Parte 8

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Quel mattino Keith si svegliò non sentendo Shiro accanto a lui, quindi si mise subito seduto e si guardò intorno.

"Ehi baby calmati, sono qui" disse all'improvviso il più grande con una risata, mentre entrava dalla porta con la colazione su un tavolino. Keith si calmò "Aww grazie amore. Aspetta... È puzza di bruciato questa?" scherza con un sorrisetto "Ha ha molto spiritoso" rispose Shiro.

Dopo aver fatto una buona colazione composta da qualche pancake con sciroppo d'acero, un succo e un paio di biscotti, Keith notò che il maggiore aveva una faccia un po' preoccupata, come un bambino che ha fatto qualcosa di brutto e vuole confessarlo, ma non trova il coraggio di farlo. Così decise di iniziare "Shiro, cosa succede?" chiese.

Non trovando risposta, insistette "Shiro?" niente "Takashi?" riprovò, stavolta poggiando la mano sulla guancia dell'altro, costringendo gli occhi grigi ad incontrare quelli viola.
"Dimmelo" disse Keith dolcemente come se già lo sapesse, nonostante non fosse così "Stai tranquillo, di me ti puoi fidare, no?" aggiunse gentilmente, e gli diede un leggero bacio sulle labbra. Era veloce, ma a Shiro dette il conforto e la sicurezza di cui aveva bisogno. Quindi, dopo un paio di minuti, decise di parlare

"I-io sono stato scelto per una missione e... Dovrò partire tra circa tre mesi..." confessò alla fine.
"Shiro ma è fantastico! E quale..." si fermò. Aveva quasi paura a chiederlo. Non sapeva perché, ma lo capì dall'umore dell'altro. Si fece coraggio, quindi chiese "Quale missione?" Shiro esitò nel rispondere.

Gli scese una lacrima sulla guancia.

Aveva già capito di cosa stava parlando. Non era stupido. Aveva intuito che stavano parlando della missione più pericolosa della storia dell'umanità, la missione che sarebbe finita sui giornali, telegiornali, libri di storia... Dappertutto.
Tutti alla Garrison ne parlavano, sia insegnanti che studenti. Keith aveva capito. Shiro era "il ragazzo d'oro" della scuola, era il pilota migliore per la sua età.

Lui era il migliore.

E nessuno avrebbe esitato a sceglierlo per una missione così importante.

"Kerberos" disse alla fine il più grande.

Keith non si potè più contenere e scoppiò a piangere.

Shiro sarebbe partito. Se ne sarebbe andato. Lo avrebbe lasciato solo.

E se succedesse qualcosa? Se qualcosa andasse storto? Se perdesse Shiro per sempre?

Il più grande lo abbracciò e lo baciò, anche lui con un paio di lacrime agli occhi.

"Mi dispiace per non avertelo detto prima ma non sapevo come dirtelo e così ho sempre rimandato fino ad oggi... Mi dispiace tanto perdonami..."
gli disse Shiro.

Keith alzò il viso e scrutò gli occhi dell'altro. Era bellissimo e, soprattutto, ormai era suo "Non hai niente di cui scusarti" gli disse sotto voce. Vedendo quegli occhi riusciva a vedere la purezza e la sincerità dell'altro. Non sarebbe mai riuscito ad arrabbiarsi con quegli occhi.

"Ti amo" gli disse "Non potrei mai arrabbiarmi con te" lo bacio a stampo "E voglio godermi al massimo questi tre mesi prima che tu parta... È l'unica cosa che voglio al momento" aggiunse.

"Aspetta... A t-te sta bene che io parta?" gli chiese Shiro, con una faccia un po' confusa.

Keith lo guardò sbalordito "Ma certo che mi sta bene. Questo è il tuo sogno o no? Se sì, allora devi seguirlo, e non rinunciare ad una cosa così importante per me" disse convinto "Non ho pensato neanche per un attimo di chiederti una cosa del genere. Certo... Mi mancherai da morire ma... Questo è Kerberos, Shiro. È... È una notizia meravigliosa. E non è che io debba sostenerti, ma voglio sostenerti. Farai la storia. Sarai il più grande pilota del mondo"

"È... È solo che... I-io avrei voluto fare un viaggio con te prima di..."

Shiro non finì la frase, ma entrambi sapevano cosa voleva dire. Probabilmente questo sarebbe stato l'ultimo viaggio di Shiro, data la sua malattia terminale al braccio destro. Gli sarebbero rimasti circa cinque o sei anni al massimo ma, Shiro avrebbe sempre voluto volare con Keith prima che non gli sarebbe più stato possibile.

"Ehi. Guardami" gli chiese Keith "Non me ne frega un cazzo. A me sta bene anche fare un viaggetto veloce per la Luna e ritorno. Noi, un giorno, voleremo insieme, puoi starne certo. Ti amo. Solo... Promettimi che tornerai da me" gli chiese.

"Sempre" gli rispose l'altro, con gli occhi lucidi "Io tornerò sempre da te Keith. Ti amo anche io".

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