Epilogo

644 51 93
                                    

Sono rientrata in Italia, con l'aiuto di Enrique, ho potuto sostenere quel viaggio. Gliene sono grata, non sono riuscita a dirglielo ma spero un giorno di poterlo fare. Appena arrivata a casa mi sono rinchiusa in camera mia. Non per riposare, anche se ne ho parecchio bisogno.

Devo costruire il puzzle.

Devo sapere che messaggio contiene.

Era da parte di Nicholas, ho bisogno di scoprire, è l'unica cosa mi fa andare avanti, un appiglio a cui aggrapparmi prima di crollare definitivamente.
So che senza lui non posso andare avanti, non ci riesco.

I miei piani di vita erano con lui, come faccio a trasformarli per me?


Non ho abbastanza forze per farlo.

Inizio a costruire una parte del puzzle, è la nostra primissima foto scattata a Chicago.
Quella era l'ultima sera delle mie vacanze.

Flashback


«Come mai questa recita?»


«Volevo passare un po' di tempo con te. Visto che si avvicina la tua partenza»


«Ma siamo quasi sempre soli»


«Hai detto bene quasi. Ho tolto il quasi stasera siamo io e te.»

Al ricordo di quella sera il pianto è, ormai, il mio compagno fedele.


Continuo ad attaccare i pezzi, nonostante la vista offuscata dal pianto.
Fa capolino la foto all'aeroporto, dopo il nostro primo bacio.

Flashback


«Nicholas?? Che ci fai qui??»


«Aspettavo te bellissima»


«Davvero? Sei qui per me?»


«Certo!!!Da stamattina. Volevo essere il ricordo dei tuoi ultimi istanti a Chicago.»

La mia mano inconsciamente si appoggia alle labbra, chiudo gli occhi e cerco dentro di me le sensazioni provate quel giorno.

La foto che appare ora in questo puzzle sono le scatole con le sorprese che aveva creato.
Quanto le ho amate!


Sono state il legame più bello in una distanza immensa.

Ed ecco la foto con i centottantaquattro fiori ricevuti al mio arrivo a New York.

Continuo a ricomporre i pezzi, ho già notato delle lettere, rivedere le foto di noi è una grande sofferenza, ma per scoprire cosa ha scritto lo devo fare.

Ha seguito l'ordine degli avvenimenti, ecco qui la foto della nostra prima cena, cucinata da lui.

Flashback


«ti amo Nicholas Ryan con tutta la purezza del mio cuore e della mia anima, ti amo come non ho mai amato prima d'ora e come non pensavo di poter fare.»

Ricordo come se fosse ora la mia dichiarazione d'amore, è stata reale e spontanea. Lui era reale, noi lo eravamo e ora cosa siamo? Perché è finita così?

La felicità non è eterna.

La felicità è un attimo, come un soffio di vento, ti accarezza e scivola via.


Scivola come la sabbia tra le mani, come l'acqua sul corpo e non la puoi trattenere.


....

«Lola tutto bene? Vieni a mangiare qualcosa?» la voce di mia madre mi riporta alla realtà. Mi guardo intorno e noto che mi ero addormentata e non ho ancora finito il mio puzzle.

«no mamma. Devo finire il puzzle.» rispondo con la bocca ancora impastata dal sonno.

«Lola tesoro non mangi praticamente nulla da giorni, quel minimo che hai mangiato lo hai rimesso, conviene che ci facciamo qualche controllo e vedere se va tutto bene.» non va bene niente.

Oh mamma se sapessi come soffre il mio cuore.

L'angoscia che mi tormenta.

Lo strazio che si è appropriato del mio corpo non esiste medico che possa curarlo.

«devo finire il puzzle. Per favore lasciami sola. Grazie.» esce in silenzio chiudendosi la porta alle spalle. Per fortuna è abbastanza comprensiva.

Riprendo il puzzle e riesco a costruire un'altra immagine. Io e Nicholas alla casa di legno, il luogo dove siamo diventati Noi.

Nonostante la scia di lacrime continuo la ricostruzione delle immagini.

Eccoci qui a ballare la nostra canzone alla serata per la presentazione del nostro progetto. Avevamo litigato, ma ricordo benissimo i pochi attimi che ballammo.

Flashback


«grazie per questo ballo. Avevo richiesto io questa canzone, la nostra canzone. Ora devo andare. Ho un volo da prendere. Ciao Nicholas.»

Quanto mi era mancato in quei giorni, non quanto ora. Forse perché all'epoca sapevo che lo avrei rivisto, ma ora non lo rivedrò più.

È quasi terminato questo puzzle, che avremmo dovuto costruire insieme.

Mancano gli ultimi pezzi.

È la fotografia che abbiamo scattato una sera prima dell'ultimo spettacolo.

Quella sera facemmo l'amore per l'ultima volta. Eravamo a Chicago per il weekend.


Lì dove tutto è iniziato, involontariamente, si è concluso.

Ripongo l'ultimo pezzo e osservo il nostro viaggio d'amore.


Troppo breve.

Qualcuno bussa alla porta della mia stanza e mi distrae dai ricordi.

«avanti!» dico

«disturbo?» domanda Luna. Non ci siamo ancora parlate da quando sono tornata.

«no, vieni.» rispondo.

«hai finito il puzzle?» chiede.

«si, finito.» annuncio malinconica.

«quale era il messaggio di Nicholas?»

«voleva dirmi..» le lacrime iniziano a rigarmi il viso «ha scritto» aggiungo disperata.


«ha scritto TU SEI IL MIO INFINITO.»

Spazio autrice:
Non mi sembra vero aver terminato questa storia.
Ammetto che questa fine è sempre stata nella mia testa fin dall'inizio, cercavo il modo migliore per riportarla.
Spero di esserci riuscita.
Spero vi sia piaciuta e vi abbia emozionati.
Grazieeee infinitamente a ognuno di voi, a chi segue ogni aggiornamento dall'inizio, a chi è arrivato in corso di scrittura e a chi arriverà dopo.
Grazie veramente. ❤️❤️
😘


© TU SEI IL MIO INFINITO #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora