Parte 12

38 3 0
                                    

Erano ormai passate tre settimane da quando i paladini sono arrivati nel castello, e Keith sta notando che Shiro era sempre più distante da lui.

Non solo ormai non si baciavano o abbracciavano, ma il più grande non si degnava minimamente di passare un po' di tempo con lui e nemmeno di parlargli al di fuori delle missioni.

Keith non ne poteva più. Ne era stufo. Perciò, dopo un paio di giorni in cui vedeva che le cose tra loro non stavano migliorando, decise di andare in camera del più grande per chiarire le cose tra loro una volta per tutte.

Uscì dalla sua camera e si incamminò verso quella del paladino nero. Gli stavano sudando le mani ed era molto ansioso di parlargli. Il sapere che forse avrebbe potuto scoprire cosa stava succedendo era l'unica cosa che gli dava quel poco di coraggio che gli serviva per bussare a quella porta.

Quando sentì la voce di Shiro che gli dava il permesso di entrare, lui non se lo fece dire due volte. Aprì la porta e la richiuse dietro di sé. Quando si girò verso Shiro lo vide con una faccia sorpresa. Probabilmente non si aspettava di vedere il più piccolo alla sua porta dopo tutto il tempo che aveva provato ad evitarlo.

"Hey" disse semplicemente Shiro.

"Hey" gli rispose l'altro.

"Di cosa hai bisogno?" gli chiese allora il più grande, essendo sicuro di sapere quello di cui voleva parlare il paladino rosso.

"Ecco io... Volevo chiederti se... Se stavi bene insomma" disse Keith abbastanza riluttante.

"Uhm... Sì sto bene perché?" Shiro si sentiva uno stupido per avere chiesto una cosa del genere.

"Ecco... Non so se è una mia impressione ma... Ho la sensazione che tu mi stia... Evitando" disse alla fine. Prima che Shiro potesse rispondere, finalmente Keith lo guardò negli occhi e parlò "H-ho fatto qualcosa di sbagliato? Ti ho fatto arrabbiare in qualche modo? S-se è così allora mi dispiace... M-ma vorrei solo sapere che cosa ti ho fatto" le parole di Keith facevano capire che era sull'orlo di piangere, ma di trattenne.

"C-cosa? Oh no, no Keith tu non hai fatto niente di male. È solo che io..." Shiro si bloccò un attimo e lo andò ad abbracciare, mettendo la faccia del più piccolo sul suo petto "... Mi dispiace Keith se ti ho fatto anche solo pensare ad una cosa del genere. Io non potrei mai essere arrabbiato con te" gli disse.

"A-allora perché mi stai evitando?"

"Ecco vedi Keith... Noi adesso siamo i difensori dell'universo... I paladini di Voltron e... Io voglio continuare a parlare con te ma... Vedi non abbiamo tempo per distrazioni del genere quando-"

"Distrazioni?!" Keith si staccò dall'abbraccio di Shiro "Per te tutto quanto è stata solo una DISTRAZIONE?!" gli diede una spinta su entrambe le spalle e lo tirò un po' indietro "Per te la nostra storia è stata solo una distrazione?! Tutto quello che abbiamo passato insieme è stata solo una fottutissima DISTRAZIONE?!" la sua voce cominciò ad alzarsi sempre di più "Questo, questo..." si mise una mano nel portaoggetti della cintura e tirò fuori una pietra. Si vedeva che era abbastanza vecchia ma era ben conservata. Per un attimo Shiro ha creduto che gliela avrebbe lanciata, ma poi la riconobbe "QUESTA È STATA SOLO UNA DISTRAZIONE PER TE?!" e indicò la pietra.

"No Keith, io-"

"No, ho capito Shiro" la voce di Keith si abbassò stranamente "Tu sei Takashi Shirogane, il "ragazzo d'oro", il migliore, l'eroe... E adesso sei anche il paladino nero, il "leader". Be stammi bene a sentire Shiro, tu potrai anche essere tutte queste cose insieme, però sappi che per me eri molto di più. Per me eri Shiro, il ragazzo più gentile e amorevole del mondo, che amavo e a cui tenevo molto. Nonostante questo avevo sempre creduto che non sarei mai stato abbastanza per te, e a quanto pare avevo ragione. Tu sei il migliore, io sono solo un orfano povero che si è fatto espellere per difendere l'onore del suo "fidanzato", che a quanto pare mi vedeva solo come un passatempo per potersi divertire prima di partire, prima di poter diventare ancora più famoso di quello che eri già, così da aver potuto avere davvero tutti ai tuoi piedi. Ma io non sono così Shiro. Non mi farò trattare da coglione da uno stronzo come te. Tu eri tutto quello che mi era rimasto. E infatti, guarda cosa cazzo mi è rimasto adesso. Eh Shiro? COSA CAZZO MI È RIMASTO?! NIENTE!" Shiro rimase in silenzio di fronte a tutto quello che gli aveva detto il più piccolo. Aveva capito che in effetti sarebbe stato meglio dirgli la verità invece di prendere la prima scusa che gli passava per la testa.

Avrebbe dovuto dirgli che si considerava un mostro con un braccio metallico e centinaia di cicatrici, una più brutta dell'altra e che credeva che Keith non avrebbe più voluto avere una relazione con lui.

Ma si sbagliava.

Aveva fatto un grande errore. Il più grande della sua vita.

Prima che potesse dire qualcosa, vide Keith il lacrime che buttò il sasso per terra, non rompendolo, ma con l'intenzione di farlo. Quindi uscì sbattendo la porta.

Qualche giorno dopo

"Shiro, io e te dovremmo andare su un pianeta non molto lontano da qui per via di una razza aliena che vuole stringere un'alleanza con Voltron" disse la principessa Allura al paladino nero.

"D'accordo principessa e per quanto dovremmo restare?" chiese allora lui

"Un paio di giorni saranno sufficienti e tu, in qualità di paladino nero, dovrai venire con me" gli spiegò la principessa.

"D'accordo"

Keith ormai non era uscito dalla sua stanza dalla litigata che aveva avuto con Shiro. Per fortuna non vi erano stati attacchi a sorpresa da parte dei Galra, altrimenti probabilmente non avrebbero potuto formare Voltron data l'attuale "mancanza" del paladino rosso.

Subito dopo la partenza di Shiro e Allura, ognuno si rimise a fare le solite cose: Pidge al computer, Lance a dormire, Coran a sistemare il castello, Hunk a cucinare e Keith... Keith come sempre barricato in camera sua a fare chissà cosa.

"È pronto!" gridò ad un certo punto Hunk. Tutti andarono a tavola eccetto il paladino rosso. Hunk, dato che Keith non mangiava da giorni ormai, si preoccupò a andò a bussare alla sua porta "Keith? Amico? Va tutto bene?" Niente "Keith? Posso entrare?"

Dopo un po' di silenzio decise di entrare e vide uno spettacolo abbastanza preoccupante: Keith con una delle felpe nere di Shiro che probabilmente gli aveva preso un po' di tempo prima, senza pantaloni ma solo in mutande, con il  viso arrossato e bagnato da quelle che probabilmente erano lacrime e, cosa che Hunk notò dopo, aveva uno bottiglia di uno strano liquore spaziale mezza vuota, quindi probabilmente Keith era ubriaco.

Per terra era un casino: c'erano almeno un'altra decina di bottiglie vuote, sue magliette sporche di quello che sembrava vomito e tutta la sua roba era a terra e sembrava che l'avesse lanciata lui per sfogarsi.

"Keith...?" Hunk sussurrò.

Due giorni dopo

Bzzz Bzzz

"Pronto? Pidge sei tu? Cosa c'è?"

"Shiro! Quanto vi manca per tornare?"

"C'è stato un imprevisto e torneremo tra un altro paio di giorni. Perchè?"

"Oh no, assolutamente niente. Solo... Per sapere... È successo qualcosa con Keith ultimamente?"

"Preferirei non parlarne Pidge. Perché lo chiedi?" chiese Shiro

"Oh, no no no è tutto ok Shiro solo per... Sapere. Grazie ciao!"

Shiro chiuse la chiamata, un po' insospettito dalle domande della ragazza.

Passarono due giorni e il paladino nero e la principessa fecero il loro ritorno al castello dei leoni.

"Ehi, com'è andata? Avete avuto qualche attacco a sorpresa da parte dei galra?" chiese il leader di Voltron,mentre tutti gli davano il bentornato.

"Um... N-no Shiro, nessun attacco dai Galra" disse nervosa Pidge.

"È andato tutto bene!" disse Lance altrettanto nervoso.

"Ok... E Keith? È uscito dalla sua stanza?" chiese allora Shiro. I tre ragazzi saltarono non appena sentirono il nome del paladino rosso.

"No! Keith non si è mosso dalla sua stanza!" disse Hunk.

"Ragazzi ma che vi prende?" chiese allora il paladino nero.

All'improvviso la porta si aprì ed entrò Keith, nello stesso stato in cui lo aveva trovato Hunk qualche giorno prima.

"Hey tu..."


AwaysWhere stories live. Discover now