capitolo terzo

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Ancora una volta li incantò. Fiumi di parole scorrevano veloci e struggenti dalle sue labbra. Un flusso continuo ma piacevole, non esageratamente veloce ma detto con tono frizzante e allegro. La visita alla Galleria dell'Accademia passò in un soffio, ma le immagini del David sarebbero rimaste impresse nella memoria di Axl per sempre.
I dettagli del volto, la perfetta anatomia della statua, le carni così ben definite da parere morbide, nonostante fatte di duro, freddo, bianco marmo.

Il cielo era terso e cristallino, il sole scaldava la fredda aria di quel febbraio altrettanto gelido. Greta si stava stringendo nel cappotto mentre scortava la coppia per le strade della sua città. Cominciò a sentire fame, così pensò fosse una buona idea fare colazione. "Io vado a prendermi un caffè e qualcosa da mettere sotto i denti, volete venire?" I due rifiutarono, dicendo che sarebbero rimasti nella piazza a guardarsi in torno. La donna annuì ed entrò nel bar più vicino; ordinò un caffè da asporto e un cornetto vuoto, uscendo poi con un sacchetto di carta marrone in mano, contenente la sua colazione.

Ci mise poco ad individuare Axl e Stephanie. Stavano camminando mano nella mano lungo il perimetro della piazza, non troppo lontano da dov'era lei. Cominciò a camminare verso di loro, ma si fermò quasi subito per guardare il viso del cantante. Aveva le labbra schiuse e piegate in un leggero sorriso, mentre con la testa buttata all'indietro guardava l'alto campanile. I lineamenti del suo volto erano particolarmente belli. La mascella era ben definita, gli zigomi alti e delineati; le labbra erano sottili e pallide, il naso lentigginoso e leggermente all'insù. Nonostante fosse un volto magro non lo avrebbe definito né scarno né emaciato, gli occhi, verdi e luminosi, sprizzavano salute e felicità. Sorrise guardandolo, vedeva nel suo sguardo la piena ammirazione verso quelli che erano i paesaggi della sua infanzia.

Prese il cappuccino ed il cornetto dalla busta di carta e la infilò tra il busto ed il braccio, poi iniziò nuovamente a camminare verso i due futuri coniugi e, arrivati davanti al Campanile di Giotto, le sue conoscenze artistiche ricominciarono a scivolare fuori dalle sue labbra come olio. Entrambi continuarono ad ascoltarla rapiti come la prima volta, affamati di conoscenza e preoccupati che il tempo avrebbe potuto strappare loro quelle informazioni che ora apparivano succulente e vitali. Il tempo pareva essersi fermato, stretto nel pugno di Greta, che raccontava l'arte così come appariva. Axl comprese cosa volesse dire essere dei grandi oratori e capì il potere immenso delle parole. Vennero interrotti, un paio di volte, da ragazzini che volevano l'autografo di Axl, o una foto con lui; altre volte un piccolo gruppo di persone si sarebbe radunato attorno al cantante, ma in una quindicina di minuti tutti se ne andavano.

La sabbia filava giù dritta nella clessidra della giornata: era ormai quasi sera. Il sole iniziava a tramontare, tinteggiando di rosa pesca il cielo serale. Le cinque e quaranta del pomeriggio, il tramonto, d'inverno, arriva presto.

Il giro finì; riuscirono visitare tutto e anche di più, poi fu il momento di andare. Greta tornò a casa a prendere le valigie e mentre chiudeva a chiave la porta le sfuggì un sospiro. Scese le scale del condominio ed arrivò in strada, dove una lunga limousine nera la stava aspettando, l'autista, vestito di tutto punto, era in piedi davanti alla porta che aspettava la donna per prenderle il carico. Quando la valigia fu sistemata nel bagagliaio, la ragazza castana salì nel veicolo, trovandosi seduta di fronte ad Axl e Stephanie.

Greta aveva la fronte appoggiata contro il finestrino e guardava le acque celesti dell'Arno. La radio fece partire Fat Bottomed Girls e tutti sorrisero nel sentire la voce familiare e pulita di Freddie. "Incredibile che sia morto, e dire che sono passati solo due anni..." Sospirò la riccia, non staccando gli occhi dalle acque cristalline che scorrevano veloci.

"Una fan dei Queen?" Le chiese Axl, curioso di sapere qualcosa in più su di lei dato che la conosceva a malapena. "Si, o almeno lo ero, ora mi fa tanta tristezza ascoltare le loro canzoni..." Sospirò e si voltò per guardare in faccia l'uomo. I loro sguardi si agganciarono, e per un po' nessuno disse niente. "Che mi dici dei Guns N' Roses?" Chiese lui, desideroso di sapere cosa ne pensasse della sua band. "Um... penso di aver ascoltato qualche canzone... è loro Don't Cry, vero?"
Il rosso sorrise ed annuì, "Me l'aspettavo," disse poi, "facciamo musica troppo cruda per una come te." Greta pensò un attimo a cosa dire, "Quindi canti nei Guns N' Roses, fai mettere qualcosa di vostro, voglio sentire come canti"

Axl fece schioccare le dita e, ottenuta l'attenzione dell'autista, gli disse di mettere il CD di Appetite for Destruction. Il rumore della macchina che corre sull'asfalto fu sostituito dalla chitarra elettrica di Slash che partì a tutto volume, suonando le note crude e selvagge di Welcome to the Jungle. Il volume era altissimo ed i sedili vibravano ritmicamente. La voce di Axl irruppe nella limousine, roca e graffiante annullava ogni altro pensiero e portava l'attenzione solo ed esclusivamente su di essa. Era crudo, tagliente, genuino. Ricordava di aver visto il video musicale su MTV. Riusciva a vedere Axl, con i capelli cotonati e scarmigliati ballare sinuosamente mentre cantava. I gesti fluidi e seducenti erano contornati dall'effimera bellezza giovanile del cantante, che caratterizza il videoclip. Ora invece era un uomo fatto e finito, e nonostante non sia cambiato molto, il ragazzino che canta Welcome to the Jungle sembra essere distante anni luce dall'Axl Rose che ora è seduto nella lussuosa macchina nera. I lineamenti del volto si erano fatti più virili e la barba rada copriva parte del viso. I capelli non erano più arruffati e nessun trucco era steso sul suo viso.

Era cresciuto. Fisicamente e non: non abusava più di droghe pesanti, anche per paura che gli danneggiassero la voce; non andava più a donne, aveva una fidanzata ed era fedele; cercava anche di essere meno stronzo con gli altri, ma non riusciva sempre nell'intento, perchè in fondo un po' stronzo lo era di natura. L'unica cosa che lo collegava ancora al ragazzetto strafottente e combina guai di Lafayette era la sua musica, che riusciva sempre a fare breccia nel cuore di milioni di spettatori.

Quando la canzone terminò Axl chiese cosa ne pensasse.

"È stupenda, davvero. La passione che mettete si sente tutta! Non è proprio il mio genere, ma devo dire che mi piace!" Disse allegra, zittendosi appena sentì che iniziava un altra canzone. Le note di It's so Easy riempirono le pareti della macchina e Greta si concentrò ad ascoltare la voce di Axl, che riteneva molto particolare e degna di nota.

Continuarono il viaggio in silenzio, fino a quando non partì Sweet Child O' Mine. Greta la riconobbe subito e sorrise nel sentire il famosissimo riff. "Questa mi piace!" Annunciò mettendosi a canticchiare le parole. La trovava estremamente dolce e capitava spesso che qualche ragazzo la suonasse per strada con la chitarra acustica.

Axl sorrise di rimando, vedendo che la canzone aveva, ancora una volta, fatto colpo. Circa a metà però vennero interrotti dall'autista, che annunciava l'arrivo all'aeroporto. Il cantante tirò fuori un paio di Ray Ban modello aviatore a specchio e li inforcò, poi legò i capelli in una coda bassa, e mise un cappellino da baseball in testa. Stephanie mise un paio di occhiali da sole Chanel, che le coprivano gran parte del viso.

Non appena entrarono nell'aeroporto un gruppo di fan si accalcò sul cantante, poi si aggiunsero dei giornalisti, che facevano domande su di lui e sul futuro della band. Riuscirono a fare il check-in in un tempo relativamente breve, per poi riuscire a salire sull'aereo alle sette e tre quarti. Erano, ovviamente, tutti e tre in prima classe, che era così spaziosa da farci entrare anche un elefante. Axl si sedette di fronte a Greta e tirò fuori un pacchetto di Marlboro; le offrì una sigaretta che lei prese volentieri e, dopo aver acceso la sua, le passò l'accendino. Una hostess che passava di lì li sgridò, intimandogli di spegnere le cicche, dato che non si poteva fumare sull'aereo, poi sparì nella seconda classe. La mora la spense quasi immediatamente, mentre il cantante continuò ad inalare il fumo. Le soffiò una nuvoletta grigia in faccia e sorrise.

"Allora Greta, dimmi qualcosa di te"

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