Capitolo 13

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184 fiori per te che sei il fiore più bello. N.R.”

“ti stai domandando perché 184 o chi sia N.R.?” questa voce è troppo familiare, mi giro ed è davvero qui davanti a me

“Nicholas”

“Si esatto N di Nicholas” sono senza parole

“cosa ci fai qui?”

“Non sei contenta di vedermi?”

“certo ma” non mi lascia il tempo di finire la frase che mi avvolge in un abbraccio

“Lo so ti devo spiegare tante cose. Mi sei mancata da morire”

“Anche tu”

“questa rosa è per te”

“perché 184 differenti tipi di fiori non bastavano giusto?”

“erano incompleti”

“incompleti?”

“Si. Sono 185 giorni che non ci vediamo” bene. Devo ammettere che l’essere pignoli è nella genetica dei Nic

“Nicholas dovrebbe arrivare il figlio della titolare”

“È già arrivato amore”

“E dov’è?”

“Davanti a te. Michelle Stewart è mia madre Lola”

“Cosa? Stai scherzando?”

“no. Vieni sediamoci ho un po' di cose da spiegarti"

"Direi proprio di si"

"Eh già! Non so da dove cominciare"

"Potrei farti delle domande e tu mi darai le risposte"

"Potrebbe andare.. dai facciamo così"

"Prima domanda. Michelle è realmente tua madre?”

“Si è realmente mia madre”

"altra domanda ci sei tu dietro la decisione di assumermi?”

“non realmente. Ho solo dato una mano al destino. Senza l’approvazione di mia madre nessuno viene assunto”

“Cosa vuol dire che hai dato una mano?”

“Ti spiego. Praticamente le giornate che abbiamo provato a Chicago sei stata filmata. Non fraintendere .. sei stata ripresa dalle telecamere che si trovano in tutta la struttura per la sicurezza e visto che mia madre è titolare di quella struttura ogni tanto viene a visionare i filmati in cerca di nuovi talenti. Le ho fatto trovare volutamente tutti quelli con te ed è impazzita voleva sapere tutto di te e voleva conoscerti a tutti i costi. Pierre le ha detto che ti trovavi in Italia. Visto che non abbiamo un buon rapporto mi sono fatto aiutare da Pierre con la scusa di farti un favore in quanto tu sei un talento vero senza menzionare la parte sentimentale. Così lui ha avuto l'idea di sponsorizzare quell'accademia di Milano e organizzare il casting al quale hai partecipato. Sono venuto a Milano per accertarmi che tu ci fossi il giorno delle selezioni"

"allora c'eri sul serio"

“Sapevo che te ne eri accorta”

“perché non mi hai detto nulla?"

"non potevo Lola.. non potevo per diversi motivi. Prima di tutto mia madre se avesse saputo che c'era un legame tra noi avrebbe mosso mari e monti per rovinarlo”

“perché?"

"perché ha dei preconcetti e fissazioni.. secondo lei dovrei sposarmi perché a 28 anni è giunta l'ora e la fortunata dev'essere dell'alta società e per lei ha già un nome"

"sarebbe?"

"l'avrai sicuramente conosciuta. Lauren"

"Lauren?" Che stupida è Lauren, me l’aveva già detto Enrique.

"mia madre stravede per lei .. noi siamo stati insieme per molto tempo”

“Lo so”

“come fai a saperlo?”

“Enrique”

“Enrique ha parlato con te di questa storia?”

“Si.. tua madre gli ha chiesto di farmi da autista in questi giorni ed abbiamo parlato”

“Mi stupisce che abbia parlato di questo con te comunque per accontentare mia madre ci ho provato a stare con lei, anche se non la amavo, non l’ho mai amata, ho capito cos’è il vero amore quando ho incontrato te, quelle sensazioni non le ho mai provate prima. Tornando a Lauren scoprì che mi tradiva e questo non potevo assolutamente sopportarlo e la lasciai ma nonostante ciò mia madre insiste che devo tornare con lei perché sono storie inventate da voci maligne che ci vogliono separare e per questo mi sono trasferito per un po’ a Chicago"

"quindi noi cosa stiamo facendo?"

"in che senso?”

“Mi stai dicendo che sei mezzo impegnato e mi corteggi. C’è qualcosa che non quadra”

“Non dire assurdità Lola, tu sei la cosa più bella che poteva capitarmi. Non sono impegnato con Lauren, la mia testa ed il mio cuore appartengono a te”

“e con tua madre come la metti? Mi hai appena spiegato come la pensa. Se domani le diciamo che ci amiamo e vogliamo provare a stare insieme penso che mi farà tornare in Italia immediatamente. Capisci in che posizione mi hai messa? Io ho creduto seriamente in questa opportunità ed ho voluto credere anche ad un probabile noi, ma ora non so a cosa credere. È tutto una bugia”
“hai ragione. Scusami”

“troppo facile chiedere scusa. Pensi che risolva le cose?” voglio andarmene da qui, mi sento manipolata e presa in giro. Sono una cretina.

“Dove vai? Aspetta”

“Lontano da qui” sbatto la porta e corro, non so dove perché non conosco nessuno e niente di questo posto ma corro finché ho fiato e forze. Come ho fatto a rivelarmi così ingenua? È bastato così poco per perdere la lucidità?

Ho corso così tanto che non so nemmeno dove mi trovo.

Vedo una biblioteca a me sconosciuta, non so nemmeno come ci sono arrivata qui.
So solo che sono lontana dalla mia famiglia, dai miei amici, per cosa?

Mi sono fidata troppo. Mi sono innamorata di una persona che non conoscevo e non conosco. Come ho potuto.
Sono arrabbiata più con me stessa che con lui.

Enrique mi sta chiamando

“Pronto”

“Ciao Lola, quando devo passare a prenderti?”

“Prendermi dove? Di cosa parli?”

“All’Accademia non mi hai dato un orario” sono troppo nervosa per ricordare cosa gli ho detto.

“Guarda sono già uscita”

“dimmi dove sei che passo a prenderti”

“tranquillo torno da sola” in realtà non so nemmeno dove mi trovo

“è tardi. Dammi l’indirizzo”

“Ok ti mando un messaggio”
Mandato l’indirizzo a Enrique mi siedo su una panchina.

Non faccio che pensare a quanto è successo. Non riesco a darmi una spiegazione logica.
“Dannazione non c’è una spiegazione logica” esclamo a voce alta

“In amore niente è logico” mi giro e mi trovo davanti Nicholas

“tu che ci fai qui?”

“Ti cercavo”

“eccomi trovata. Sto bene puoi andare”

“Lola capisco la tua rabbia ma la vedi questa tua reazione?”

“è sbagliata vuoi dire?”

“no voglio dire che se ti avessi detto tutto prima tu non saresti qui ora”

“Oh ma non sarò di certo qui domani”

“Non dirlo nemmeno per scherzo Lola”

“Io non scherzo Nicholas. Mi hai presa in giro, mi hai manipolata. Non ci sto un giorno in più qui”

“Amore.. l’ho fatto per amore”

“non chiamarmi amore. Vai dalla tua Lauren e tanti auguri e figli maschi”

“io vorrei una femmina”

“allora tante femmine”

“Uguale a te. Identica. Potrei impazzire”

“Poco male sarà uguale a Lauren o a te”

“Non scherzare Lola. Veramente ti voglio. Lascia stare mia madre, Lauren. Pensa a noi”

“Ma sei lucido? Quale noi? Dovrei lavorare con la tua ex fidanzata, o amante, o ragazza, non saprei come definirla, anzi trovato la tua promessa sposa, ed essere felice. Ti rendi conto di cosa dici?”

“Ascolta, il progetto non la riguarda. Ci siamo io e te. Faremo questa tournée. Così tu sarai conosciuta nel territorio per le tue abilità uniche e dopo questo contratto ci distacchiamo da mia madre se non ci accetta come coppia”

“Fino a quel giorno come ci comportiamo?”

“ai suoi occhi come due professionisti che collaborano” faccio un sorriso di amarezza, c’è tanta amarezza in questa storia.

“Avevo immaginato un altro tipo di storia”

“ci sarà basta che ti fidi di me”

“mi sono fidata ed ho ricavato tante bugie”

“sono state omissioni a fin di bene e solo per portarti qui. Dammi una possibilità Lola. Non ti farò mai pentire”

“Non lo so” mi si avvicina accarezzandomi i capelli, ma mi allontano, voglio ragionare a mente lucida.

“mi ero immaginato un primo incontro diverso da questo” dice

“Anche io”

“vieni ti accompagno a casa”

“Sto aspettando Enrique”

“Non verrà. Gli ho detto io di chiamarti perché sapevo che non mi avresti risposto”

“Allora prenderò un taxi”

“Lola è tardi, ho la macchina qui, andiamo” accetto solo perché sono esausta

“Ok accetto solo perché sono stanchissima”

“Va bene”

Saliamo in macchina e nessuno dei due parla. Quando ci fermiamo ad un semaforo sento il suo sguardo su di me ma non proferisce parola. Lui sa quando parlare e quando stare in silenzio. In poco tempo ha capito troppe cose di me. Non posso negare che provo qualcosa di forte per lui, ma avrei preferito mi spiegasse tutto prima. Ma poi io sarei qui?

Io non sarei qui, ha ragione Nicholas. Lui mi capisce prima che io capisca me stessa. Come fa?
Comunque non glielo dirò. Si monterebbe troppo la testa.

“siamo arrivati” esclama, rompendo il silenzio tra di noi

“bene”

“Ti porto su i fiori”

“Non lì voglio”

“Non si rifiutano i regali”

“Buonanotte Nicholas”

“Lola hanno bisogno di te non possono stare in macchina”

“Portali a casa. Chi ha detto che devono stare in macchina?”

“Ma io non vado a casa”

“Perché?”

“non ho le chiavi, per correre dietro a te ho dimenticato le chiavi dentro l’accademia” oh fantastico!

“Dormirai in macchina?” fa troppo freddo

“Proverò a vedere se trovo una stanza in qualche hotel”

“Puoi dormire sul divano se vuoi”

“Divano?”

“Si nel mio appartamento c’è un divano, se ti va ci puoi dormire”

“Perfetto, grazie”

*****

“Tieni questa coperta. Buonanotte”

“buonanotte”

La casa è piena di fiori. Nicholas dorme nell’altra stanza e io continuo a girarmi sul letto. Gli ho detto che me ne sarei andata, ma non è quello che voglio. Il mio sesto senso dice che dovrei fidarmi di lui.

Sono passate due ore da quando mi sono messa in questo letto ma non riesco ad addormentarmi.

Sento Nicholas che bussa alla porta della mia camera.

“Lola dormi?”

Chiudo gli occhi e faccio finta di dormire.

© TU SEI IL MIO INFINITO #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora