capitolo ventinovesimo

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La giornata era andata avanti per il meglio. Erano tornati a casa e non avevano fatto assolutamente niente se non continuare a guardare le foto su insistenza di Greta. Lui l'aveva presa in braccio sul divano, coccolandosela mentre lei buttava un occhio nel suo passato.

Avevano passato così qualche ora, lasciando che il profumo dell'acqua di colonia di Axl si mescolasse a quello di miele e cannella che emanava Greta, senza scollarsi mai. Quando lei passò in rassegna anche l'ultima foto le rimise con cura al loro posto e chiuse la scatola, appoggiandola vicino a sé sul divano. "E ora?" Chiese lui, appoggiando il mento sulla testa di lei. Greta scrollò le spalle. "Ci guardiamo un film?" Propose Axl, che ora guardava le cassette disposte in fila su vari scaffali. Erano per lo più horror o grandi capolavori ed erano un'infinità.

Lei annuì, alzandosi per andare a leggere i titoli. Prese tra le mani una cassetta e gliela porse. "Non l'ho mai visto" ammise, mentre lui prendeva il film. "Non hai mai visto Shining?" Domandò, risentito. "Io sono andato a vederlo il giorno stesso in cui è uscito, tu no?" Lei fece mentalmente due calcoli, "Avevo dieci anni quando è uscito, no che non l'ho visto"
"Allora bisogna rimediare"

Si alzò dal divano stiracchiandosi, "Andiamo in camera?" "D'accordo" E camminarono per i corridoi spogli, raggiungendo la camera da letto. Axl armeggiò un po' con il lettore, poi il film partì. Lui si sfilò i jeans e si stese sul letto affianco a lei, che si accoccolò subito tra le sue braccia. I film dell'orrore non le andavano troppo giù, ma era talmente famoso che doveva valerne la pena.

Le sembrò per un attimo di ritornare a quel giorno in cui guardarono assieme Colazione da Tiffany. Non sarà passato poi così tanto tempo, ma ne erano capitate di tutti i colori.

Pensò a questo fino a quando non finirono di elencare cast e produttori del film, in un infinito viaggio in macchina tra le montagne, poi iniziò a prestare attenzione. Axl doveva averlo visto davvero molte volte, perchè non si sorprendeva di nulla ed ogni volta che lei sussultava soffocava una risata e non mancava mai di prenderla in giro.

Greta aveva sempre creduto nel vero amore. Da quando era una bambina aveva sempre pensato che un giorno sarebbe arrivato anche per lei il principe azzurro con il cavallo bianco, pronto a salvarla da qualunque cosa.

Ora Axl non copriva molte di quelle qualità che lei immaginava il suo principe dovesse avere: era lì con la mano sul suo sedere sempre pronto a fare battutine sconce, non proprio Mr. Eleganza insomma. Eppure Greta stravedeva per lui; del resto gli opposti si attraggono.

Lei non era tipa da horror, lui non guardava altro. Sembrava quasi si divertisse, lei invece era preoccupata per come potesse andare a finire. Se ne stava raggomitolata nel suo abbraccio, guardando di tanto in tanto verso Axl per cercare un po' di rassicurazione.

Anche senza calzamaglia e cavallo rimaneva il suo principe in jeans strappati. Provò un immenso senso di gratitudine per averlo nella sua vita e chiuse gli occhi sorridendo, stringendolo un po' più forte nel suo abbraccio.

Lui pure era immensamente felice di avere Greta nella sua vita. Era quello che aveva sempre cercato, ma per un motivo o per l'altro non gli era mai stato concesso. Somigliava tanto ad Erin, nella gentilezza e anche nell'aspetto, quello diverso, sta volta, era lui.

Non sarà la persona più stabile del mondo ma, doveva ammetterlo, aveva fatto passi da gigante. E stavolta non gli sarebbero servite seconde o terze possibilità, promise in quel momento che non le avrebbe mai dato motivo di lasciarlo.

Lo promise quasi di più per lui stesso. Era sicuro che lei avrebbe trovato un rimpiazzo molto in fretta e avrebbe potuto passare la vita con chiunque lei volesse, lui, al contrario, sapeva che non avrebbe mai trovato una ragazza altrettanto perfetta.

Le diede un bacio sulla fronte, mentre lei era assorta nel film. (O nei suoi pensieri)

L'arrabbiatura presa in mattinata era pian piano sfumata, finendo nel dimenticatoio. Chi se ne importa se gli altri lo odiavano. Lui era felice.

Da quanto non si sentiva felice? Non lo sapeva neppure lui, sapeva però cosa gli serviva per esserlo. Si stupì pure lui a pensare una cosa così estremamente melensa, ma non osò ribattere. Aveva la sua ricciolina stretta tra le sue braccia e questo bastava a renderlo felice.

Gli venne in mente una delle loro prime piccole discussioni, che riguardava quella sua stupida commedia romantica. "Il vero amore e cazzate varie. Le relazioni si basano su altro"
Parole sue che ormai più di tanto non lo convincevano.

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