Ci sono tante follie che le persone fanno per amore.
Ma non pensavo che togliersi la vita fosse una di queste.
Le parole di Changkyun mi colpiscono in pieno viso, la violenza e la portata di questa rivelazione mi fanno quasi cadere a terra.
Morire per amore.
Che modo assurdo per andarsene.
Penso di aver visto il volto di Park Jimin solo un paio di volte in tutta la mia vita. Nelle foto o nei corridoi non ha importanza.
Rendersi conto che la nostra vita è appesa a un filo, e che basta solo una folata di vento per spazzarci via, per annientarci, per far rimanere di noi solo polvere, è disarmante.
Avrei voluto far qualcosa, nella remota possibilità, di poter intervenire nelle giornate caotiche del fratellastro di Changkyun.
Ed è in questo momento che prendo la mia decisione.
-Hai tempo due settimane- dico al biondo di fronte a me. Sembra scioccato tanto quanto la sottoscritta, alle mie parole.
-Per fare cosa?-
-Per sistemare la cazzata che hai fatto. Jungkook merita di sapere dell'esistenza della lettera. Erano le parole di addio di Jimin, non puoi vietargli questo- dichiaro duramente. Lo sguardo ferito e tradito di Changkyun, parla abbastanza, chè sa benissimo che l'ho appena ricattatato.
-Altrimenti?-
-Lo sai cosa succederà. Non mi farò problemi a raccontarglielo io stessa- lo fisso furente.
-Avevi promesso di tenertelo per te. Pensavo fossi mia amica- so che in questo momento un enorme dirupo ha separato le nostre esistenze.
-A volte bisogna rompere le promesse, per fare ció che è giusto- non gli dó tempo di rispondere, che ricomincio subito.
-So che sei una brava persona, so che tutte le azioni che ti hanno portato a questo momento erano dettate dalla rabbia, dal dolore e dalla sofferenza, nonostante non ci siano scusanti per il tuo comportamento. So che puoi fare di meglio, che puoi essere di più- mi avvicino a lui e gli prendo una mano, e a contrario delle mie aspettative non si ritrae.
-Hai il potere di sistemare le cose Changkyun, fai pace con te stesso- lo vedo annuire debolmente. Credendo ormai di averlo convinto, decido di giocare la mia ultima carta.
-È quello che avrebbe voluto Jimin- al nome, vedo una lacrima scendere sul suo viso etereo.-Vieni, puoi stenderti qui- dice Taehyung e mi scorta, facendomi accomodare su un piccolo divanetto. Inutile dirlo, Kim Taehyung non ci ha messo molto per convincermi a diventare il suo modello. Faccio come mi dice e affondo nella stoffa morbida del divano. Siamo nel suo studio, lui sta preparando tutto il necessario per dipingere, mentre io sono troppo impegnato a non morire di tachicardia.
Sono parecchio nervoso. Non sono mai stato un ragazzo abituato ad avere i riflettori puntati addosso, raramente ho ricevuto complimenti di alcun tipo, e lo sbalzo dall'essere invisibile al diventare un modello del mio quasi ragazzo è significativo.
Non ho la più pallida idea di come si faccia a posare.
-Rilassati Kookie, va tutto bene- mormora dolcemente. Sistema un cavalletto da terra sul pavimento, posa una tela bianca immacolata su di esso e si adopera nell'organizzare tutti i pennelli e le tempere a olio nel tavolino al suo fianco. Quando finisce, viene verso di me e si inginocchia per guardarmi negli occhi.
Mi si mozza il fiato ogni volta che poso gli occhi su di lui.
Assurdo come in questo momento rasenti proprio l'immagine dell'artista maledetto. I capelli scuri sono tutti arruffati e tirati indietro, colpa delle mie mani capricciose, che solo attimi prima si divertivano a stringere le ciocche brune mentre gli baciavo la bocca. Indossa una maglietta bianca, che non fa altro che risaltare il colore abbronzato della sua pelle e dei jeans neri che lo fasciano anche troppo bene.
La mia fantasia non ha proprio limiti.
Quando si sporge verso di me, imito il suo gesto e facciamo scontrare le nostre labbra in un tenero bacio.
-Tranquillo- sussurra piano. Io annuisco debolmente.
-Aspetta, che ti aiuto a sistemarti-
-Sono tutto tuo- affermo sorridendo. Per fortuna che ci pensa lui, altrimenti rimarrei imbambolato incapace di muovermi.
-Appoggia la schiena qui- faccio come mi dice e mi stendo sul divano. Le sue mani si posano sulla mia nuca, spostandomi la testa indietro sul bracciolo, mettendo in evidenza l'osso pronunciato della mascella. Mi fa divaricare le gambe, una sul divano, l'altra fuori, con il tallone appoggiato a terra, mentre le braccia cadono morbide attorno al corpo.
-Sei perfetto- afferma. Mi guarda un'ultima volta da cima a piedi, e io mi sento infuocare dal suo sguardo.
-Ora dovrai avere solo un po' di pazienza- e si allontana, andando a posizionarsi dietro il cavalletto. Comincia a preparare i colori, spremendo la tempera fuori dai tubetti e spalmandoli sulla tavoletta. L'aria si riempe dell'odore forte della trementina e dei colori a olio. Prende una matita e comincia a tracciare un leggero segno sulla tela.
-Guardami- ascolto la sua richiesta e giro il volto nella sua direzione. I suoi occhi su di me, mi stanno facendo impazzire.
-Disegnami come una delle tue ragazze francesi- pronuncio divertito. Ho davvero bisogno di allentare la tensione.
-Non ti facevo il tipo da Titanic- dice ridendo.
-Nemmeno io di te- dichiaro di rimando.
-Quindi tu saresti Rose? Per caso vuoi posare solo con una collana addosso?- le sue parole mi mandano in pappa il cervello.
-Maledetto- mormoro, con un sorriso stampato in faccia. Lui ghigna malizioso, ma tarda poco a immergersi nelle vesti d'artista e riprendere il suo lavoro.
Lo vedo disegnare concentrato e poi, con la coda dell'occhio, sporgersi di lato per guardare il mio corpo.
Sto andando a fuoco ma cerco di non pensarci, tanto che devo impegnarmi per respirare regolarmente. Lo guardo giocare con le sfumature, usare tonalità più chiare e più scure, ammiro le sue labbra torturate dai denti per la concentrazione e mi scappa una risatina quando lo vedo sbuffare per un segno sbagliato. Stiamo così per molto tempo, io immerso nei miei pensieri e lui occupato a ritrarmi.
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𝘈 𝘜𝘯 𝘙𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰 𝘋𝘢 𝘛𝘦 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌
FanfictionJungkook soffre di depressione ormai da un anno, a causa della morte del suo migliore amico Jimin. Vittima di bullismo da parte dei compagni di scuola e costretto a interminabili sedute psichiatriche; potrà Kim Taehyung, artista ribelle e visionario...