CAPITOLO 11

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                          FEBBRE

Un incubo, non ricordo bene cosa, sapevo solo che stavo facendo un'incubo. La sveglia soltanto era riuscita a far finire il brutto sogno, ma non mi ero svegliata come ogni mattina, mi ero soltanto lasciata trasportare in un sonno senza sogni, troppo debole per riuscire ad aprire gli occhi.

Sento troppo caldo e freddo insieme, la gola mi brucia ed il mal di testa che avevo prima di addormentarmi aveva sicuramente generato gli incubi e di sicuro l'avevo ancora anche se il mio inconscio non lo percepiva. Mi sento in una fase di dormiveglia ma non trovo il coraggio di aprire gli occhi e non riesco a pensare troppo lucidamente, sento ancora la bocca impastata dal sonno e sprazzi di sogni si intervallano a vuoti neri.

Sento bussare alla porta, ma non riesco a parlare, questa volta è la gola a farmi troppo male.

La maniglia si abbassa, quindi sicuramente non è nonna, come pensavo. Non si sarebbe mai permessa di entrare senza permesso. Sarei potuta stare in bagno o magari vestirmi, dato che la sveglia è suonata solo pochi minuti fa.

"Elly..." sussurra una voce che conosco bene. Zayn. Sussurra un wow soffocato, è la prima volta che entra in camera mia.

In effetti, sembra una camera delle principesse, solo meno sfarzosa. I mobili sono antichi, il colore delle pareti rosa cipria, abbinato alle lenzuola, ai i motivi del letto, della scrivania, dell'armadio, della porta del bagno. Sulla sedia della scrivania sono messi, in ordine e piegati per bene, i vestiti che mi metterò oggi e sul comò sono preparati i trucchi e gli accessori. Tutto pulito, tutto ordinato. Come me.

Persa nella mia camera, che ormai mi passa nella mente come quasi un sogno, non mi accorgo che Zayn continuava a parlarmi.

"Dovresti svegliarti, lo sai? Farai tardi a scuola, sennò. Non credo ancora che non ti sei svegliata, ma è suonata la sveglia? Sicuramente non sarà suonata.." mentre riflette su cosa potrebbe essere il motivo per cui la sveglia non è suonata si accorge del brivido di freddo e poi l'ondata di caldo che mi riscuote.

"Non stai bene? Devo chiamare tua nonna? Beh, oggi sicuramente non devi andare a scuola...avrai sicuramente qualcosa!" parlava in inglese, veloce, molto veloce, non l'avevo mai sentito così preoccupato. Ma sarei andata a scuola, oggi la professoressa mi doveva interrogare in latino.

Apro subito gli occhi, sveglissima e con un ultimo sforzo, in cui cerco di parlare normalmente, dico "Sto bene, tra cinque minuti scendo, andiamo a scuola, non serve nonna" sono convintissima mentre lo dico e riesco anche a non tossire, ed a sorridere noncurante.

Zayn non ci casca. Si avvicina subito e  quasi mi spavento. Tocca con le labbra la mia fronte.  Sento un brivido di piacere, vorrei che non si stacasse più e che non sentisse il mio battito del cuore accellerato. Le sue labbra sono fredde, al contrario della mia fronte che scotta. 

"Hai la febbre" mi rinfaccia Zayn. "Come avevo detto" aggiunge. "No!" dico. Quasi non mi si sente quando aggiungo "Sto bene".  Alza il sopracciglio, poi ride.

"Non è vero! Non riesci neanche a parlare! Dai ammettilo!" continua a ridere ed io faccio di tutto per non sorridere sennò ammetterei tutto.

"Sto bene, daii! Posso andare a scuola benissimo!" ribatto. Non mi arrenderò facilmente, Zayn non si sentirà dire che ha ragione, non mi abbasso a questi livelli, nemmeno quando sto male.

Mi coglie però di sorpresa quando mi dice "Ammettilo" con uno sguardo strano, da maniaco. Lo guardo e mantengo lo sguardo ma sento dentro un pò di inquietudine. Mi si avvicina ancora, il cuore batte più velocemente di prima.

Le sue mani corrono sopra i miei fianchi e quasi mi spavento prima dI scoppiare in una risata. Zayn mi fa il solletico ed io non riesco a smettere di ridere. Mi escono le lacrime dagli occhi e le ho ancora quando smette.

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