Ahmanet si risvegliò dall'illusione, sbatte' gli occhi, lentamente appoggiò la sua mano a quella di Nefer che
teneva sul suo volto.
Prese la mano di Nefer, la staccò dal suo viso e lentamente la poggiò a terra, si alzò liberando Nefer e
facendogli sparire le visioni.
Nefer si alzò «Ahmanet, non puoi attraversare questa porta», Ahmanet si allontanò da Nefer, una lacrima
scese dai suoi occhi e le bagnò il viso «perché sei tornato Nefer?» chiese con voce ferma.
Il guerriero avanzò di un passo «sei stata tu a farmi tornare, sei stata tu a chiamarmi» disse Nefer.
Ahmanet capì che cosa intendeva con "sei stata tu a chiamarmi" la magia che aveva utilizzato, era collegata
con una sorta di legame attraverso i ricordi vissuti con il guerriero, per questo egli era apparso nel deserto e
l'aveva aiutata contro Seth, gli era apparso per avvertirla.
Il guerriero si avvicinò all'elsa della spada spezzata e la raccolse da terra, fece lo stesso con l'altro pezzo di
lama, li avvicinò uno accanto a l'altro per riformare lo scheletro della spada «un taglio netto, l'hai spezzata
precisamente a metà» commentò il guerriero guardando la lama che teneva combaciata con le mani
«Nefer apri quella porta.....» disse seria Ahmanet, nel frattempo un bagliore rosso penetrò dall'alto, era il
tramonto.
«Non ancora Ahmanet ci siamo quasi» disse con voce alterata e brutale che non era sua.
Ahmanet sguainò la lancia, non le piaceva quel cambiamento di voce, nel frattempo la luce rosso sangue si
tramutò in una luce argentea, il guerriero alzò la spada verso la luce tenendola saldamente unita, la frattura
della lama sparì, la spada si era riparata, ora il falco inciso sulla spada ad ali chiuse le spalancò sulla lama, il
disco solare sulla testa s'illuminò della stessa luce argentea.
Nefer, allontanò la spada dalla luce, la spada non era più argentea ma dello stesso colore della luce lunare un misto tra argento e blu scuro sfumato ora irradiava magia pura , Ahmanet ne percepiva la potenza
anche se distante:«la magia è molto forte in questo luogo» spiegò Nefer «ora la spada è indistruttibile» disse,
mettendosi sotto la luce argentata, la ferita si rimarginò, il sangue argentato che gli colava dalla bocca si
polverizzò, si allontanò da essa e con la spada in mano alzò le braccia per mostrarsi ad Ahmanet, era guarito.
Poi improvvisamente il guerriero si bloccò abbassò le mani e se le guardò «no.....no proprio ora.....» disse
ringhiando e allo stesso tempo gemendo dal dolore, si toccò il petto e cadde in ginocchio facendo cadere la
spada «tu.....È COLPA TUA AHMANET!!» disse con un cambiamento brusco di voce che divenne grossa
e ringhiosa.
Ahmanet lo guardò stranita, Ahmanet non stava facendo niente.
Il guerriero sembrava peggiorare, le sue mani e il suo volto si incupirono di nero, come se si stesse
ricoprendo di pelo, le sue mani si trasformarono in zampe da piccoli artigli dorati, il pelo coprì la sua
armatura, i suoi piedi divennero zampe nere anch'esse dotate di artigli dorati.
Il guerriero si coprì la testa con le mani, per nascondere il suo volto lo poggio sulla sabbia, ringhiava quasi
come un lupo, gemeva di dolore come un uomo «Ahmanet vattene via di qui.............SCAPPA PRIMA
CHE NON POSSO PIU' CONTROLLARMI!!» disse.
Ahmanet non si mosse, non aveva paura, era calma, sulla testa del guerriero dal nulla spuntarono due
orecchie da sciacallo, e il suo viso si tramutò in quello di uno Sciacallo Nero, dagli occhi marroni, freddi
come la dura roccia desertica, la pelliccia nera, fredda e dura, le uniche cose che rimasero del guerriero,
tramutatosi dal nulla in uno sciacallo, fu' la sua collana dallo scarabeo alato, il suo gonnellino di lino con le placche di bronzo, la sua vecchia cicatrice a fulmine impresa sul suo petto color bianca sbiadita, e i suoi bracciali neri di cuoio ai polsi che lentamente si sgretolavano come sabbia rivelando dei bracciali dorati.
Lo Sciacallo Nero si alzò il suo respiro era più pesante, cessò di lamentarsi, recuperò la spada, che si
trasformò in una lancia a due punte, sostituite da due copie identiche della spada argentata di Nefer.
Lo sciacallo era alto ben due metri, Ahmanet si sentiva niente in confronto a lui ora, ma nascose la sua
preoccupazione semplicemente guardandolo.
Lo Sciacallo Nero volse lo sguardo verso di lei, si avvicinò con passo pesante, animalesco, la guardò negli
occhi, Ahmanet allungò lentamente la sua mano nell'intento di toccare la cicatrice di Nefer impressa da millenni sulla sua pelle, lo sciacallo si rifiutò di osservare ancora una volta Ahmanet voltò la testa verso sinistra ringhiando, Ahmanet bloccò la sua mano, continuò a guardarlo e lentamente poggiò le sue dita sulla cicatrice di Nefer, che avvertendo il gesto di Ahmanet si voltò lentamente a guardarla:«seguimi» ordinò con voce roca e animalesca.
Ahmanet lo seguì senza fiatare, lo sciacallo la condusse davanti alla porta, piantò la sua arma nella sabbia, un aurea argentea illuminò la sabbia e rese luminescente l'arma di Nefer.
La porta si aprì, davanti a loro solo tenebre fitte.
Lo sciacallo entrò seguita da Ahmanet che gli stava a fianco, la porta si chiuse dietro di loro.
Il bagliore argenteo dell'arma di Nefer emanava una luce abbastanza forte da illuminare tutto il suo corpo e il
volto serio da sciacallo e tutto cio che vi era in vicinanza.
Avanzarono in avanti tenendo le lance impugnate, improvvisamente si fermarono «resta qui» ringhiò lo
Sciacallo Nero.
Con la lama inferiore della sua arma tracciò una linea a terra provocando una scintilla, che accese un intero
sentiero di olio da destra e da sinistra illuminando la stanza.
Davanti allo Sciacallo Nero una statua alta 60 metri di Horus dallo sguardo vigile, ai piedi della statua due
fontane, da cui non scorreva acqua, si collegavano in un una piccola vasca.
Al centro della vasca una bilancia a due piatti, uno vuoto, l'altro con una piuma bianca, lucente sopra.
Di fronte ai piedi della statua, lo Sciacallo Nero, guardò con la coda dell'occhio dietro di sé facendo capire
ad Ahmanet di avanzare lentamente, una volta arrivati di fronte la statua fece cenno di posizionarsi a destra
della statua.
Lo Sciacallo Nero si mise a sinistra «concentrati, se sbagli rimarrai qui per sempre» disse e aggiunse
«dobbiamo coordinare i nostri movimenti, come hai fatto con la magia pensi ancora di riuscirci?»
Ahmanet annuì, lo Sciacallo Nero e Ahmanet respirarono profondamente, il crepitio del fuoco divenne un
rumore sordo, quasi inesistente, presero le loro lance con entrambe le mani sbattendole a terra davanti ai loro piedi.
L'acqua cominciò a fluire riempendo la vasca, con movimenti lenti e coordinati al massimo, rotearono con
scioltezza la punta della lancia verso la fonte d'acqua che si stagliava dietro di essi, l'acqua incominciò a
scivolare sulle punte delle loro lance, di scatto fecero roteare le lance unendo le due punte, una goccia
d'acqua colò da entrambe le due lance unendosi e cadendo verso il piatto vuoto della bilancia.
La goccia scivolò nel piatto bagnando la sua superfice di pietra, lentamente distaccarono le due lance si
rialzarono, le rotearono lentamente per poi ripoggiarle a terra con un tonfo silenzioso, ripresero a respirare
lentamente.
L'acqua s'illuminò diventando dorata, i piatti della bilancia s'inclinarono verso destra attivando un
meccanismo a blocchi di pietra calcarea bianca scolpiti con dei geroglifici uno con una piuma, l'altro con l'acqua, che abbassandosi aprì con lentezza trionfante il muro che si trovava dietro la statua.
L'arenaria giallastra si scrostò cadendo a terra rivelando un portone d'oro con sopra scolpito un grande Ankh blu.
Il portone d'oro massiccio si aprì rivelando una stanza funeraria placata d'oro con geroglifici sulle pareti a rilievo in argento.
Al centro della stanza un enorme sarcofago lungo tre metri e placato d'oro si stagliava davanti allo Sciacallo Nero e Ahmanet in cima ad un enorme scala in pietra calcarea bianca, «la camera funeraria della dimora eterna di Horus.....» disse Ahmanet restando quasi a bocca aperta.
Lo Sciacallo Nero e Ahmanet si avvicinarono e varcarono la soglia dell'entrata della camera funeraria.
La camera funeraria irradiava una forte aura di magia, era percepibile perfino per un essere umano.
Ahmanet e lo Sciacallo Nero si avvicinarono con passo lento, ma appena provarono a salire le scale una barriera trasparente li respinse «aspetta, Ahmanet» disse toccando la barriera con la mano che ora era una
zampa, la barriera si rivelò al tocco della sua mano con un suono basso e profondo che rimbombò in tutta la
sala.
«Mh........» disse quasi ringhiando il guerriero, cercava di mantenere la suo natura umana, ma l'istinto dello
sciacallo sembrava prevalere su di lui.
Chiuse gli occhi «o tu guardiano dei cieli, protettore delle tradizioni, protettore del faraone, diventi tutt'uno con esso, un discendente chiede il tuo aiuto, rispondi alla sua chiamata» disse.
Improvvisamente un tatuaggio a forma di Ank spuntò dal braccio sinistro illuminandosi di una luce color oro, il bagliore aumentò, la luce divenne quasi insopportabile.
Ahmanet si coprì gli occhi con il braccio, persino per lei quella magia era forte, il bagliore sparì, e la barriera con esso, per verificare Nefer appoggiò una zampa con molta cautela oltre la soglia dove si stagliava la barriera, era proprio
come pensava, la barriera era sparita.
Ahmanet e il guerriero avanzarono, erano vicini al sarcofago, ma sembravano tutti e due disorientati.
Ahmanet guardava il sarcofago di Horus immobile «non toccarlo» disse Nefer «ti ucciderebbe all'istante»
disse serio, con il suo volto da sciacallo.
Ahmanet si girò a leggere le iscrizioni sul sarcofago, notò che un pezzo d'iscrizione geroglifica non
combaciava con ciò che c'era scritto.
«Nefer, guarda» disse indicando i geroglifici, Nefer si avvicinò al sarcofago per vedere meglio i geroglifici, toccò con la mano destra il sarcofago dorato, il sarcofago rispose al suo tocco con un bagliore bianco che si diffuse su tutto il sarcofago.
«C'è qualcosa che non mi convince» disse il guerriero cercando di mettere a fuoco «il sarcofago sembra non
volersi rivelare» disse analizzando i geroglifici, «sta nascondendo una parte di testo sacro»spiegò.
Poi avvicinò l'artiglio dorato alle iscrizioni e toccandolo sentì che non era oro, era legno che copriva una
piccola zona sul petto del sarcofago, sembrava formare una figura.
Lo Sciacallo Nero usò la lama della lancia come un coltello per tagliare il contorno del legno.
Lo fece con molta cautela, alla fine ci riuscì e rimosse la parte in legno.
Era uno scarabeo alato, Ahmanet lo riconobbe prima che Nefer potesse fiatare «Nefer il tuo ciondolo,
dammelo» disse frettolosamente, Nefer la guardò stranito.
Nonostante si fosse trasformato nello sciacallo era sempre Nefer-Khepeher-Ra e non il cucciolo di Ahmanet.
Comunque Nefer si tolse la collana con lo scarabeo e la diede ad Ahmanet, che la prese e la posizionò su la cavità del sarcofago, combaciava perfettamente.
Ma niente si mosse, forse non doveva succedere, Ahmanet cercava di ragionare, senza trovare una risposta.
«Ahmanet, la pergamena di Horus»disse Nefer, appena Nefer nominò la pergamena, essa si materializzò con
un lieve bagliore argenteo sulle mani di Nefer, che lesse le parole argentate in egiziano antico «o dominatore
dei cieli!, Ra-Harakthi, lasciati illuminare ancora una volta dalla luce di Ra, rispondi alla chiamata» disse.
Un bagliore intenso dorato illuminò il sarcofago, costrinse il guerriero e Ahmanet a indietreggiare di molto
coprendosi gli occhi con le braccia, poi un esplosione.
Il sarcofago esplose, in un bagliore dorato accecante, delle grandi schegge d'oro vennero scagliate in tutta la
camera funeraria.
Nefer alzo il braccio destro davanti a sé e Ahmanet, su di esso, si materializzo uno scudo argentato con il simbolo dell'ank blu, che li protesse dalle schegge dorate.
Ahmanet che era rimasta con il braccio parato davanti gli occhi sentendo, le schegge che si conficcavano
sullo scudo, abbassò il braccio dagli occhi per vedere.
Davanti a lei un enorme scudo che arrivava fino ai piedi, sorretto dal braccio di Nefer, la stava proteggendo.
Nefer sembrava resistere ai colpi con fatica, a volte ringhiava in un gemito di dolore, come se l'impatto fosse
troppo forte persino per lui guerriero sciacallo.
Sembrava che l'aura che emanava il sarcofago si stesse spegnendo lentamente, Ahmanet era stupita da ciò che stava vedendo, mise una mano su la spalla cosparsa di pelo nero.
Nefer si girò a guardarla negli occhi, sembrava più rilassato per ora, Ahmanet stava assorbendo l'impatto al posto suo.
Nefer si risvegliò dal controllo di Ahmanet, sgranò gli occhi e le mise una mano sul volto dolcemente «che
stai facendo? Questa magia è troppo forte persino per me» disse con la voce tremante, ma ormai, Ahmanet
aveva assorbito l'impatto.
Il fragore dell'esplosione cessò, Nefer abbassò lo scudo che si dissolse.
Ahmanet cadde, ma venne sorretta in tempo da Nefer, che la prese tra le sue braccia, e la distese
delicatamente a terra.
Ahmanet sembrava davvero molto debole e stordita, Nefer la guardò negli occhi, ma si accorse di non avere
più tempo.
Horus aspettava dietro di lui ormai sveglio.
Nefer si alzò, lasciando Ahmanet a terra, si girò verso dove prima c'era il sarcofago, ora c'era un trono d'oro,
seduto sopra di esso il dio Horus, dalla forma umana, potava una collana dal filo d'oro con appeso un Ank d'oro.
Horus a petto nudo con un gonnellino di lino intrecciato d'oro e sandali di cuoio marroni, aspettava.
Nefer s'inchinò non alzando mai lo sguardo, la sua forma in Sciacallo si dissolse da lui scivolando via come
sabbia, la spada ricurva argentea era ritornata nella fodera.
Fu Horus a parlare per primo «Nefek-Kepher-Ra» disse con voce solenne «ho risposto alla tua chiamata, quall' è il pericolo incombente che ti costringe a svegliarmi dal mio sonno eterno?»disse.
Nefer rispose subito e con sicurezza «mio signore, Dio dell'aria, una guerra incombe. Seth è tornato. Si è
appropriato di un corpo umano e adesso vuole risvegliare la sua armata, per distruggere il mondo e regnare sovrano,....sta venendo qui» disse.
Horus si alzò di scatto dal trono «IMPOSSIBILE!, NESSUNO CONOSCE LA POSIZIONE DELLA MIA
DIMORA» disse toccandosi l'ank d'oro al petto.
Nefer intervenne «no mio signore, qualcuno conosce la posizione della tomba, è riuscito a superare tutte e tre
le prove e io l'ho condotta fino a qui. E' lei che ha invocato il vostro aiuto non io. E' una discendente di
coloro a cui avete donato la pergamena magica» disse mostrando la pergamena arrotolata.
Horus aggrottò le sopracciglia «chi è colei che ha superato le prove. Dov'è?» chiese.
Nefer si voltò a guardare dietro con la coda dell'occhio Ahmanet che giaceva a terra immobile, debole e
stremata dall'ultima magia.
Horus si avvicinò ad Ahmanet, si chinò a guardarla, sembrava esanime.
Horus poggiò una mano sul petto di Ahmanet chiuse gli occhi e un bagliore dorato illuminò la sua mano.
Fu un secondo, la luce si spense, Ahmanet tossì, riprendendo a respirare e aprì gli occhi.
Quando vide incredula vicino a se il volto di Horus non seppe cosa fare.
«Ahmanet, la traditrice, ...tu.....non morta dannata in eterno per esserti venduta a Seth,... sei tu ad
aver superato le prove, sei tu che mi hai invocato con il mio papiro destandomi dal mio sonno eterno?
Come osi?» chiese. Horus adirato
Ahmanet abbassando lo sguardo e inginocchiandosi rispose «Grande dio Horus,... si io ho tradito in pasato
invocando e vendendo la mia anima a Seth. Mi pento del mio passato, ero accecata dalla sete di potere, ma
ora sono cambiata. Desidero riscattarmi e finalmente rincontrare mio padre nel campo di giunchi nella Duat. Ho capito le vere intenzioni spietate di distruzione di Seth e ti ho invocato perché sei l'unico Dio che può fermarlo ...Sono stata aiutata da una ragazza, Jennifer Halsey, una umana che ha superato le prime due prove
con me e che non ho più rivisto».
La stanza funeraria, dopo che Ahmanet ebbe terminato di parlare, sprofondo nel silenzio.
Nefer e Ahmanet tenevano lo sguardo rivolto verso il basso, non osando quasi fiatare in attesa del giudizio di
Horus potente Dio dell'aria.
Horus si drizzo lentamente in piedi. Era un gigante, un dio in tutti i sensi.
Dopo qualche altro istante di silenzio sentenzio con voce autorevole «E sia.... Ahmanet figlia del faraone
Menepthre, ...Nefer guerriero e Sciacallo Nero, ...custode della mia dimora eterna,....alzatevi al cospetto del vostro Dio... Io sono Horus il Dio dell'aria».

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La Mummia: Il risveglio della Luna (Fan Made)
مغامرة[IN REVISIONE] FanMade liberamente ispirata come continuazione del film "La Mummia 2017" (la copertina NON l'ho creata io). Jennifer dopo due anni di ricerche arriva ad una soluzione per ritrovare Nick ma, la strada per ritrovarlo sarà piena d...