capitolo decimo

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ATTENZIONE, questo capitolo contiene riferimenti espliciti al sesso, 14+

Sbatté la porta dietro di sé, lasciando quella tavola lignea a dividerlo da Greta. Aveva dentro una rabbia tale che voleva rompere in mille pezzi qualunque cosa gli capitasse a tiro. Stephanie stava già dormendo, così entrò nel loro bagno e buttò a terra tutto quello che vedeva; shampoo, sapone, spazzolini da denti, asciugamani: tutto.

Tirò anche un calcio ben assestato al bidet, non sapendo cosa fosse non gliene poteva importare di meno. Non capiva perchè fosse così dannatamente fuori di sé, ma la sola idea di Romeo avvinghiato a Greta, di lui che la baciava, che la toccava, lo mandava in bestia. Il bagno era completamente distrutto, aveva persino rotto lo specchio, che ora giaceva a terra in mille pezzi appuntiti e taglienti. Uscì dal bagno e prese il suo pacchetto di Marlboro, poi uscì, senza nemmeno prendere la giacca, nonostante il gelido vento invernale. Uscendo si fermò davanti alla porta della donna, e gli venne voglia di entrare, di prenderla e di dirle che lei, con Romeo, non ci poteva stare. Sentì poi le note di una delle sue canzoni provenire dalla stanza e per un attimo la rabbia scomparve.

Si addolcì pensandoli stesi insieme nel suo letto, avvinghiati dolcemente, mentre ascoltavano le sue canzoni più belle. Immaginò il corpo minuto di Greta stretto tra le sue braccia ed un piccolo sorriso impercettibile si andò a formare sul suo viso. Abbandonò l'idea di entrare nella sua camera ed uscì dall'albergo, portando alle labbra l'ultima sigaretta del pacchetto.

Mentre camminava senza meta suoi pensieri continuavano ad essere incentrati sulla giovane; all'inizio restarono dolci e puri, ma nella sua mente poi tutto prese una piega erotica.

Aveva già immaginato cosa ci fosse sotto i vestiti, ma andò oltre. La immaginò stesa sotto di lui, completamente nuda e con gli occhi voluttuosi, mentre si mordeva con forza il labbro inferiore. Riempì mentalmente la sua pelle eburnea di succhiotti violacei: sul collo, tra i seni, sulle braccia...

La immaginò chiamare desiderosa il suo nome ma interruppe i suoi pensieri non appena si accorse del grosso rigonfiamento che premeva contro i jeans.

Rimase in piedi, fermo come uno stoccafisso. Era in pieno centro, con orde di turisti che assaporavano la bellezza notturna di Roma, e lui era lì, fisso. Gli ingranaggi del suo cervello giravano veloci, cercando qualche altra motivazione per quello che era appena successo: si era eccitato pensando a Greta.

Pensava di amare Stephanie, non era forse così? Ovviamente non era la prima volta che si eccitava pensando ad altre donne, ma con Greta era diverso. Era bella, bellissima, ma non aveva un corpo particolarmente formoso né lo metteva in mostra. Gli era capitato molte volte di trarre gusto a guardare altre donne, ma generalmente avevano seni prosperosi e non significavano nulla.

E allora Greta?

A Greta, lui, ci teneva. Eccome se ci teneva! Non si conoscevano da molto, ma ora come ora non potrebbe pensare di stare senza di lei.
Stavano imparando a conoscersi, ogni giorno si scambiavano un pezzo di sé, si scoprivano a vicenda.

E ora? Forse l'aveva scoperta un po' troppo...

Scosse la testa.

Cosa gli stava succedendo? Lui, Axl Rose, stava perdendo la testa per una ragazzina, quando al suo fianco aveva una supermodella estremamente bella?

Impossibile si disse, cominciando a pensare che Stephanie starebbe ugualmente bene sotto di lui ma... niente da fare, continuava a vedere Greta, e la sua eccitazione spingeva sempre di più contro il tessuto rigido dei jeans.

Imprecò più volte, poi entrò in una macchina che aveva noleggiato per il soggiorno a Roma, grazie a Dio parcheggiata lì vicino, si slacciò la cintura di pelle ed abbassò la zip dei pantaloni.

Lasciò i suoi pensieri vagare liberi alla scoperta della ricciolina, lasciandosi guidare solo dall'immaginazione e dalla sua mano. Scoprendo ogni centimetro quadrato del suo corpo, ogni millimetro di pelle, ogni neo, ogni imperfezione, come fosse reale.
Pensò a vari posti in cui poteva essere situato quel tatuaggio, così misterioso, che sapeva di proibito, ed in qualunque zona del corpo lo collocasse lo trovava estremamente provocante.

Appena finì desiderò averla accanto a sé.

Una notte. Una notte le basterebbe per dare a Romeo il bel servito e fiondarsi tra le mie braccia. Pensò irritandosi nuovamente al pensiero dell'uomo.

Tornò all'albergo, non era più arrabbiato, ma quando passò davanti alla camera di Greta, d'istinto si fermò. Sarebbe potuto entrare, baciarla, spogliarla e scoparsela, anche con Stephanie lì affianco, poco gli importava, gli bastava sapere che lei, ovviamente, non lo avrebbe rifiutato. Nessuno mai l'aveva rifiutato.

Portò la mano sulla maniglia d'ottone ma, prima di abbassarla, ci ripensò e ritrasse la mano con uno scatto serpentino. Si allontanò il più velocemente possibile dalla camera della donna, entrando nella sua e fiondandosi sotto le coperte.

Quella notte Axl Rose non dormì. Pensò a lungo al significato delle sue azioni, mormorando le più volgari imprecazioni.

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