Capitolo 11:Destino crudele

49 4 2
                                    

I cavalli di Jennifer ed Ahmanet galoppavano senza sosta da ore il sole era vicino al tramonto.
Jennifer aveva gli occhi infastiditi dalla sabbia e dal vento afoso che le carezzava il viso. Ahmanet
nonostante non avesse bevuto e mangiato dopo un faticoso combattimento sembrava al pieno delle sue forze,
galoppava sicura di sé, restando sempre in silenzio senza mai dare confidenza a Jennifer, parlava solo
quando necessario.
C’era qualcosa che non andava in Ahmanet da quando si era rimessa a galoppare, qualcosa l’aveva confusa,
cercava di non mostrarlo a Jennifer.
Sembrava spaventata dalla direzione che stava prendendo, ma proseguiva lo stesso. Jennifer stava per
chiudere gli occhi e mollare le redini del cavallo per la stanchezza, ma una mano la fermò per la spalla destra
di colpo.
Jennifer si riprese e scosse la testa per concentrarsi e continuare a galoppare.
Ahmanet l’aveva destata, aveva capito che stava per cadere da cavallo, continuò a guardare Jennifer mentre
galoppava, ma restava sempre concentrata.
Ahmanet si rigirò a guardare dritto seria, la notte iniziava ad oscurare il cielo e far sorgere le stelle, in
lontananza, delle macerie di una città antica iniziavano ad intravedersi nascoste dalla sabbia, ma perché
Ahmanet si dirigeva lì? Cosa cercava in una città distrutta?
Finalmente arrivarono all’entrata della città, ormai le tenebre erano calate lasciando posto ad un cielo
stellato.
Ahmanet e Jennifer rallentarono il galoppo e si fermarono, scesero da cavallo e Ahmanet seguita da Jennifer
cercava con lo sguardo qualcosa disperatamente, restava vigile e attenta in allerta di qualcosa, ma niente.
All’improvviso Ahmanet si girò di scatto sentendo una voce da lontano, ma non c’era nessuno.
Quella voce ora le si faceva sempre più forte e più chiara “ vieni da me, avvicinati”.
Ahmanet avanzò seguita da Jennifer che non capiva dove stesse andando e cosa stesse succedendo.
In lontananza una figura maschile guardava dritto negli occhi Ahmanet.
Era Seth, Seth era lì, era stato lui a farsi trovare da Ahmanet.
Ahmanet era incredula, appena capì che era lui rimase immobile, voleva corrergli incontro, ma non sarebbe
stato opportuno, quindi continuò a camminare lentamente.
Qualcosa sfiorò Ahmanet, sembrava una freccia, ma Ahmanet non capì cosa fosse esattamente.
Si girò e vide che quella freccetta era finita conficcata nel collo di Jennifer che la staccò dal collo la guardò e
dopo pochi istanti crollò a terra priva di sensi.
Ahmanet prese la freccetta e la guardò attentamente, poi la lasciò cadere a terra e sguainò la lancia, sentì un’altra freccetta arrivargli in contro, Ahmanet si protesse con la lancia e le mani, la freccetta si conficcò nel
bastone rosso scuro lucente della lancia.
Ahmanet la staccò dalla lancia e la buttò a terra cercò di guardarsi intorno per capire chi lanciasse quelle freccette, ma non vedeva nessuno.
Seth continuava a guardare da lontano Ahmanet, che continuo ad avanzare verso di lui.
Un’altra freccetta colpì Ahmanet al bracciò, la strappò violentemente lasciandola cadere a terra.
La vista le iniziò ad appannarsi, ma continuò a camminare verso Seth, ormai era vicina, vicinissima a lui lo
stava per raggiungere.
Altre tre freccette si scagliarono contro Ahmanet, una la deviò con la lancia, l’altra si conficcò nel collo e la terza nella gamba sinistra.
Ahmanet continuava a proseguire ignorando il dolore che proveniva dalle freccette conficcate nelle carni, ma la vista le si fece sempre più sfocata, quasi da non riuscire a vedere più nulla.
Ahmanet cadde in ginocchio, si rialzò e continuò a camminare, ma il sonnifero con cui erano impregnate le freccette, cominciava a fare effetto.
Ahmanet cadde a terra , il pugnale di Seth le scivolò dalle mani, non riusciva più a resistere all’effetto del
sonnifero, chiuse gli occhi lentamente guardando la figura sfocata di Seth che si allontanava dandole le
spalle.
Ahmanet allungò la mano come per cercare di fermarlo, ma non ne aveva più le forze e cadde in un sonno
profondo;
Ahmanet venne svegliata dal crepitio di un fuoco, si ritrovò in una stanza illuminata dal caldo bagliore del
fuoco.
La stanza era decorata con scene di caccia su un lago e il soffitto decorato con un cielo stellato, era distesa su
un comodo letto bianco, si alzò con le idee confuse, non capiva dove si trovasse e cosa fosse successo dopo
che era stata addormentata.
In lontananza vide un’uscita, ma si accorse che non aveva il pugnale di Seth, era sparito.
Eppure prima di svenire era lì davanti ai suoi occhi, Jennifer era scomparsa.
In quel momento Ahmanet pensò solo ad uscire da lì, si diresse verso l’uscita e davanti a lei una figura
maschile seduta su un trono d’oro l’aspettava guardandola dritta negli occhi e tenendo nella mano sinistra il pugnale di Seth.
Alla sinistra del trono, più in basso, un uomo gli faceva da guardia, era Vail, il soldato, l’amico del suo
prescelto.
Seth era davanti a lei seduto su quel trono dorato, era proprio come l’aveva visto nella visione, petto nudo,
muscoloso, gonnellino di lino bianco avvolto da un gilogombi marrone di cuoio decorato con pietre preziose
rosse, bracciali di cuoio nero ai polsi, sandali di cuoio marroni e gli occhi sdoppiati blu-scuro, che la
guardavano dritto negli occhi.
Ahmanet rimase paralizzata non sapendo cosa fare. Cominciò ad avanzare verso Seth molto lentamente.
Quando gli fu’ vicino s’inginocchio davanti a lui senza guardarlo in viso tenendo lo sguardo rivolto verso il
basso, non sapeva cosa dire, né come comportarsi.
Seth si alzò e scese dal trono avvicinandosi ad Ahmanet s’inginocchiò di fronte a lei e le alzò dolcemente il viso con la mano destra «sei venuta da me finalmente, mia adorata» disse con una voce profonda.
Ahmanet lo guardò dritto negli occhi senza dire una parola, Seth lasciò dolcemente il viso di Ahmanet e si
alzò in piedi  «alzati, mia prescelta», Ahmanet si alzò lentamente finendo faccia a faccia con Seth che la
strinse dolcemente tra le braccia.
Ahmanet rimase stupita e assecondò dolcemente l’abbraccio di Seth, poi distaccò Ahmanet dolcemente e le
riconsegnò il pugnale «hai scoperto il suo segreto, sei abile» disse Seth. Ahmanet sorrise leggermente, poi si
ricordò di Jennifer.
Jennifer, per fortuna era sparita al momento giusto penso Ahmanet, se Seth l’avesse vista avrebbe pensato
che Ahmanet la stesse tradendo.
«stai pensando a qualcosa, mia adorata, o qualcuno?» chiese Seth avvertendo la paura crescente di Ahmanet
«non è niente mio re» disse guardando verso il basso.
Seth capì e il suo sguardo s’incupì «stai pensando a lei, tu l’hai portata da me viva, perché l’hai salvata? Ti
serve viva per la sua forza non è così? Allora ti condurrò da lei, seguimi»
Seth andò all’interno di una caverna seguita da Ahmanet, in fondo alla caverna c’era una porta con su
scolpiti dei geroglifici.
Seth si diresse verso quella porta, pronunciò una formula magica in Egiziano antico e la porta si aprì
lentamente, entrarono e ciò che Ahamanet vide se lo aspettava: davanti a loro il vuoto che sprofondava nelle
tenebre, al centro di quel vuoto, tenuta sospesa da delle lunghe catene rosse attaccate ai quattro lati delle
pareti c’era Jennifer.
Incatenata alle gambe e ai polsi, respirava a malapena il suo volto era pallido, i suoi capelli e i suoi vestiti
erano cosparsi di piccoli cristalli di ghiaccio l’aria era fredda.
Persino Ahmanet riusciva a percepire il freddo, il suo respiro condensava nell’aria  «è in stato d’ipotermia,
sai che cosa significa? La sua temperatura corporea è troppo bassa per resistere al freddo ciò le causa un forte
stato d’incoscienza» disse Seth avanzando verso il vuoto, Ahmanet rimase indietro a osservare, sotto i piedi
di Seth si materializzò della sabbia che lo sosteneva.
Seth si fermò a metà strada tendendo la mano ad Ahmanet che avanzò affiancandosi a Seth, la sabbia si
materializzava sotto i loro piedi come un ponte verso Jennifer priva di sensi.
Una volta arrivati, Seth avanzò di un passo rispetto ad Ahmanet, scosse la testa di scatto voltandosi verso di
lei.
Ora i suoi occhi erano marroni non più sdoppiati, era il suo prescelto, Ahmanet si impaurì vedendolo non
sapeva cosa fare restò immobile senza mai alzare lo sguardo«non aver paura, lui è sotto il mio controllo non
può farti del male» disse la voce di Seth
Ahmanet alzò lo sguardo, era così reale, aveva veramente creduto che fosse il suo prescelto.
Seth estrasse dal nulla il pugnale di Jennifer si abassò silenziosamente vicino al suo volto e con il pugnale le
diede dei leggeri colpi sul viso.
Jennifer avvertendo la lama sul viso, riprese i sensi con gli occhi semi-chiusi mise a fuoco e sorrise
«Nick….» disse.
Seth le sorrise, Jennifer si accorse della presenza di Ahmanet e allora capì.
«Ahmanet» disse con voce tremante ora il suo sguardo era pieno di rabbia «smetti di giocare con i miei
sentimenti Seth» disse.
Il sorriso dal volto di Seth sparì e gli occhi tornarono blu scuro e a sdoppiarsi.
Seth scagliò un fendente sulla guancia sinistra di Jennifer povocandole un taglio superficiale ma fastidioso.
Jennifer trattenne il dolore non voleva dargli la soddisfazione di farsi vedere sofferente, una goccia di sangue colò dal suo viso «tu obbedirai al tuo nuovo faraone, e qualunque cosa io ordini va eseguita senza discutere,
intesi mortale?»disse Seth, Jennifer non rispose.
Seth le avvicinò il pugnale al volto «dillo!» Jennifer rimase in silenzio Seth posò la sua mano sulla schiena
conficcandole gli artigli nelle carni.
Jennifer non potè trattenere il dolore che aumentava sempre di più,  ma quando incrociò lo sguardo
penetrante di Ahmanet..disse «si….mio faraone»
Seth ritrasse gli artigli  «bene» disse alzandosi.
Ahmanet fissava Jennifer aveva paura della reazione di Seth.
Seth si rivolse ad Ahmanet dicendole «uccidila, uccidila, davanti a me e regnerai in eterno su questa terra al
mio fianco, dimostra la tua fiducia al tuo re».
Ahmanet sguainò la lancia e guardò Jennifer seria.
Jennifer la guardava disperata, Ahmanet si avvicinò a lei lentamente con la lancia nella mano destra,
continuando a fissarla, appena le fu’ vicino, la guardò negli occhi alzò la lancia verso l’alto per darle un
colpo mortale.
Jennifer abbassò lo sguardo ormai rassegnata, ma Ahmanet non colpì lei colpì le catene spezzandole.
Jennifer precipitò nel vuoto ma la mano di Ahmanet la prese al volo per un braccio e la rimise sul ponte di
sabbia.
Jennifer rimase in ginocchio, non alzò lo sguardo verso Ahmanet.
«Morirà combattendo» disse Ahmanet voltandosi verso Seth.
«E’ da vigliacchi attaccare un nemico incatenato, immobile, debole e ferito» disse Ahmanet sicura delle sue
parole.
Seth guardò serio e furioso Ahmanet le si avvicinò velocemente, Ahmanet s’inginocchiò subito, Seth guardò
Ahmanet e disse «e sia, preparala per il combattimento, curale le ferite, deve essere in piene energie per
scontrarsi contro di te».
Seth usci dalla stanza, sbattendo furiosamente le porte in pietra si richiusero dietro di lui.
Jennifer era rimasta pietrificata dalla malvagità di Seth che si era impossessato di Nick.
Ahmanet si avvicinò a Jennifer. Jennifer si alzò e singhiozzando, la strinse a sé in un’ abbraccio di
disperazione, di paura.
Ahmanet rimase sconvolta da quel gesto, perché la stava abbracciando? Si chiedeva in continuazione le sue
braccia si mossero contro la sua volontà in un gesto lento nel tentativo di confortare Jennifer, si sentiva
strana come sotto l’effetto di una magia, benevola rilassata, accennò quasi ad un sorriso ma le sue braccia si bloccarono riabbassandosi.
Il suo sguardo ritornò serio respinse di scatto Jennifer  «non dovevi farlo» disse seria. Odiava la tenerezza.
Ahmanet sparì dalla vista di Jennifer. Si guardò attorno, davanti a lei l’uscita della sua prigione poteva forsescappare?
No troppo facile, Jennifer si alzò con sguardo vigile, ma improvvisamente avvertì una presenza alle sue
spalle.
Non ebbe il tempo di reagire, che si senti colpire violentemente alla nuca.
Jennifer cadde a terra stordita, si rigirò a pancia in su, l’ultima cosa che riuscì a vedere con la vista che le si
sfocava, fu’ una figura femminile dalla pelle grigia con capelli neri e con il pugnale di Seth nella mano destra, che le veniva incontro lentamente, abbassarsi verso di lei e guardarla dritto negli occhi. Jennifer
svenì.

La Mummia: Il risveglio della Luna  (Fan Made)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora