(warning alert: in questo capitolo verranno affrontate tematiche delicate: depressione, suicidio)
-Ti ricordi dell'appuntamento di oggi, vero Kookie?- mi domanda mia madre dall'altra parte della sala.
-Certo- come potrei scordarlo? Ormai è un anno, che ogni giovedì sono impegnato con Seokjin, il mio psichiatra. A dire il vero credevo che mi avrebbe guarito, che avrebbe migliorato la situazione. Ma a distanza di così tanto tempo dopo la morte di Jimin, ero convinto che sarei riuscito a superarla almeno in parte.
Jimin si è suicidato il ventotto novembre del duemiladiciasette.
Era una bella giornata di sole, nonostante il vento freddo dell'autunno.
Mi ricordo ancora il lampo dei suoi capelli arancioni, accompagnato al suo saluto allegro prima di separarci, ognuno diretto a casa propria.
Quella fu l'ultima volta che lo vidi da vivo. Lo trovarono impiccato al centro della sua camera, il giorno stesso; il giorno in cui ebbero inizio i miei incubi. Non mi lasció niente, non una lettera, un messaggio, nulla che potesse darmi una risposta. Niente nel suo comportamento sembrava presagire il folle e disperato gesto che avrebbe compiuto di lì a poco, nemmeno io, il suo migliore amico, mi ero accorto di qualcosa.
Mi odiai per tantissimo tempo, incolpandomi, che sì, avrei dovuto accorgermene, avrei dovuto salvarlo da sé stesso.
-Vuoi che Yoongi ti dia un passaggio?- mamma mi strappa un attimo dai miei pensieri e mi riporta alla realtà.
-Vado da solo, stai tranquilla- le rispondo con un sorriso.
-Esco ora, ho voglia di stare un po' fuori- aggiungo. Afferro il telefono, lo zaino per metterci le chiavi e un libro ed esco di casa. Lo studio di Seokjin non è molto lontano da casa, perció decido di incamminarmi. Il tempo di questi primi giorni di ottobre è bello, il sole regge ancora e non fa ancora troppo freddo da mettersi una giacca pesante. Le strade di Incheon a quest'ora del pomeriggio non sono troppo affollate e il traffico scorre velocemente. Cammino per una decina di minuti fino a quando non raggiungo un parco che sta proprio di fronte allo studio psichiatrico. Mi è sempre piaciuto, è piccolo, riservato, con qualche panchina sparsa e scivoli e altalene per i bambini. Mi siedo sulla prima panchina che vedo e tiro fuori il libro, manca ancora un'oretta all'appuntamento perció non ho fretta.
Leggo per un po', fino a quando non decido di godermi il sole per qualche attimo, appoggio il libro accanto a me e volgo il viso verso la luce.
-"Kafka sulla spiaggia", ottimo libro- devo essermi appisolato perchè non l'ho sentito arrivare. Sbatto le palpebre e mi ritrovo davanti un ragazzo. È bellissimo, giurerei di non aver mai visto un essere del genere, tanto da chiedermi se è reale.
Devo essermi imbambolato perchè lo sconosciuto continua,
-Hai davvero buon gusto- e mi sorride timidamente alzando un angolo della bocca.
Mi risveglio dal mio stato di trance e mi rendo conto che sta aspettando una risposta. -Oh si, Murakami è uno dei miei scrittori preferiti- è la prima cosa che mi viene in mente e lui sembra notarlo da come gli ridono gli occhi.
-Ti dispiace se mi siedo qui con te? Sto aspettando una persona- per tutta risposta annuisco e mi scosto di lato per fargli posto. Si avvicina, aggraziato e silenzioso e si siede. Indossa una normalissima felpa nera e dei jeans chiari, non sembra particolarmente in tiro, ma nonostante ció è di una bellezza mozzafiato.
-Mi chiamo Taehyung- la sua voce è profonda e scura, densa come il miele, un piacere per l'udito.
-Jungkook- i capelli color castano chiaro gli ricadono sulla fronte quando si volta verso di me.
-Sei sicuro che non è un problema se sto qui?- scuoto la testa.
-Non sei uno di molte parole vero?- non me lo sta chiedendo con cattiveria, sulla faccia ha disegnato un mezzo sorrisetto che a dirla tutta mi sta facendo sciogliere sulla panchina.
-Preferisco ascoltare- gli dico tranquillo, stringendomi nelle spalle.
-È una qualità che non hanno tutti- punta il suo sguardo nel mio e mi sorride di nuovo.
-Tae!- sento una voce in lontananza, ed entrambi ci giriamo verso la fonte del suono. Un ragazzo sta trotterellando nella nostra direzione, con tanto di braccio alzato per farsi vedere dal suo amico.
-Ecco la persona che stavo aspettando- detto ció si alza e si sistema la felpa sui fianchi.
-Quando avrai finito quel libro fammelo sapere- lo guardo con aria interrogativa, come potrei mai farglielo sapere?
-Oh giusto! Io abito proprio laggiù- indica a destra del parco, seguo la direzione del suo dito e vedo un palazzo dall'altra parte della strada, -Sono sicuro che ci rivedremo presto- aggiunge. Detto questo mi scocca un ultimo sorriso, tutto particolare, quadrato e luminoso, proprio come lui e si allontana verso il suo amico lasciandomi solo.Chi sei Taehyung?
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𝘈 𝘜𝘯 𝘙𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰 𝘋𝘢 𝘛𝘦 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌
FanfictionJungkook soffre di depressione ormai da un anno, a causa della morte del suo migliore amico Jimin. Vittima di bullismo da parte dei compagni di scuola e costretto a interminabili sedute psichiatriche; potrà Kim Taehyung, artista ribelle e visionario...