cenare con del cibo trovato su una bancarella mobile ad un buon prezzo e per festeggiare quella giornata felice, avevano deciso di aggiungerci anche qualche bottiglia di birra nel tentativo di stordire per un'altra notte ancora, le preoccupazioni e le ansie con cui avevano imparato a convivere.

Yoongi si ritrovò nuovamente ad ascoltare le parole di Namjoon che, accanto a lui, continuava a parlottare del più e del meno ma contrariamente alle altre volte, questa volta il biondo le ascoltò con estrema attenzione. E non si interessò neanche di capirne il perché, semplicemente si limitò a camminare, qualche centimetro più a destra, accanto al ragazzo dai capelli bruni mentre di tanto in tanto fissava i suoi occhi sul viso dell'altro. Per un fugace attimo, si interrogò sulla reazione che avrebbe potuto avere dopo aver appreso la notizia dell'eventuale scomparsa di Namjoon e dopo aver preso consapevolezza del fatto che per il resto dei giorni che ancora gli restavano da vivere, non avrebbe mai più rivisto i suoi occhi e sentito la sua voce, una gelida angoscia pervase ogni suo singolo muscolo e con spietata velocità, allontanò quell'orribile pensiero dalla sua mente sperando di non dover mai vivere un momento simile.

Yoongi non lo sapeva ancora, ma era un essere umano tremendamente egoista; perché se avesse potuto scegliere fra l'idea di veder morire qualcuno dei ragazzi con cui ormai da anni si accompagnava e quella di morire lui stesso per primo, lasciando a loro il forse doloroso compito di piangerlo, avrebbe scelto sempre la seconda e mai la prima. E tutto quello che lui, dal canto suo poteva fare, era sperare che la sua morte agli altri non facesse così tanto male e da un certo punto di vista ci sperava addirittura. Questo era uno dei motivi che inizialmente lo avevano spinto a mostrarsi sempre distaccato verso quei ragazzi che ora, anche solo a guardarli, parevano essere l'unica cosa familiare che a Yoongi era rimasta. E poteva sembrare addirittura dolce il fatto che avesse deciso di cedere ad alcuni bisogni umani prima di lasciarsi andare al catastrofico destino che calmo e placido non faceva altro che aspettarlo bramando di vivere il momento in cui avrebbe pasteggiato con la sua carne e riempito il suo ego coi sogni e le speranze ormai andate del ragazzo dai capelli fini e biondi.

Alle sue spalle vi erano invece Taehyung e Jungkook che in silenzio camminavano qualche metro dietro di loro non scambiandosi neanche una parola. Fra loro due sembrava invece che in quel momento il tempo si fosse fermato e gelato. Il più giovane guardava le persone che parlando e sorridendo camminavano di fianco a lui mentre Taehyung, fissava le spalle di Yoongi con lo sguardo perso nel vuoto e con la mente avvolta da pensieri che erano oscuri a tutti tranne che a lui. Nessuno di loro si era fermato a chiedergli cosa avesse, nonostante fosse palese il fatto che ci fosse qualcosa che non andava in lui ultimamente. Non lo fecero per motivi diversi in verità. Namjoon era troppo impegnato a far decollare la sua vita verso qualche direzione che non fosse la morte. Jungkook era schiacciato da sensi di colpa che non riusciva in alcun modo a scacciare via e da un senso di inferiorità ed impotenza che mai avrebbe voluto iniziare a provare. E Yoongi era troppo focalizzato su sé stesso e sul suo dolore per essere in grado di poter notare quello di qualcun altro, irrimediabilmente diviso a metà fra l'indecisione di ribellarsi o soccombere schiacciato a morte sotto di esso.

R̶E̶G̶R̶E̶S̶S̶I̶O̶N̶  │SOPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora