Resto immobile dinanzi alla porta cercando una spiegazione logica.
"Ryan?"
"E chi altrimenti?" esulta sorridendo.
Mi scosto dalla porta per permettergli l'accesso e si accomoda gentilmente sul grande divano.
"Posso offrirti qualcosa?"
"Non c'è bisogno, adesso usciamo" dice sorridendo.
"E dove dovremmo andare?" domando leggermente confusa.
"Vedrai, devo semplicemente parlarti" conclude.
Parlare? Con me? E di cosa?
Decido di seguirlo e dopo essermi data una sistemata usciamo di casa.
"Esci tesoro?" chiede mia madre.
Sussulto a quella domanda non essendomi resa conto che era fuori in cortile, appena tornata da lavoro.
"Sì mamma, torno subito" pronuncio avvicinando le mie labbra sulla sua guancia.
"Arrivederci signora Evans!" dice Ryan sorridendo.
Posso vedere mia madre sorridere. Al rientro in casa mi aspetterà un lungo, anzi lunghissimo, interrogatorio.
Entriamo in macchina e prima che Ryan parta volgo uno sguardo veloce verso la finestra di Noah notando la luce accesa.
"Cosa guardavi?" chiede partendo.
"Uhm, nulla" sussurro guardandolo.
Per tutto il tragitto non abbiamo fatto altro che ridere e cantare come matti tanto da dimenticare il motivo per il quale ero lì.
Dopo un po' accosta e scendiamo ma non riesco a riconoscere il posto dato il buio.
"Seguimi" dice iniziando a camminare.
Faccio come dice e mano man che avanzo mi rendo conto che siamo nel parco della città.
Si siede sull'erba appoggiando la grande schiena ad un albero e mi invita a fare lo stesso.
Adesso siamo qui uno accanto all'altro osservando il cielo ornato di tante stelle.
"Allora?" sussurro improvvisamente.
"Che sbadato, scusami!" inizia ridendo.
"Ah bene!" continuo iniziando a ridere assieme a lui.
D'un tratto ritorna serio, incastra i suoi occhi nei miei e sospira.
"Non so come chiederti questa cosa.." dice appena passando la lingua sulle labbra secche.
"Ryan che fai?" sbraita una voce dietro di me.
Faccio per alzarmi ma Noah prende il suo amico per il colletto della maglia facendolo alzare bruscamente.
I suoi occhi verde smeraldo sono pieni di rabbia.