Capitolo 17

399 63 46
                                    

NICHOLAS POV

La guardo mentre osserva la rosa e mi rendo conto che lei è più bella di qualsiasi fiore al mondo, ed è qui.
Qui tra le mie braccia. Ora mi sta osservando oserei dire con gli occhi colmi d’amore. Il cuore mi esplode dalla gioia.

“ti amo Nicholas Ryan con tutta la purezza del mio cuore e della mia anima, ti amo come non ho mai amato prima d’ora e come non pensavo di poterlo fare” esclama.

Sono un attimo interdetto. Mi ama, lo ha detto veramente. Osservo attentamente i suoi occhi che hanno un colore magnifico in questo istante, quello del miele. Sarà per la dolcezza che emana.
Avvolgo il suo viso tra le mani, senza staccare il mio ghiaccio dal suo miele.

“ti amo anche io, dal primo istante che ti ho vista ogni parte di me ha preso vita grazie a te. Sei il mio ossigeno Lola” dico prima di baciarla, inizialmente con tanta dolcezza ma poi prende il sopravvento la passione. Ci esprimiamo tutto ciò che proviamo l’uno per l’altra.

“ho un regalo per te” dichiara staccandosi dalle mie labbra.

Questa ragazza oggi è sorprendente, piena di sorprese, quasi irriconoscibile.

“Un regalo? Quando hai avuto il tempo di prendermi un regalo?” domando mentre lei si allontana.

Effettivamente siamo stati tutto il giorno insieme.

Ritorna con la sua borsa in mano. Continuo a non capire.

“tranquillo non ti regalo la borsa, anche perché ci tengo troppo” apre la borsa e ciò che estrae illumina i miei occhi

“ma allora te lo sei ricordata!”

“ricordo ogni singola cosa che tu mi dici” il mappamondo, la ragione del nostro incontro

“cosa dici se scegliamo la prima destinazione da visitare insieme?” domando

“dico che è un’idea fantastica” incrociamo le mani e giriamo il mappamondo, quando si ferma appoggiamo l’indice in un punto qualunque senza guardare.
Una volta fermo ci giriamo e leggiamo in unisono “Istanbul!”

“bellissima città Istanbul, mio padre ha diversi affari lì, ci sono già stata” esclama lei.

Istanbul? Il destino a volte dà e altre toglie. Penso di essere sbiancato o qualcosa di simile. Potevo aspettarmi qualsiasi posto, ma non quello.
Mi sembra uno scherzo.
Uno scherzo del destino.
Lei mi fissa con aria interrogativa e io non riesco a proferire parola. Sono bloccato. Non so nemmeno come ho fatto a leggere quella città che per anni ho odiato con tutto me stesso.

Quella città che si è portata via una parte fondamentale della mia esistenza.

Dovrei darle una spiegazione, ma non ci riesco. Non riesco a parlare.
Ci ho messo tanto tempo per riuscire ad andare avanti.
Ho sigillato questo grande dolore nella parte più profonda del mio cuore e pensavo di non doverlo più riaprire. La parte più oscura e più dolorosa. Quella porzione di me con la quale avevo imparato a convivere, ci convivevo ignorandola pur sapendo che non lo avrei potuto fare per sempre.

“Nick tutto bene? Se non ti piace possiamo cambiare, non ti preoccupare, tanto io ci sono già stata. A parer mio è una città bellissima, ma se a te non piace non è la fine del mondo insomma la terra è infinita sai quanti posti ci sono da vedere?” sta parlando a raffica e intuisco che è nervosa. Come il giorno che l’ho conosciuta. Un mezzo sorriso si appropria delle mie labbra.
In un momento del genere lei riesce a ricavare un po’ di gioia in me.
Lei è il mio antidoto. Questo mi dà coraggio per raccontarle, merita di sapere tutto di me.

“Lola non è che non mi piace Istanbul, la odio” spalanca gli occhi. Faccio un respiro e proseguo il mio discorso.

“la odio perché si è portata via una parte fondamentale della mia vita, mio padre” dico tutto d’un fiato.

“tuo padre? In che senso?”

“mio padre era innamorato di quella città, ci andava ogni anno e obbligava anche mia mamma ad accompagnarlo, lui diceva che fosse la città dell’amore, l’ultima volta che si recarono lì, esattamente quindici anni fa, non fece più ritorno o meglio tornò mamma con un cumulo di cenere”

“o mio dio mi dispiace tantissimo, scusami”

“figurati non potevi saperlo, non ti ho mai parlato di mio padre, non lo faccio mai con nessuno”

“se vuoi sfogarti con me puoi farlo, non sto con te solo per la parte positiva della tua vita, voglio tutto di te i pregi e i difetti, il bene e il male, il bello e il brutto”

“ho imparato a tenere sotto controllo questa parte di me”

“il dolore è ancora più dolore se tace, se condiviso si dimezza, parla con me. Io ci sono e ci sarò sempre con te e per te”

“grazie. penso che ci dovremmo andare” l’ho detto veramente. Quasi non ci credo.

“tranquillo Nick andremo altrove”

“in realtà c’è un'altra cosa”

“cosa?”

“mia nonna prima di morire mi ha fatto promettere che sarei tornato a cercare la verità. Era addirittura convinta fosse vivo da qualche parte. Non ha mai creduto a mia madre, pensava che gli avesse fatto qualcosa per l’eredità e non le ha mai perdonato di non averle permesso di vederlo un'ultima volta. Era il suo unico figlio. Ha sofferto tanto la perdita di mio padre. Io all’epoca ero un ragazzino di appena tredici anni, vedere un vaso pieno di cenere e pensare che fosse mio padre non è stato facile e non lo è tutt’ora. Ero molto legato a lui, più di mia madre. Lui mi amava più della sua stessa vita di solito sono le mamme quelle affettuose e coccolone, ma nel mio caso è stato il contrario. Mio padre si è sempre preso cura di me, potevo stare senza mia madre, ma imparare a stare senza di lui è stato arduo” le lacrime si impossessano del mio viso. Non piango da quindici anni. Insieme al dolore avevo sigillato anche esse.

“sfogati pure, non è sintomo di debolezza è libertà”

“grazie”

“non ho fatto niente per ringraziarmi. Ti posso fare una domanda?”

“dimmi”

“pensi che tua madre avrebbe potuto fargli del male?” quante volte mi sono posto questa domanda, non credo, è un’opportunista, ma non penso che possa arrivare a tanto

“se devo essere sincero non mi fido di mia madre, ci sono stati tanti fatti inspiegabili nella vicenda, ma non penso che possa aver ucciso mio padre, la disgrazia è arrivata da sé e lei ne ha approfittato per i suoi interessi”

“capisco”

“comunque andremo a Istanbul appena terminata la tournée”

“sicuro?”

“sicurissimo. Me lo segno nella lista delle cose da fare nella mia vita”

Andare a Istanbul con la donna della mia vita!
Forse potrebbe aiutarmi ad andare avanti senza odio per una città che non ha colpe. Accettare la sofferenza penso che sia un passo avanti rispetto a dove mi sono bloccato. Quel passo che mi permetterà di vivere diversamente il presente.

© TU SEI IL MIO INFINITO #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora