Capitolo 26

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ENRIQUE P.O.V.

Dovevo passare a prendere Lola e intrattenerla tutta la mattina.
È stata questa la raccomandazione di Nicholas.

Missione fallita!!!

Quando sono arrivato a casa sua era già uscita.
Sto andando in Accademia con la speranza che non abbia ancora scoperto nulla. Se questo dannato semaforo si decide di cambiare colore posso girare e finalmente giungere a destinazione. Ho il piede destro pronto a scattare sull’acceleratore quando la mia vista viene ricoperta da un immagine familiare e il mio corpo si irrigidisce.
Lola ha appena svoltato l’angolo ed è in lacrime.
Direi che è ufficialmente fallita la mia missione.

«Lola tutto bene?» le domando accostando il mezzo accanto al marciapiede. Noto che non mi risponde e prosegue a passo spedito.

Credo sia troppo assorta nei suoi pensieri per rendersi conto di ciò che la circonda. Decido di scendere dalla macchina e seguirla. Corro per raggiungerla e una volta vicino a lei la afferro per il braccio per poi farla voltare nella mia direzione.

«Enrique!» esclama stupita con una mano sospesa nell’aria.
Ci osserviamo in silenzio, dopo qualche minuto, volto il mio sguardo al suo palmo ancora sospeso.

«scusa pensavo fossi.. ecco insomma»

«temevi fossi qualcuno con brutte intenzioni, giusto?» concludo il suo discorso.

Abbassa la mano e con l’altra si asciuga il viso rigato dalle lacrime.

«esatto. Ti serviva qualcosa?» mi domanda con lo sguardo fisso ai suoi piedi.

«no. Ti ho chiamata dalla macchina, ma non mi sentivi e così ho deciso di seguirti. Dovevamo fare colazione insieme ricordi?» in realtà non ha nemmeno risposto al mio messaggio stamattina, ma sorvolo su questi piccoli dettagli.

«sei sicuro Enrique? A me non risulta. In ogni caso ho già mangiato, colazione, pranzo e cena, sono a posto per oggi» in poche parole mi sta dando un taglio. Non conosce Enrique Ceva.

«ok, ottimo. Vorrà dire che ci faremo un aperifriends» le dico con un sorriso a trentadue denti.

«un cosa scusa?»

«un aperifriends» confermo. Come se fosse la cosa più naturale del mondo.

«sarebbe?» domanda con il sopracciglio inarcato.

«un aperifriends è una sorta di aperitivo tra amici con una particolarità, si può fare a qualsiasi ora» alla mia risposta accenna un sorriso. Bene è già un passo avanti.

«molto interessante, ma non è giornata. Sarà per un’altra volta. Grazie.» si rimette a camminare.

La seguo e mi pongo di fronte a lei «Lola che cosa hai?» le domando con tono sincero e allo stesso tempo preoccupato. In realtà so già cosa è successo, ovvero gli avvenimenti tra Nicholas e Lauren, immagino lei abbia visto quelle immagini. Purtroppo Lauren sa essere molto sfrontata quando si tratta di ciò che vuole e Nicholas doveva tenere conto di questo, conoscendola e sapendo le sue intenzioni. Per questo sono preoccupato, perché Lola è sola.
Mi dispiace vederla in questo stato, so cosa vuol dire vedere la persona che ami tra le braccia di un altro. Ho provato le stesse emozioni quando Lauren si mise con Nicholas e io rimasi il suo ragazzo segreto. La amavo follemente e penso di amarla ancora. Nonostante tutto io quella luce che illumina il mio cuore non riesco a spegnerla, vorrei riuscirci davvero, chiudere quel capitolo e andare avanti, ma purtroppo il cuore non ascolta la ragione.

«non è niente di importante. Passerà. Ora devo andare» si affretta a rispondermi tutta d’un fiato.

La osservo e mi si stringe il cuore. Comprendo benissimo il suo stato d’animo. Non la lascio sola, dopo Nicholas, io sono l’unica persona che ha qui, in questa città, in questo stato e in questo continente.

«vieni ti accompagno in macchina ovunque vorrai andare» mi osserva dubbiosa.

«guarda il lato positivo, ci arriverai prima se ti accompagno io invece di andarci a piedi» mi lancia un ultima occhiata e si avvia verso la macchina.

Lascio un sospiro di sollievo. Almeno sono riuscito a convincerla in una cosa. È veramente testarda.

«allora? Hai cambiato idea?» domanda voltandosi nella mia direzione. E io sono ancora qui fermo. Ritorno alla realtà e mi incammino verso la macchina.

«non ho cambiato idea. Andiamo!»
Dopo venti minuti di macchina siamo sotto al suo appartamento.

«ho bisogno di un favore» annuncia appena tolta la cintura di sicurezza.

«certo. Qualunque cosa per un’amica speciale»

«se puoi aspettarmi per poi accompagnarmi in un posto» è nervosa. Troppo nervosa. Lo noto dalle mani tremanti e gli occhi lucidi, velati dalle lacrime che vogliono sfociare sul suo viso come un fiume in piena.

«certo che posso. Ti aspetterò qui per tutto il tempo che vorrai. Se hai bisogno di altro non esitare a chiedere» accenna un mezzo sorriso per poi precipitare fuori dalla macchina e sparire nella struttura.

Non so dove voglia andare, ma qualunque posto vorrà raggiungere io la accompagnerò.

Dopo mezz’ora di attesa la vedo nel portone con una valigia nella mano sinistra e nella destra ha una busta che consegna al portiere.

Salutato il custode si avvia nella mia direzione, uno sguardo spento racconta tutta la sofferenza che sta provando.

«eccomi, scusa il ritardo» si accomoda sul sedile accanto al mio.

«nessun problema, dove andiamo di bello?»

«all’aeroporto. Grazie!» la sua risposta blocca le mie mani sul volante, giro il mio volto nella sua direzione in cerca di un’ulteriore conferma di ciò che ho sentito.

Lei ha rivolto il suo sguardo sul finestrino come se volesse memorizzare ogni particolare di ciò che la circonda in quest’istante.
Come faccio a farle cambiare idea? Non posso essere complice di questo passo, so che ho promesso di accompagnarla ovunque, ma non posso portarla all’aeroporto.


SPAZIO AUTRICE

Eccomi qui con un nuovo capitolo.
Vi aspettavate che parlasse Enrique?
Secondo voi riuscirà a convincere Lola a non partire?

P.s. grazieeee ❤️ per le vostre letture, stelline e commenti.

A presto.
😘

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