Spazio autrice: per la lettura di questo capitolo è consigliato l'ascolto dell'ost (colonna sonora) ufficiale del film." Providence"
Da quando Nick è scomparso per colpa della maledizione di Ahmanet Jennifer non ha smesso neanche un secondo di cercarlo dopo essersi pugnalato per usare i poteri di Seth (il dio egizio della morte), così da riportare in vita Jennifer e sconfiggere Ahmanet era scomparso per sfuggire al Prodigium l'ultima volta che Jennifer lo vide fu' dopo che lui la riportò in vita.
Erano già passati due anni dalla scomparsa, ma era determinata a ritrovarlo.
Nick le aveva detto che sarebbe venuto a cercarla, ma non si era fatto più vivo.
Nel frattempo Jennifer era rimasta chiusa nel suo ufficio all'interno del Prodigium a studiare e riesaminare mille volte gli appunti sulle trascrizioni del sarcofago e i video che aveva fatto nella tomba di Ahmanet. Affianco aveva una cartina con segnati i monumenti più importanti dell'Egitto: El-Giza, la Sfinge, le Piramidi, la Valle dei Re.. Jennifer pensava che Nick essendo per metà Seth sarebbe andato in uno di questi posti a cercare qualcosa....ma cosa stava cercando veramente?
Ad un tratto entrò Henry con il pranzo e chiese:«trovato qualcosa Jennifer?» mentre dava un'occhiata ai video e agli appunti sparsi sulla scrivania, e gli rispose sconsolata:«No, niente, ho provato di tutto Henry, tutte le teorie possibili, ho esaminato tutte le possibili strade, ma non conducono da nessuna parte».
Lui le rispose con tono calmo e pensieroso:«Prova a guardare meglio, forse ti è sfuggito qualcosa».
«Si forse hai ragione» disse, guardando più attentamente la cartina e cosi le venne un idea:«Henry puoi mandare delle squadre di soldati scelti a setacciare El-Giza? Credo di sapere dove sia Nick» disse stavolta più sicura di se.
Henry però era dubbioso:«Non posso mandare le mie squadre di ricognizione ad El-Giza perché i turisti s'insospettirebbero e si spaventerebbero e il governo Egiziano non me lo permetterebbe mai. Non ho tutta questa influenza Jennifer»
Lei smise di guardare Henry e ritornò a guardare la sua cartina:«Mi dispiace Jennifer sono con le mani legate, non posso aiutarti, per ora». disse anche egli sconsolato.
Un attimo dopo entrò un soldato che lo chiamò per dirgli che cera una persona che voleva vederlo, Henry si alzò, salutò Jennifer e uscì dal suo studio, ma poco dopo rientrò di nuovo nel suo studio:«c'è una cosa che dovresti vedere pure tu» Jennifer si alzò e seguì Henry preoccupata.
La condusse fino ai laboratori del Prodigium, dove giorno e notte decine e decine di scienziati erano ammassati in un angolo composto da cinque tavoli sommersi da alambicchi, provette e dossier. Tutti gli scienziati indossavano guanti verde scuro, camice, mascherina e occhiali bianchi, così i due una volta indossate le protezioni si avvicinarono al gruppo di scienziati: «E' una cosa assurda!! È impossibile che avvenga!! Questo avvenimento sfida la realtà!!» diceva uno all'altro gesticolando con un block notes in mano.
«Che sta succedendo qui?» tuonò la voce di Henry e un silenzio tombale piombò nella stanza. Il gruppo si fece da parte per farli passare, davanti a loro racchiuso dentro un cilindro di vetro il pugnale di Seth, larma di Ahmanet mentre veniva analizzata da uno scanner: sembrava irradiasse paura, corruzione, un potere oscuro. Ogni volta che Jennifer lo guardava le ricordava Ahmanet, la principessa traditrice, la sua assassina, pensandoci la temperatura corporea saliva, sentiva caldo e sudava nel collo, le punte delle dita diventavano umide e un respiro incontrollato prendeva il sopravvento. Accanto ad esso una scienziata ad un computer analizzava i dati del pugnale:«Cos'è che vi allarma così tanto?» le chiese.
«Abbiamo riscontrato un anomalia nel pugnale, ad un tratto l'elsa ha cominciato ad irradiare calore bruscamente, abbiamo controllato scrupolosamente ma toccandolo non si percepisce nessun aumento della temperatura, risulta freddo al tatto... è una cosa che non avevo mai visto prima d'ora» le rispose seria.
In quel momento il pugnale emanò improvvisamente un bagliore rossastro accecante ma nessuno sembrò notarlo eccetto Jennifer, e una voce dalle parole incomprensibili riecheggiò nella sua testa, ma erano troppo lontane e deboli perché potesse comprenderle, perciò pensò che si trattasse solo della sua immaginazione e non gli diede molta importanza. «Tutto apposto Jennifer?» chiese Henry che la osservava, lei scostò lo sguardo dal pugnale confusa: «Io..... » disse guardando a terra confusa.
«Ti attira a sé non è così? Ti sta chiamando, ma perché proprio te? Perché non Ahmanet?»
«Ahmanet è morta» disse seria.
«E' vero, ma questo non spiega perché quel pugnale ti attiri così tanto, da quando siamo qui non hai fatto altro che fissarlo» disse Henry mentre lei distratta continuava ad osservare l'oggetto incantata. Avanzò con passo lento avvicinandosi ma prima che potesse sfiorarlo, Henry le si piazzò davanti e la prese per le spalle facendola tornare in sé: «Per oggi può bastare, ora è meglio andare».
Per tutta la sera Jennifer non aveva fatto altro che ripensare all'accaduto, voleva delle risposte, così seppur spaventata si alzò dalla sua poltrona e si diresse verso il laboratorio in silenzio. Entrò nel laboratorio buio e accese una torcia, una volta individuato il pugnale, si avvicinò ad esso, aprì il cilindro di vetro e lo prese in mano con diffidenza mista a paura, una serie di ricordi iniziarono a tornarle alla mente: da come tutto ebbe inizio, quando Ahmanet ricevette il pugnale da Seth fino a quando Nick la uccise, per salvare la vita di Jennifer...ma cè dellaltro oltre questo, una lancia conficcata nel deserto, l'urlo straziante di un uomo, una spada argentea e degli occhi sdoppiati gialli che la osservano fra le tenebre, dei passi riecheggiano: «Tornerò, è una promessa». disse una voce che lei conosceva fin troppo bene.
Le visioni finirono e si ritrovò a terra, in preda alla paura gettò via il pugnale, Henry entrò di corsa nel laboratorio: indossava una maglietta a maniche lunghe nera, i capelli castani in disordine, Jeans blu e scarpe nere, aveva una pistola in una mano e la torcia nellaltra, con lui due soldati armati di fucili.
«Jennifer...» disse precipitandosi da lei e aiutandola ad alzarsi, Jennifer lo strinse tanto forte da soffocarlo: «calmati è tutto finito, è tutto finito... vieni con me». disse, guidandola verso il suo ufficio, dove la fece sedere sul letto e la coprì con una morbida coperta di lana marrone offrendole una tazza di cioccolata calda. Jennifer lasciò la cioccolata intatta, lui le si sedette accanto e le chiese: «Che è successo la dentro? Era pericoloso, potevi ferirti seriamente senza le protezioni» lei fissava il vuoto, ancora troppo sconvolta da quello che aveva visto: «Lei tornerà non è così?«Lei chi?»
«Non fingere di non ricordare, sono passati due anni e tu non ricordi niente?! Di Nick, dellincidente, della tomba, della tempesta di Ahmanet, come fai a non ricordare tutto q...» disse ma il suo discorso venne interrotto da una visione: era in piedi nei sotterranei di Londra vestita con Jeans blu e maglietta bianca, c'era Nick che cercava di scappare da Ahmanet senza riuscirci, provò ad aiutarlo ma non appena lo toccò Nick divenne sabbia nelle sue mani e insieme a lui anche Ahmanet: «Ormai appartiene alle sabbie del deserto» una voce che riecheggiava nell'aria, la stessa voce di prima: «Pensi che verrà a cercarti? Non lo farà, ti ha mentito, ti ha abbandonato, ti ha lasciato sola». Una figura si materializzò dalla sabbia poco distante da Jennifer, era una ragazza dalla pelle grigio pallida avvolta da bende, con dei tatuaggi simili a geroglifici neri che le solcavano il corpo, occhi gialli oro sdoppiati che incutevano paura....era Ahmanet, ora avanzava lentamente verso di lei con il pugnale di Seth nella mano destra, i suoi passi riecheggiavano con calma come acqua... la visione si spezzò, Jennifer ritornò in sé.
Henry la stava scuotendo: «Jennifer stai bene? Sei rimasta a fissare il vuoto e a balbettare il nome di Nick per mezz'ora» disse «Che cosa è successo?».
«Lei tornerà, non è così?» disse con voce tremante con degli alternarsi di flashback dello sguardo di Ahmanet.
«Si, tornerà e anche molto presto. Dovresti andartene, sei in pericolo, qui non sei al sicuro» disse Henry: «Vuoi raccontarmi quello che hai visto quando hai toccato il pugnale?» Dopo una breve spiegazione Jennifer chiese:«Anche gli altri hanno avuto delle visioni?»
«No, tu sei la prima a cui accade dopo due anni, il che lascia spazio solo ad un ipotesi: Ahmanet si sta per risvegliare, quei bagliori insoliti del pugnale sono come un pre-avviso di pericolo e noi dobbiamo tenerci pronti, qualunque cosa ci sia noi l'affronteremo» disse mettendole una mano sulla spalla:«Dovresti riposare, ne hai bisogno» .
Jennifer si distese e si addormentò e le visioni ripresero da dove si erano interrotte: Ahmanet la guardava dritto negli occhi: «Dove sono? Che posto è questo?» chiese Jennifer guardandosi attorno
«Sei nella tua mente e viceversa» spiegò Ahmanet con voce calma e seria.
«Che intendi?» chiese Jennifer aggrottando le sopracciglia.
«Siamo nelle nostre menti, in un luogo dove siamo state entrambe. E' stato un grave errore toccare quel pugnale, è un potere che non ti appartiene e poi sei viva... notevole, davvero notevole» disse con tono spavaldo e quasi sorpreso.«Che cosa vuoi ancora da me Ahmanet?»
«Due anni a cercarlo, cerchi di controllare un potere più grande di te, mi chiedo come, il potere ti consumerà»
«No, non me, riuscirò a controllarlo»
«Ti senti così sicura, neanche un puro di cuore riesce a sopportare quell'immenso potere, non ci riuscirai morirai prima che tu possa solo sfiorarlo» disse scuotendo la testa e sorridendo malvagiamente.
«Ora mi spiego perché il potere non lo usano i puri di cuore, loro sanno che è pericoloso e corrompe, il potere è per gli egoisti, per gli arroganti proprio come te» disse Jennifer, Ahmanet cambiò sguardo e si avvicinò cercando di pugnalarla al braccio destro per poi bloccarla prendendola con la mano sinistra per il collo:«Non osare sfidarmi, ringrazia che questa sia solo una visione, scegli bene le tue parole, con gli ultimi respiri che ti restano...perchè potrebbero essere le ultime che pronuncierai» .
Jennifer afferrò saldamente la presa di Ahmanet con tutte e due le mani: «Tu.. tu non sei reale» disse ridendo e calciando violentemente Ahmanet liberandosi. Ahmanet sorpresa riatterrò agilmente in piedi, guardò furiosa Jennifer che si precipitò subito all'attacco senza aspettare, schivò il suo pugno spostandosi di lato per poi scagliargli un fendente allo stomaco, le estrasse il pugnale dallo stomaco per poi darle un colpo delsa alla schiena lasciandola cadere a terra: «Questo ti sembra abbastanza reale?» chiese. La sollevò per il collo premendo fortemente il suo pugnale contro la sua gola: «Ti sembra abbastanza reale? Non senti la lama tagliente strisciarti sulla pelle, ti da un senso di paura, inizi a sudare, il tuo battito aumenta, laria diventa pesante, irrespirabile come veleno che ti corrode i polmoni attraversandoti il petto, un fuoco arde impossibile da spegnere» .«Basta adesso Ahmanet» disse con difficoltà Jennifer:«lasciami andare» .
«Come desideri» disse ridendo malvagiamente, la lasciò cadere osservandola mentre sprofondava inghiottita dall'oscurità, poi sparì. Jennifer si svegliò di soprassalto respirando affannosamente, il braccio destro le bruciava, lo scoprì per vedere quale fosse la causa del bruciore: era una cicatrice a forma di geroglifico simile un vaso dal coperchio appuntito, cosi ricordò le parole di Ahmanet ti sembra abbastanza reale?.
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La Mummia: Il risveglio della Luna (Fan Made)
Aventura[IN REVISIONE] FanMade liberamente ispirata come continuazione del film "La Mummia 2017" (la copertina NON l'ho creata io). Jennifer dopo due anni di ricerche arriva ad una soluzione per ritrovare Nick ma, la strada per ritrovarlo sarà piena d...