capitolo 26:Risposte trovate

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Jennifer tornata al prodigium raccontò tutto ad Henry che fece trascrivere la testimonanza in un dossier riguardante Ahmanet.
Il dossier venne archiviato sottochiave assieme al pugnale di Seth,
Nick e vail erano stati reintegrati nell'esercito degli Stati Uniti, grazie ad Henry che aveva fatto cancellare tutte le accuse di contrabbando di reperti archeologici di cui erano stati accusati.
Nick e Vail erano stati mandati in ricognizione in Egitto dove segretamente cercavano Nefer.
Jennifer ritornò nel suo studio e dal suo zaino estrasse il papiro che le aveva consegnato Ahmanet scritto in geroglifico:«se stai leggendo questo papiro vuol dire che malgrado tutto sono caduta in battaglia, sotto la furia della tempesta del dio che avevo servito credendo che mi desse il potere di regnare.
Ti starai ponendo molte domande, ponile al papiro è magico, ti risponderà.
Ho imparato molte cose da te Jennifer Halsey  e ti ringrazio, ti esprimo la mia riconoscenza donandoti questo papiro, custodiscilo.»
Jennifer dopo aver letto il papiro non trattenne le lacrime di tristezza che le solcavano il viso, nella sua mente si materializzò una domanda che osò porre in egiziano Antico al papiro:«Ahmanet è ancora viva?»chiese
Jennifer aspettò un paio di minuti, ma non successe nulla, immaginava che il papiro non poteva risponderle, sospirò arrotolandolo e lo ripose sulla scrivania.
Jennifer si chiedeva perché il papiro non le rispondesse.
Forse aveva sbagliato a formulare la domanda d'altra parte Ahmanet non era più "viva" da millenni.
Doveva riformulare la domanda, doveva  riordinare le idee, Jennifer si alzò e si diresse verso il suo divano dove si distese, si rilassò abbandonandosi ad un lungo sonno.
Si ritrovò nello stesso luogo dove la sua mente e quella di Ahmanet si  erano collegate sperando di ritrovarla o in qualche modo di poterle parlare.
Era sola con la spada che aveva avuto in dono alla cintura, percorse tutto il sotterraneo delle tombe dei crociati ritrovate a Londra, sentiva i suoi passi riecheggiare lentamente.
Finalmente raggiunse la parete dove era stata scolpita la storia di Ahmanet in parte distrutta da Nefer, nelle vesti di James, per impedirle di scoprire la verità, ma c'era qualcosa che  non qudrava.
Si voltò e sguainando la spada scagliò
Un fendente alto che venne parato da una lancia dalla punta argentea
Jennifer era sconvolta, pietrificata, davanti a lei una ragazza dalla carnagione olivastra, cappelli neri, occhi marroni profondi come una grotta del deserto, indossava una lunga veste bianca di lino, al collo portava l'ankh dorato, le punte delle dita dipinte di verde acqua, lo stesso quelle dei piedi, portava un bracciale dorato al polso destro:«i tuoi riflessi sono migliorati Jennifer Halsey» disse la ragazza sorridendo soddisfatta.
Jennifer era impaurita e sorpresa, non credeva a ciò che vedeva:«Ahmanet....allora...., ma come....» disse, venne interrotta da Ahmanet che le fece cenno con la mano di tacere:«è troppo lungo da spiegare a tempo debito tutto ti sarà chiaro, afferra la mia mano e chiudi gli occhi»disse Ahmanet,
Jennifer prese la sua mano e chiuse gli occhi, quando li riaprí era nel deserto
In un cantiere  in cui era in costruzione un tempio.
Operai in carne ed ossa lavoravano la pietra con scalpelli, Jennifer era sbalordita.
Ahmanet la invitò a seguirla, la portò dentro il Palazzo reale situato non lontano dal cantiere
Il palazzo era sorretto da colonne bianche decorate con motivi floreali era circondato da guardie con scudi e lance con inciso lo scarabeo alato, in lontananza Jennifer intravedeva il trono di Nefer ed Ahmanet, girò a
destra e aprì una porta che dava in una grande stanza con un balcone.
Jennifer insieme ad Ahmanet si affacciarono, di sotto Nefer a cavallo sfilava davanti ad un esercito di soldati egiziani, con la spada in mano stava parlando loro, i soldati gli risposero in coro con un tono di approvazione
sollevando le lance verso il cielo.
Di fronte l’esercito quattro guerriri dall’aspetto fiero e marziale, uno sciacallo, un coccodrillo, un leone un ibis, i guerrieri dell’ordine della fenice.
Nefer si voltò verso di loro e disse «maestà....» e s’inginocchiò davanti ad Ahmanet, lo stesso fecero i soldati.
Ahmanet fece cenno a Nefer di avvicinarsi, era cambiato dall’ultima volta che Jennifer l’aveva visto, gli era cresciuta la barba che gli dava l’aria di un quarantenne, non indossava l’armatura da guerra in bronzo
bensì era vestito con un’armatura diversa: era una maglia di lino bianco ad incrocio, la collana con lo
scarabeo alato era sempre cinta al suo collo, la sua spada argentea allacciata alla vita, gonnellino di lino
bianco e sandali marroni.
Quando raggiunse Jennifer ed Ahmanet, portava con sé uno scrigno lo porse a Jennifer:«questo è un dono per te» disse Ahmanet, Nefer aprì lo scrigno rivelando una collana con uno scarabeo verde alato che sorreggeva
tra le mandibole una pietra rossa.
Jennifer era imbarazzata:«non posso accettare così tanto» disse. Ahmanet sorrise:«E’ il tuo ank» disse.
Jennifer accettò la collana e se la fece indossare da Ahmanet, una volta fatto ciò Ahmanet e Nefer
l’accompagnarono a cavallo ai confini del loro regno.
Ahmanet le mostrò la strada del ritorno, ma mentre Jennifer si incamminava, Ahmanet la chiamò, Jennifer si
girò:«grazie, buona fortuna Jennifer Halsey, che i tuoi dei ti proteggano» disse in egiziano antico Ahmanet.
Jennifer annuì con la testa e galoppò in direzzione di casa.
«Pensi che tornerà?» chiese Nefer ad Ahmanet:«se lo vorrà sarà lei a tornare» disse.
Jennifer si svegliò, il sogno era stato straordinariamente reale, ma per le sue capacità cognitive restava un
sogno.
La sua attenzione fu attratta da uno scrigno posato sulla scrivania, lo aprì, dentro trovò una collana con uno
scarabeo verde alato che sorreggeva tra le mandibole una pietra rossa.
Ora Jennifer aveva il viso rigato dalle lacrime, lacrime di felicità.
Il papiro le aveva risposto........






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