capitolo 16: quello che tu non sei

60 6 2
                                    

Per giungere alla tomba di Horus nascosta nel deserto più ostile e profondo occorrevano più di 10 giorni.
Era l'alba dell'ottavo giorno Jennifer e Ahmanet, provate dal viaggio avanzavano in groppa ai loro cavalli
nel deserto, quasi senza mai fermarsi, fino a quando Ahmanet non sentì qualcosa di strano che attirò la sua
attenzione:«Fermati» disse Ahmanet a Jennifer, «Cosa c'è?» chiese Jennifer.
«Taci» disse guardandosi attorno lentamente, sentì dei passi nella sabbia ma non vide nessuno, erano così vicini.
Jennifer si guardò attorno, ma niente, Ahmanet si drizzò e lentamente si girò verso Jennifer:«Non muoverti
per nessun motivo, non respirare se necessario» disse sguainando la lancia e avvicinandosi lentamente a
Jennifer
"
«Che stai facendo Ahmanet?» chiese Jennifer portando la mano al suo pugnale.
Ahmanet si fermò: «Niente solo allucinazioni» disse voltandosi di spalle ritraendo la lancia e impugnando il pugnale.
Sospirando si rigirò di scatto lanciando il suo pugnale contro Jennifer che centro in pieno petto.
Jennifer si guardò il pugnale conficcato nel petto e cadde da cavallo, Ahmanet prese velocemente il suo arco
e incoccò una freccia e lentamente si avvicinò a Jennifer che respirava a fatica e perdeva molto sangue
persino dalla bocca:«Perché...?» disse Jennifer.
Ahmanet si chinò verso di lei e afferrò il pugnale saldamente:«Perché tu non sei Jennifer» disse estraendo di
colpo il pugnale e voltandosi in direzione del suo cavallo «fermati non puoi lasciarmi così!! Non ricordi ti servo viva!!» disse urlando con tutte le sue forze.
Ahmanet riflettè:«Si è vero... ma tu non sei Jennifer» disse tendendo l'arco e, voltandosi di scatto fece
scoccare la freccia.
La freccia si conficcò nella fronte di Jennifer che cadde a terra sbattendo la testa al suolo senza vita.
Ahmanet ripose l'arco, il corpo di Jennifer divenne sabbia, Ahmanet venne bloccata da delle forze invisibili
al collo, braccia e gambe, una figura fatta di sabbia senza identità si rivelò ad Ahmanet, che urlò«Demoni del
deserto...servitori di Seth».
«Al nostro padrone non piace che i traditori scorrazzino liberamente sul suo territorio. Noi siamo i guardiani
del deserto e ubbidiamo e serviamo il nostro padrone. Ti chiederai dove sia la tua amica? È in compagnia
con qualche mio amico, è in buone mani te lo assicuro, il nostro padrone ha ordinato di non torcerle un
capello, ma c'è un conto in sospeso con te a quanto pare» disse, il pugnale di Seth apparve nella sua mano
destra, e lo puntò lentamente al collo di Ahmanet. Altri demoni fatti di sabbia presero vita sorgendo da terra.
«Ti fa sentire forte impugnarlo vero? Senti il potere che ti scorre dentro...si è potente, molto
potente» disse Ahmanet.
«Quanto potente?»
«Più di quanto immagini più potente del tuo padrone se usato da colui che ne è degno» disse Ahmanet.
Il demone del deserto trafisse Ahmanet al fianco destro con il suo stesso pugnale, ma Ahmanet trattenne il dolore: «Pensi che verrai ricompensato se mi consegnerai al tuo padrone? Rifletti non ti ha mai dato niente. E tu nonostante questo ti ostini ancora ad eseguire i suoi ordini, sei costretto ad eseguirli, perché sai che non puoi scappare da lui, sei legato a lui, ma puoi ancora scegliere da che parte stare, puoi ancora liberarti da questa schiavitù, fa la tua scelta» disse Ahmanet.
La figura sembrò esprimere tristezza abbassando il capo in segno di ripensamento.
Estrasse dal fianco destro di Ahmanet il pugnale e con un cenno della mano disse ai suoi seguaci di lasciarla
andare.
Le porse il pugnale, ma Ahmanet non fece in tempo ad afferrarlo che il demone lo lancio lontano.
La sua espressione era nuovamente dura e ad un suo novo cenno i demoni del deserto bloccarono Ahmanet
questa volta a terra.
Il demone del deserto si abassò verso di lei «Il potere immenso lo possiede il mio padrone, conosco le tue
strategie Ahmanet, sei come me egoista arrogante assetata di potere» disse.
Dalle dita della sua mano gli artigli neri cominciarono ad allungarsi «Il mio padrone ti vuole morta, come
prova della mia fedeltà strapperò con le mie stesse mani dal tuo petto il tuo cuore di pietra!»disse affondando
gli artigli nelle carni di Ahmanet.
Era impossibile anche per Ahmanet trattenere il dolore. Cercava di divincolarsi, ma era impossibile, era
finita, sarebbe morta così da vigliacca senza aver potuto rimediare ai propri errori.
In quel momento quando sembrava ormai la fine, una spada bronzea trafisse il demone del deserto che si
dissolse in un urlo straziante assieme ai suoi seguaci a loro volta trafitti allo stesso tempo.
Davanti ad Ahmanet inponente stava una figura vestita con un'armatura fatta da placche di bronzo scuro che
adornavano il petto di una tunica di stoffa con gonnellino grigio con sandali di cuoio chiusi ai piedi e due
spade bronzee in mano.
La figura portava al collo un ciondolo con la raffigurazione del dio Anubi sotto forma di sciacallo e delle
protezioni di cuoio anch'esse grigie scure ai polsi.
Ahmanet non riusciva a scorgerne il volto che era coperto da una maschera a forma di testa di sciacallo.
La figura le tese la mano destra per aiutarla ad alzarsi, lei lo guardò con sguardo serio e accettò l'invito
alzandosi a fatica.
Con un movimento rapido estrasse la spada dal fodero del guerriero, che venne colto di sorpresa.
Ahmanet ne approfitto per schienarlo a terra e puntandogli la spada ricurva bronzea al collo chiese :«Chi sei
tu?» chiese ringhiando
Il guerriero rimase calmo, ma Ahmanet percepì la sua paura interiore:«Sei abile a reprimere la tua paura»
«Anche se percepisci le mie emozioni sappi che non ho paura di morire. Siamo qui per aiutarti. Abbassa
quella spada» disse.
La sua voce era autoritaria. Ahmanet gli strinse la lama al collo, sapeva che la vedeva in modo diverso dalla
realtà, come una ragazza normale, era lei a volerlo.
Il guerriero non doveva sapere chi fosse veramente, non gli avrebbero mai permesso di andarsene altrimenti.
Sentiva che il tempo stava per compiersi, era vitale per lei trovare la tomba di Horus.
Solo Horus poteva sconfiggere Seth e la sua armata nera ristabilendo l'ordine tra il bene e il male, solo così
avrebbe rimediato agli errori commessi nella sua prima vita.
Decise di abassare la spada ormai sicura di avere il controllo mentale sul guerriero, quest'ultimo si alzò da
terra.
Ahmanet gli ridiede la spada,il guerriero la riprese e insieme all'altra, le roteò portandole dietro la schiena
riponendole nelle fodere.
Guardò negli occhi il guerriero che rimaneva impassibile e calmo, Ahmanet fece un cenno di ringraziamento con la testa, il guerriero ricambiò imitando il suo gesto e il guerriero porse il pugnale di Seth ad Ahmanet che accettò
senza troppe preoccupazioni:«Dov'è Jennifer Halsey?» chiese in egiziano antico.
Il guerriero alzando un braccio indicò di lato a destra, in lontananza, altri tre guerrieri vestiti di nero che
portavano al collo la stessa collana, ma maschere differenti, che aiutavano Jennifer a camminare poiché era stordita, piena di graffi, si teneva una mano sullo stomaco e zoppicava.
Dei guerrieri, uno portava la maschera di Thot arco e faretra, un altro portava la maschera della dea Sekhmet
due asce leggere da combattimento dietro la schiena, il terzo aveva una maschera di Sobek e una lancia
scintillante in mano.
Ahmanet riconobbe i guerrieri, facevano parte sicuramente dell'ordine delgi Eletti, i protettori dell'Egitto.
Chiese comunque allo sciacallo «chi siete e cosa ci fate in mezzo al deserto».
Lo Sciacallo la guardò e fiero le disse «Siamo gli ultimi guerrieri dell'ordine degli Eletti, protettori delle due terre dal fertile delta del Nilo fino all'ostile deserto Desheret. Viviamo nell'ombra. Da giorni l'oracolo della nostra tribù ha delle visioni di morte e distruzione,
di qualcosa che destabilizza l'ordine delle cose. Il bene e il male si riaffronteranno, la morte è tornata a
camminare sulla terra. Ci ha evocati e predetto di venire in questo luogo per incontrare una donna ed un
essere dotato di poteri sovrannaturali e per affrontare i demoni del deserto, servi di Seth. Il loro ritorno vuol
dire solo una cosa, Seth è di nuovo tra i vivi ed è ogni giorno più forte. Bisogna fermarlo».
Improvvisamente il guerriero dalla maschera di sciacallo si drizzò tremando, qualcosa d'invisibile gli serrava
la gola, non riusciva a raggiungere le spade, tentava di liberarsi con la forza delle sue braccia.
Crollò a terra sprofondando nella sabbia, Ahmanet riuscì ad afferrare la sua mano all'ultimo.
Una lama di sabbiaa gli trapassò il petto provocandogli un dolore insopportabile, lo sciacallo grigio urlò.
Ahmanet lo tirò fuori in tempo, ma il guerriero stava ancora soffocando, Ahmanet gettò della sabbia addosso
al collo del guerriero rivelando un serpente invisiblie che lo stava stritolando.
Ahmanet sguainò la lancia, e la conficcò sulla testa del serpente invisibile che lentamente allentò la presa dal collo cadendo a terra:«che è successo qui?» disse una voce tuonante e quasi furiosa da dietro la
maschera di Sobek che accorse accanto ad Ahmanet:«Sei stata tu?! Tu gli hai fatto questo?!» chiese puntando
la lancia al collo di Ahmanet:«Parla ragazza»
Ahmanet si trattenne, avrebbe potuto sopraffare anche se con qualche difficoltà gli oscuri guerrieri che aveva incontrato sul cammino.
Non voleva farsi scoprire qualcosa le diceva che non erano li per caso, per cui rispose«No guerriero».
Il guerriero affondò ancora di più lama:«Non ti credo» disse serio
«Non sta men-ten-do è vero» disse lo sciacallo grigio:«la sci-ala an-da-re non ha colpa» continuò
incominciando a tossire.
Il coccodrillo abassò diffidente la lancia dal collo di Ahmanet.
Jennifer mezza stonata era appoggiata alle spalle dei due guerrieri che gentilmente si erano offerti di aiutarla.
«Posso curarlo ma non qui» disse il guerriero dalla maschera di Thot, guardando lo sciacallo :«E' una ferita complessa e pericolosa, sta rischiando di morire, ogni secondo che passa perde sempre più sangue».
«Qui non è si..curo» disse il guerriero dalla maschera di sciacallo gemendo per il dolore:
«Devi continuare a respirare lentamente» disse il guerriero dalla maschera di Thot.
il coccodrillo aiutò lo sciacallo grigio caricandoselo sulle spalle, fece un fischio e un cavallo marrone scuro
sellato con indosso una coperta nera che gli copriva la schiena accorse alla chiamata del suo padrone.
il coccodrillo mise il guerriero ferito in groppa al suo cavallo, gli altri seguirono il suo esempio chiamando a sé i loro cavalli.
I guerrieri, Jennifer e Ahmanet cavalcarono tutto il giorno.
Gli Eletti condussero Jennifer ed Ahmanet in un tempio sperduto di Sekhmet la dea della medicina e della guerra.
La sala principale decorata con formule magiche in geroglifico segnati dal tempo lasciavano spazio alla maestosa e colossale statua della dea Sekhmet, davanti ad essa una vasca rettangolare con inciso sul fondo l'Ankh dorato.
Era riempita di acqua limpida, il coccodrillo teneva tra le braccia il guerriero :«mettilo lì» disse il guerriero
dalla maschera di Thot, indicando una stuoia rosa sbiadito.
Il coccodrillo poggiò con delicatezza il guerriero «devo togliergli la maschera o farà ancora più fatica a
respirare» disse.
I due guerrieri si guardarono in faccia e annuirono, il coccodrillo alzò lentamente con tutte e due le mani la maschera da sciacallo, rivelando una ragazza dai capelli e occhi castani «una ragazza.....» disse Ahmanet
osservandola «ti prego aiutami» disse a fatica.
«Devi calmarti respira profondamente» disse il coccodrillo «che cosa facciamo adesso?» chiese.
«Dovete tenerla ferma» disse Ahmanet.
I tre guerrieri guardarono Ahmanet poi il coccodrillo si voltò verso di lei e annuì.
Il leone e il coccodrillo bloccarono la ragazza alle braccia e gambe,
Ahmanet si avvicinò lentamente ai guerrieri e alla ragazza, «mi servono delle erbe mediche, una ciotola, delle
bende, e dell' Acqua e in fretta!!!» disse Ahmanet.
I due guerrieri portarono tutto il necessario ad Ahmanet, intinse l'erba medica nell'acqua dentro una ciotola e la fece bere alla ragazza per farle diminuire il dolore.
Disinfettò la ferita lavandola con altra acqua medica e la scosparse con creme a base di erbe mediche.
Impose le mani sulla ferita e recito delle formule in egiziano antico, poi avvolse la ferita con bende di lino
«devi riposare» disse prendendone il controllo mentale «riposa» continuò e lentamente la ragazza chiuse gli
occhi abbandonandosi ad un lungo sonno i guerrieri si guardarono come per darsi delle spiegazioni.
«Il deserto è pieno di pericoli avverto qualcosa di oscuro, farò io la guardia questa notte» disse Ahmanet.
«E tu come puoi saperlo?» chiese il leone, ma Ahmanet non gli rispose e continuò «dovreste riposarvi tutti,
dovete essere in forze per ripartire» disse rivolgendosi ai tre guerrieri ed a Jennifer affaticati per la cavalcata.
Ahmanet aveva ragione dopotutto, si ritirarono nelle sale del tempio per riposare.
I guerrieri condussero Jennifer nei dormitori del tempio che in passato avevano uno scopo ben diverso, e in
poco tempo sprofondarono nel sonno.
L'unica ancora in piedi era Ahmanet che si era offerta di fare la guardia, il sole era ormai tramontato da
molto tempo.
Il tempio era sprofondato nel silenzio, Ahmanet sorvegliava l'entrata guardando la luna.
La notte trascorreva silenziosa, quando colta
di sorpresa, Ahmanet vide la ragazza alzarsi dalla stuoia, tenendosi la ferita con la mano sinistra e,
zoppicando si dirigeva verso la sorgente ai piedi della grande statua di Sekmet.
«Non dovresti essere alzata, sei troppo debole devi riposare ancora» disse Ahmanet.
«Portami lì vicino» chiese la ragazza, Ahmanet accompagnò la ragazza alla vasca essa si sedette vicino il bordo della vasca osservando il suo riflesso.
Ahmanet incuriosita osservava la ragazza, che si voltò a guardarla.
«Perché mi hai salvato?»chiese Ahmanet.
«Era la cosa giusta da fare e ciò che ci aveva predetto l'oracolo» disse la ragazza.
Ahmanet la studiò attentamente con lo sguardo:«E....che cos'altro ti ha detto l'oracolo?».
La ragazza si guardò la ferita che stava rimarginando rapidamente e intui di avere di fronte l'essere dai poteri soprannaturali di cui parlava l'oracolo e sostenendo lo sguardo di Ahmanet disse «ho un messaggio per te...
tempesta rossa violenta, occhio vigile osserva, sfiora la sua lama e a caro prezo la verità e la speranza
trionferanno, come un respiro soffocato» disse la ragazza.
«È un enigma?»
«Una specie»
«Cosa ti spinge a combattere?» chiese Ahmanet,
La ragazza si fermò dando le spalle ad Ahmanet.
«Perché combatto? Per difendere i deboli e i giusti dai prepotenti e dalle ingiustizie» disse voltandosi.
Alzò lo sguardo verso di lei, gli occhi di Ahmanet erano penetranti, rivide in un solo secondo tutta la storia del guerriero.
La ragazza era sconvolta e la paura le percorse la spina dorsale:«come fai a....» chiese tremante
«Vedere il tuo passato?» disse Ahmanet, la ragazza sgranò gli occhi e disse «Tu puoi....» continuò
«leggere i tuoi pensieri?» disse Ahmanet.
Ahmanet sorrise malignamente, la ragazza in preda al panico si alzò di scatto da terra tentò di scappare, si voltò indietro per guardarsi le spalle Ahmanet era
scomparsa.
Si voltò nuovamente in avanti e Ahmanet era lì di fronte a lei.
Lo sciacallo grigio frenò la sua corsa respirando a fatica, estrasse le sue spade.
«Non vorrai combattere contro di me?» disse Ahmanet.
«Non conosco le tue intenzioni, non so chi sei o cosa tu sia in grado di fare» disse, ma qualcosa la bloccò, la sua vista si appannò improvvisamente
lasciò cadere le spade a terra «che cosa mi stai facendo?» disse cadendo in ginocchio a terra.
Ahmanet le si avvicinò e le disse «dimmi...dov'è? Dove si nasconde?»
«no.....mai»disse cercando di resistere al controllo mentale, dei passi riecheggiavano dietro di loro, Ahmanet e la ragazza si voltarono, gli altri tre guerrieri con la maschera di Sobek, Sekhmet e Thot con le armi in mano fissavano immobili Ahmanet e la ragazza.

La Mummia: Il risveglio della Luna  (Fan Made)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora