♣13° Capitolo:♣

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Raccolsi tutta la forza che avevo e insieme ad Harry bussai a quella che fino a qualche mese fa era ancora la mia casa. Venne ad aprire una domestica, "Salve, sono Jane" sulla faccia della domestica si accese uno sguardo confuso "Jane chi?" "la padrona di questa cazzo di casa!" la signora, anziana a prima vista arretro dopo il mio sfogo "La scusi, siamo Harry Styles e Jane Kavanagh" disse Harry poi si girò verso di me e mi fece segno di restare calma, "Scusate signorina, salve io sono Teodora, entrate prego" Teodora si scansò e ci fece spazzo per passare "Grazie" dicemmo all'unisono quando entrammo nell'abitazione. Mi guardai intorno e in un primo momento mi sembrò tutto diverso: mobili, pareti, quadri, perfino la televisione aveva cambiato. Non curai però i particolari come foto, cornici ecc... "Vado a chiamarvi subito il signor Kavanagh" disse ancora la voce di Teodora. Io guardai Harry e lui, non so come, capì e mi strinse nuovamente in abbraccio degno di quella situazione, scacciai via le mie preoccupazioni e aspettai mio padre coprendo il più possibile i segni della mia gravidanza che orami erano evidenti. "Salve, Teodora mi ha detto che c'erano degli ospi-" si blocco a mezza frase quando alzò lo sguardo dai fogli che aveva in mano e vide Jane ed Harry di fronte. I suoi muscoli si rilassarono e si tolse gli occhiali verdi che metteva per il lavoro. "Jane... Harry... che ci fate voi qui?" disse quasi con un tono rimproverante, "Sono venuta solo per parlare e per la lettera, ma tra qualche giorno tornerò in Inghilterra" non battei ciglio al pronunciare quelle parole "Ah, bene" Anche lui rimase distaccato poi ci fece segno di sedersi, io guardai Harry per un momento poi gli presi la mano e la stinsi forte per poi potermi sedere. "Lukes io-" "Puoi chiamarmi papà" mi interruppe la sua voce, "Ad ogni modo sono io quello che deve parlare per primo" annui senza dire altro. "A quando pare Louis ti ha detto della lettera, e ne sono contento, ma so che per te sarà un duro colpo rilegare i ricordi alla mamma, perciò io ti pongo la lettera e tu sarà libera di leggerla quando desideri" il suo braccio si tese ponendomi una lettera bianca, incartata, con un timbro sopra e la calligrafia di mia madre, esitai a prenderla, così Harry lo fece al posto mio. Lukes guardò Harry e disse "Trattala bene e assicurati che non soffra" queste parole mi trafissero, lui non si era mai preoccupati di cosa pensassi o di come di sentissi. "Certo. Ci penserò io signore stia tranquillo" la dolcezza di Harry mi riportò al passato e mi fece ricordare che dovevo parlare sia con lui che con Lukes. "Papa..." feci fatica a pronunciare quella parola ma vidi che sul volto di Lukes si accese un piccolo sorriso "Si Jane?" "Papa io-" una voce estranea ma famigliare mi interruppe "Lukes, amore, dove sei? Ti stavo cercando perché-" la voce estrana si interruppe anch'essa vedendo me ed Harry seduti sul divano e Lukes insieme a noi, "Disturbo?" era Johanna la mamma di Louis non che moglie di Lukes. "Nono tesoro, stavamo solo chiacchierando" la donna salutò sia Harry che me poi disse "Torno più tardi Lukes" lui annuì e poi si voltò nuovamente verso di noi. "Noi andiamo vero Harry?" "Emm... si penso" assecondo la idea e ci voltammo verso Lukes che prima di lasciarci alzare disse "Potete rimanere qui per la notte fono a che non tornerete a londra." L'Idea non mi sembrò male ma avrei dovuto passare tre giorni intere con lui e non- "Molto volentieri" Ma che cazzo?! Harry sei dalla mia parte o no? "Mha..." dissi voltandomi verso il ricciolo "Non credo sia un problema, è o no la tua casa?" non avrebbe dovuto farlo! Harry sei morto! Stampai un sorriso finto sul volto e mi voltai verso Lukes "Okay, vado di sopra" "Vado a preparare un'altra stanza per Harry" disse l'uomo "No, Harry dorme con me" dissi secca, gli occhi increduli di tutti e due si puntarono su di me "Vero Harry?" cercai un consenso da parte sua e lo ricevetti subito anche se sapevo che non era per niente d'accordo. Salimmo le scale per arrivare al piano superiore in silenzio, e quando raggiungemmo la stanza harry chiuse la porta e disse "Ma perché hai detto così" "Non voglio restare da sola" "Pensavo invece che tu volessi restare da SOLA" disse in un primo momento con ovvietà ma poi si addolcì e mi diede, per l'ennesima volta, un abbraccio "Okay, sto con te tranquilla" mi lasciai andare nel senso che le lacrime scesero senza pietà. Harry su staccò da me ma mantenne le sue mani sopra i miei bracci "E adesso perché piangi?" era arrivato il momento di parlare anche con lui della faccenda 'droga' "Siediti che di devo raccontare la verità" lui preoccupato ubbidì e stette ad ascoltare tutta la storia fin da principio. A differenza di Louis, harry reagì diversamente, si alzò di scatto e mi strinse in un profondo abbraccio posando il mento sulla mia testa e facendo incastrare la mia testa tra la sua spalla e il collo. "Ora calmati. Okay? Tranquilla... Supereremo tutto insieme" le parole di Harry mi sembrarono le parole più confortanti che qualunque persona potesse dirmi "Grazie Harry". Sorrisi e mi rilassai sempre fra le sue braccia.

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