Parte 11

41 3 0
                                    

"Shiro?" fu tutti quello che Keith riuscì a dire, quasi in un sussurro.

Non poteva crederci.

La persona che amava, che se ne era andata, che tutti credevano morto, che era scomparsa per circa un anno era lì, svenuto probabilmente per il sedativo che gli avevano messo i dottori, con il suo viso tra le mani del suo amante prima della missione che lo aveva rovinato.

Quando Keith strappò le corde che legavano Shiro sulla barella, lo prese sottobraccio e provò a portarlo via, ma fu interrotto da un ragazzo che entrò nel laboratorio e prese anche lui sottobraccio Shiro.

Entrarono anche altri due ragazzi e, mentre quello bruno si presentava, l'attenzione di Keith fu catturata da una ragazza che non ne aveva l'aspetto, ma che confuse per il fratello. A togliere ogni suo dubbio fu la sua voce "Keith?".

"Pidge? Sei davvero tu? Ascolta, non ho tempo, aiutatemi a portare Shiro fuori dal qui e io aiuterò voi ad andare via. D'accordo?" chiese.

"D'accordo" dissero gli altri tre, all'unisono.

Usciti dal laboratorio salirono tutti con difficoltà sulla moto di Keith "Pidge, ti affido Shiro, tienilo stretto e non lasciarlo andare. Ti prego" le disse il ragazzo. Lei allora annuì e quindi partirono.

Dopo aver fatto un po' di strada si ritrovarono davanti ad un precipizio "Che fai?! Vuoi ucciderci tutti?!" disse il ragazzo bruno che stava sempre di più dando fastidio a Keith.

Lui, a sua volta, con un salto ben bilanciato riuscì a saltare il precipizio, proprio come gli aveva insegnato Shiro. Seminarono l'ultima macchina della Garrison e il ragazzo li condusse nella sua attuale casa.

"Io porto Shiro a letto, voi mettetevi comodi. Tra poco vi porterò coperte e cuscini. Passeremo la notte qui d'accordo?"

I tre annuirono e fecero come gli era stato detto. Intanto Keith portava il maggiore ancora sedato a letto.

Lo fece stendere con cura e, una volta sistemato il cuscino, si mise seduto vicino a lui e gli accarezzò la guancia "Wow... allora è proprio vero che sei tornato" disse.

Portò le coperte agli altri tre e tornò in camera, chiudendo la porta e sedendosi vicino al suo amante.

Così si addormentò.

Era mattina quando Shiro finalmente si svegliò. Sentì una sensazione di calore intorno a lui, un'atmosfera familiare, che avrebbe riconosciuto tra mille. Finalmente sentiva quel calore, dopo un anno di un'atmosfera fredda, cupa e paurosa. Finalmente non sentiva più quel vuoto che lo perseguitava da un anno. Finalmente poteva avere la persona che più amava tra le sue braccia e poteva tenerla stretta, non lasciandola mai più.

Non lasciandosi andare mai più.

Ma sentiva che qualcosa non andava. Anzi, credeva che qualcosa non andava nel verso giusto.
E se fosse stato un sogno? Se tutto questo fosse solo frutto della sua immaginazione? Se tutto questo non fosse reale?

"Mm..." Shiro sentì Keith che si stava svegliando lentamente. Vide che aveva della borse agli occhi. Era per colpa sua se non aveva dormito in quei tempi? Shiro non si era mai voluto sentire un peso per gli altri, specialmente per Keith.

"S-Shiwo..." a Shiro scappò una leggera risata. Era da un sacco di tempo che non rideva.

Keith allora aprì gli occhi e si mise seduto di scatto e vide l'altro "T-Takashi?" ha chiesto, incredulo "Sei davvero tornato?" gli chiese.

Sentiva che tutto questo era troppo bello per essere vero. Ma lo era. E Dio se era bello.

Lo andò ad abbracciare e mise la faccia tra la spalla e il collo dell'altro "O mio Dio... Ho avuto così tanti sogni di te che tornavi a casa... da me..." alla fine non riuscì più a trattenersi e gli scesero alcune lacrime.

AwaysWhere stories live. Discover now