Parte 3

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Dopo varie settimane di studio insieme, Keith, oltre ad essersi legato molto a Shiro, era ufficialmente pronto a fare il test di ammissione per la Garrison. Si sentiva carico e non solo per quello, ma anche perché non riusciva a togliersi dalla mente il più grande.

"D'accordo Keith, sei pronto per fare il test. Mi raccomando, è domani alle 8 e non devi assolutamente mancare. Io sarò con te domani, così non ti verrà ansia, ok?"

"D'accordo Shiro. Senti, um... mi stavo chiedendo se, visto che è tardi, ecco... se ti andrebbe di rimanere a cena qui con me, s-se ti va..." chiese Keith timido.

"Beh Keith" rispose Shiro guardando l'orologio "Sì, credo di poter rimanere, tanto non c'è nessuno che mi aspetta"

"Grandioso! Allora vado a cucinare!"

"A-aspetta Keith ti aiuto!" fece Shiro.

"Cosa? No no no tu sei un ospite, tranquillo, accomodati pure che tra una ventina di minuti sarà pronto"

"D'accordo allora" rispose Shiro.

Mentre Keith cucinava, Shiro girò per la casa che, nonostante piccola, era bella, calda e accogliente. Vide le foto di Keith e suo padre di quando era piccolino e gli fece un po' tenerezza. Dopo un po' venne Keith con la cena pronta e fece accomodare Shiro a tavola.

Dopo aver cenato erano circa le 21 e mezza e il più grande decise che era ora di tornare a casa. Uscì fuori e ringraziò Keith, quando vide che la moto non partiva. Non poteva usare quella di Keith perché era ormai vecchia e rotta e il più giovane la teneva solo per il ricordo del padre, e quindi decise di provare a ripararla.

Erano circa le 23 e la moto non si decideva a partire, quindi Keith disse

"Ehi senti Shiro, domani sarà una lunga giornata e dovremmo alzarci presto. Che ne dici se rimani a dormire da me? Puoi indossare il pigiama di mio padre non c'è problema"

"Ne sei sicuro? Non disturbo?"

"No ma figurati"

"D'accordo allora".

Keith e Shiro si ritrovarono a dividere un letto matrimoniale ed erano entrambi un po' imbarazzati.

"Notte Shiro"

"Notte Keith" e dormirono.

Una mezz'ora dopo i due, entrambi addormentati, si avvicinarono molto l'un l'altro fino al punto di ritrovarsi l'uno nelle braccia dell'altro.

-

La mattina seguente fu Shiro a svegliarsi per primo, colpito dalle prime luci dell'alba. Provò a mettersi seduto, ma aveva qualcosa sul suo stomaco che glielo impediva: allora confuso alzò il lenzuolo. Sentì per un attimo il suo cuore saltare un battito: appoggiato a lui c'era un Keith addormentato che lo abbracciava forte e non lo mollava. Shiro arrossì e provò a toglierlo senza svegliarlo e, dopo vari tentativi, riuscì nell' impresa. Guardò l'orologio: erano le 6 e avevano ancora 2 ore prima del test decisivo per Keith, quindi si alzò e andò a preparare la colazione per entrambi.

Circa 10 minuti dopo andò a svegliare Keith però, prima di questo, si fermò davanti al letto. Stava lì. Non diceva niente. Non si muoveva. Era immobile. Lo stava solo guardando. Dentro di sé però, pensava a quanto era bello, intelligente, gentile, simpatico il più piccolo, e come se non ci avesse pensato, gli andò vicino e, con tutta la delicatezza che possedeva, gli diede un bacio sulla fronte. Si sentiva fortunato ad essere suo amico (a quanto pare l'unico), ma avrebbe voluto essere qualcosa di più.

Poco dopo svegliò Keith e gli disse che aveva preparato la colazione. Keith, che era affamatissimo, non esitò due volte e andarono insieme a godersela.

Dopo aver mangiato si prepararono e, insieme, riuscirono a far ripartire la moto. Shiro e Keith erano in viaggio quando il più piccolo, che stava dietro all'altro, si immerse nei suoi pensieri: adorava quella moto, gli piaceva un po' il fatto che la sua si era rotta, anche se gli dispiaceva. Ne era un po' felice perché così poteva aggrapparsi forte al più grande, soprattutto quando prendeva quell'enorme precipizio in cui riusciva sempre ad atterrare sano e salvo: poteva aggrapparsi a lui, ai suoi addominali scolpiti che erano bellissimi al tatto, sotto la leggera maglietta e poteva sentire i suoi muscoli. Adorava Shiro, e avrebbe voluto vederlo per più di un amico, voleva vedere quel corpo oltre che sotto la maglietta e... la sua mente stava prendendo una brutta via ed era meglio concentrarsi per il test che avrebbe fatto di lì a poco.

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