capitolo sesto

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"Vedi, il Discobolo è stato pensato per essere visto solo frontalmente, al contrario di altre opere come l'Apoxyómenos o l'Ercole Farnese di Lisippo, entrambi ideati per indurre lo spettatore a girare attorno alla statua."

Greta riusciva a nebulizzare interesse e fascino, parlando con naturalezza e trasporto ed Axl ascoltava attentamente ogni parola, Stephanie invece era rimasta a casa, con la febbre ed il raffreddore, presi probabilmente il giorno prima, mentre entrava nei negozi fin troppo riscaldati ed usciva al freddo con la giacca aperta.

Smise di parlare del Discobolo e fece per passare alla prossima statua, ma Axl la interruppe: "Senti, posso farti una domanda?" Domandò, appoggiando il braccio sulla spalla di lei. "Certo!" Rispose con un sorriso, entusiasta di sentire quale fosse il suo dubbio.

"Hai detto che per la storia della Kalokagathia rappresentavano solamente cose belle esteticamente, giusto?" Lei annuì "Si, è corretto" "Allora per quale cazzo di motivo hanno tutti un pene così striminzito?" Le guance della donna si imporporarono, quando un paio di persone si girarono a guardarli. "Axl!"
"Quindi lo sai o no?" "Si... è sempre un concetto estetico, all'epoca quelli che, um... quelli che erano molto... dotati, ecco, venivano considerati animaleschi ed incapaci di mantenere sotto controllo i propri istinti"
Poi Axl sorrise beffardo. "E tu ricciolina, che ne pensi? Meglio grande o piccolo?"
"Axl! Siamo in un museo..."
"Hai ragione, riprendiamo la conversazione in camera da letto" concluse facendole l'occhiolino e si spostò all'opera successiva.

Gli piaceva stuzzicarla, le sue reazioni impacciate erano davvero divertenti secondo lui, e per questo era sicuro che avrebbe continuato a tormentarla per tutto il tempo che avrebbero passato assieme. Si divertiva a metterla a disagio ed il suo ego spropositato era convinto che a lei tutto questo piacesse.

Passarono altre due ore al museo, quando gli capitava faceva qualche battuta perversa e lei tentava in ogni modo di non arrossire. Stava rendendo questo lavoro molto più difficile del previsto. Le battute non le avrebbero dato fastidio, in realtà, se solo Axl non fosse stato ufficialmente fidanzato.

Quando uscirono, continuarono a girare per le strade di Roma in cerca del Pantheon, litigando non poco con la mappa. "Ti dico che dobbiamo girare a destra!" "No, è a sinistra!" "Non possiamo chiedere ad un passante?!" "Vuoi che mi riconoscano?" chiese stizzito, abbassando gli occhiali da sole per guardarla negli occhi. "Beh, posso sempre andare a chiedere io..." commentò, spostandosi dall'altro lato della strada.

Vide un giovane che stava fischiettando con le mani in tasca, così gli andò in contro e lo fermò. "Ciao, scusa, posso chiederti un'informazione?" L'uomo abbassò lo sguardo, ed i suoi occhi marroni incontrarono quelli cerulei di lei. "A bella, dimmi" "Come lo raggiungo il Pantheon?" domandò, mostrandogli la cartina. "Te ce porto io ar Pantheon! Si 'na turista?" "Si, Roma è bellissima" rispose lei sorridendo, facendo ad Axl cenno di avvicinarsi. "Questa città te rubba er core tanto quanto tu hai rubbato er mio" le disse, prendendole la mano e scoccando un bacio su di essa. "Che ha detto?" domandò Axl, attirando l'attenzione su di lui. "Che ci accompagna lui al Pantheon!" "E per questo ti ha baciato la mano?" Chiese, lanciandogli un'occhiataccia. "Perchè parlate in inglese? E lui chi è?" domandò, parlando la lingua del cantante con un forte accento italiano. "Chi sei tu piuttosto, lei è con me-" Greta gli lanciò uno sguardo interrogativo "No, non sono con te"

Il romano ignorò completamente il rosso, e riprese la mano di Greta, "A bella pischella, qual è er tuo nome?" "Greta" "Incantevole, io so Romeo e te devo dì, de tutta Roma tu sei er monumento più spettacolare" "Che ha detto?"
"Niente" "Come niente? Ho detto che di tutta Roma è il monumento più bello" ripetè in inglese Romeo, scoccandole un bacio sulla guancia. Axl la prese per le spalle e la tirò indietro. "Dobbiamo andare al Pantheon, no?"
"Vi ci porto subito" Disse, prese la mano di Greta e cominciò a camminare, inseguito da un Axl infastidito, che stava tirando fuori una Marlboro dalla tasca.

"Et voilà" disse, svoltando l'angolo, facendoli arrivare difronte al tempio. "Me lo merito un bacio?" Disse, avvicinandosi pericolosamente al viso della donna che però mise una mano tra la bocca di Romeo e la sua. "Bene, ora che ci hai accompagnati, puoi anche andartene." commentò stizzito il cantante, mettendosi in mezzo. "'Sta bonazza nun me scampa" disse, rivolto ad Axl; quest'ultimo stava per ribattere quando Romeo lo scansò, tornando a baciare la mano di Greta.

A lei tutte queste attenzioni non dispiacevano e le reazioni di Axl erano spettacolari. Voleva scoppiare a ridere, ma si trattenne. Purtroppo però dovevano davvero andare, così ritrasse la mano "Dobbiamo sul serio andare, grazie mille Romeo" L'uomo tirò fuori un bigliettino dalla tasca dei pantaloni e lo chiuse nella mano di Greta, le fece l'occhiolino e si allontanò. "Che ti ha dato?" Domandò, cercando con lo sguardo il foglietto di carta, "Il suo numero" Rispose, ridendo leggermente. "C'è un cestino lì" Mugugnò, indicandolo. "Dai, entriamo"

Come varcarono l'ingresso Greta rimase a bocca aperta. "Non è bellissimo?"

Rimasero nel tempio per una mezz'ora, poi uscirono, entrambi soddisfatti di ciò che avevano appena visto. "Lo prendiamo un gelato? Quando andremo a Parigi farà schifo" commentò Greta, guardando l'orologio che segnava le quattro meno due minuti. Axl annuì ed entrarono nella gelateria più vicina. "Um... io prendo una pallina di pistacchio" disse lei, indicando il gusto. "Due" aggiunse lui. "Cono o coppetta?" Greta stava per rispondere 'coppetta' quando Axl rispose "Cono" per entrambi. "Ma io volevo-" venne interrotta dal dito del cantante che premeva sulle sue labbra, "Shh"

Gli lanciò uno sguardo interrogativo, l'ennesimo della giornata, e lui ghignò. Il gelataio passò loro i due coni, e si sederono ai tavolini che erano situati all'esterno. Greta si stava godendo il panorama, ed anche Axl a modo suo...
La visione della donna intenta a leccare il gelato era, a detta sua, paradisiaca.
"Che cono fortunato" Le disse, facendole l'occhiolino. "Axl!" disse "Per questo mi hai fatto prendere il cono?! Sei un caso disperato..." commentò, allontanando il gelato dalla bocca. Lui ridacchiò, ma il sorriso si spense non appena sentì le parole di Greta, "Romeo è proprio simpatico, dovrei chiamarlo..." disse pensierosa, estraendo il foglietto dalla tasca. "Posso?" chiese, e senza aspettare una risposta prese il foglietto dalle mani della donna, facendolo accidentalmente cadere nel cestino. "Ma, mi spieghi perchè l'hai fatto?" "Sarebbe una distrazione per te, ricordati che sono il tuo capo" disse, ghignando. "Peccato quello fosse uno scontrino" rispose, sorridendo a sua volta.

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