22. After Dark

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-DOV'È JEON JUNGKOOK!?- irrompo nell'ospedale come una furia, avendo da poco ricevuto la chiamata di Hyuna che mi ha spiegato delle condizioni del mio ragazzo. L'odio che provo per questo posto si ramifica alla stessa velocità dei miei passi pesanti che rimbombano nella sala.
L'infermiera sulla quarantina, che stava digitando di fretta sulla tastiera del computer, mi guarda esterrefatta e ammutolisce di colpo sotto il mio sguardo furente e preoccupato. Guarda il display, si accerta di aver inserito il nome correttamente e con un dito mi fa cenno di proseguire nel corridoio laterale alla sua postazione; non la ringrazio nemmeno, seguo solo le sue indicazioni.
Arriccio il naso nel sentire l'odore disgustoso di disinfettante e malattia che pervade le mura dell'ospedale; un colpo di tosse, lacrime di un padre che sembrano essere di gioia, il rumore secco delle barelle che sfrecciano da una parte all'altra.
Quando mia sorella mi ha chiamato poco fa, raccontandomi di quello che gli era successo... non solo mi si è spezzato il cuore, nel sapere che il brunetto era inchiodato ad un letto d'ospedale, ma anche un senso di profondo terrore, di paura angosciante mi ha pervaso anima e corpo.
È la stessa paura che adesso mi sta facendo correre lungo il corridoio alla ricerca della sua stanza.
Come quella mattina di cinque anni fa; mi sembra di essere di nuovo un ragazzino mentre piango disperato, stringendo a me Hyuna dopo la morte di nostro padre.
Non voglio riviverlo di nuovo.
E quel ti amo che Jungkook mi ha mandato poco prima di perdere conoscenza, mi ha annientato. Inizialmente ero allibito e scioccato nel leggere quelle parole sullo schermo del mio cellulare. Non credevo ai miei occhi. Perchè mandarmelo per messaggio? Perchè non farlo di persona in un momento più opportuno, magari mentre facevamo l'amore?
Non ho avuto neanche il tempo di rispondere, di chiedere spiegazioni o probabilmente mandare un ti amo anche io, che la voce angosciata di Hyuna mi ha riportato alla cruda realtà.

Jungkook è andato in overdose di antidepressivi.

Ecco qual è stata la prima cosa che mi ha detto mia sorella al telefono, non un ciao, neanche un come stai?, perchè consapevole della portata disastrosa dell'accaduto e che era inutile perdersi in convenevoli.
Ho abbandonato l'Accademia di corsa, fiondandomi giù per le scale dell'istituto quasi spezzandomi l'osso del collo e quasi rimettendoci la vita per non aver rispettato la precedenza in un incrocio, tanta era la volontà di correre da Jungkook.

Un terribile orrore ha preso fuoco nelle mie vene, incendiandomi così tanto da farmi urlare dalla disperazione una volta chiusa la chiamata.

Jungkook poteva morire.
Non faccio altro che ripetermelo.

Egoisticamente, la seconda cosa che ho pensato dopo essermi reso conto della gravità della situazione, è stata la consapevolezza di non essere abbastanza per lui.
Che avrebbe preferito morire invece che parlarmene e sopravvivere insieme, come facciamo ogni dannata volta.

Sono solo un fottuto egoista.

Se avessi potuto avrei preferito non pensarlo nemmeno; avrei preferito non dare voce a questa considerazione allarmante ed egocentrica.
Smetto di ragionarci nel momento esatto in cui intravedo Hyuna seduta a terra con le mani fra i capelli; dietro di lei, un ragazzo biondo ossigenato che non ho mai visto prima.
-Hyuna!- corro da mia sorella, con il corpo e le gambe che mi cedono di fronte a lei, in attesa di far incrociare i nostri sguardi per capire che va tutto bene.
-Oh Tae- la sua voce piccola e flebile mi scuote le viscere, tanta è la paura di essere arrivato troppo tardi.
-Cos'è successo?- chiedo disperato prendendole il volto fra le mani. È disarmante vivere tutto di nuovo, io con mia sorella piangente fra le braccia, totalmente impreparati all'ondata di dolore che potrebbe coglierci da un momento all'altro, recidendoci come fiori in primavera.
Non sono abbastanza forte per sopravvivere anche a questo.
Lei si limita a scuotere la testa, troppo sopraffatta dalle emozioni e con le lacrime che si incastrano nella gola, impedendole di parlare.
-Chi è lui?- faccio un ultimo tentativo, indicando il ragazzo con un cenno del mento, sperando che un semplice nome possa sgusciare dalle labbra tremanti di Hyuna.
Vedo mia sorella congelarsi sul posto dalla paura, come se il respiro le fosse stato strappato con forza dal corpo.
Lei ha abbastanza forza per sollevare il viso, aprire gli occhi colmi di lacrime e sussurrare debolmente l'oggetto delle mie suppliche.
Quando il nome di Changkyun si srotola sulla sua lingua capisco il perchè del suo terrore, e sono sicuro che potrei scatenare l'inferno.

𝘈 𝘜𝘯 𝘙𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰 𝘋𝘢 𝘛𝘦 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora