capitolo diciottesimo

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Telefonare a Romeo fu una delle cose più difficili che Greta avesse mai fatto. Era, in tutto e per tutto, un bravo ragazzo, e sentire la sua voce rotta dal pianto era straziante. Aveva cercato, in vari modi, di addolcire la pillola, ma era ancora più difficile da ingoiare di quanto si aspettasse. Era sul punto di piangere anche lei essendo sempre stata una ragazza, ed in seguito donna, dal cuore grande. Non avrebbe mai voluto spezzare il cuore a nessuno, né tantomeno a qualcuno che, anche se per poco, aveva tenuto in mano il suo di cuore.

Poi, poche semplici parole la colpirono in pieno petto. "È per quell'americano?"
Si sentì obbligata a dirgli la verità, ritenendo giusto che lui sapesse. Prese un gran respiro, arrotolando il filo rosso del telefono sull'indice, prima di rispondere con un flebile "si".

Nessuno disse più niente per un po', mentre Greta guardava a terra con occhi lucidi, poi Romeo mise giù. Tenne per un po' la cornetta tra le mani, rigirandosela tra le dita, poi la posò tristemente al suo posto. Anche se sono durati relativamente poco, i sentimenti per Romeo erano veri.

Si raggomitolò su se stessa, avvolgendosi nelle lenzuola, voltando per sempre una pagina, nonché concludendo un capitolo, della sua vita. Ora aveva ben altro a cui pensare. Fissava la carta parati rosa pesca del muro, mentre con l'immaginazione vagava. Come una calamita i suoi pensieri venivano attratti sempre dallo stesso argomento, nientemeno che Axl.

Cosa provava veramente per lui? Era disposta ad interrompere un matrimonio che era lì lì per concludersi? Tutte domande a cui non sapeva rispondere. Quante volta la mamma le aveva detto di non guardare nemmeno gli uomini impegnati, quante! Non si sarebbe mai aspettata però, di innamorarsi in maniera così lenta e dolce.

Avesse provato qualcosa per lui dall'inizio non sarebbe nemmeno partita. No, non si era innamorata di lui, si era innamorata di loro due, degli scherzi, delle carezze. Si era innamorata di quei momenti passati con Axl, e desiderava viverne ancora e ancora. Lo voleva adesso, lì, ad abbracciarla.  Purtroppo però non poteva, e lo sapeva bene.

Axl, d'altra parte, si era innamorato allo stesso modo. Si rigirava la scatoletta di Tiffany tra le mani e si tormentava sui suoi sentimenti. Certo, l'aveva sempre ritenuta una bella donna, ma lui aveva Stephanie e lei gli bastava, ora invece sembrava non bastargli più. Lui voleva Greta.
E Greta avrebbe avuto, fosse l'ultima cosa che faceva.

Quel gelido febbraio stava lentamente esaurendosi, rendendo le giornate meno fredde e più lunghe. Portandosi via pian piano i sentimenti di Greta verso Romeo e quelli di Axl verso Stephanie. Lasciandoli soli ed incapaci di leggere i loro stessi sentimenti, troppo impegnati a guardarsi l'un l'altra.

Stephanie ormai non inventava nemmeno più scuse, non veniva nei musei e basta. Così, quando finalmente fu il turno di visitare il Louvre lei non si curò nemmeno di dare spiegazioni ed uscì lesta dall'albergo.

Axl approfittò del momento da solo con l'amata per poterle dare un bacio. "Ho lasciato Romeo" disse lei, un po' triste, e si rifugiò nel petto dell'uomo che, colto un po' alla sprovvista, la strinse forte.

Uscirono dall'albergo camminando vicini, parlando un po' di quotidianità ed in breve tempo raggiunsero il museo.

Greta non seppe mai quale cifra Axl avesse pagato per avere il museo a sua disposizione, ma gli fu sempre tanto grata per averle permesso di vedere in maniera così spettacolare la galleria.

Passarono in rassegna varie opere e si ritrovarono ad ammirare Amore e Psiche di Canova. Greta raccontò la favola scritta da Apuleio e non potè non sperare di riuscire un giorno ad avere anche lei il suo lieto fine.

Axl dal canto suo avrebbe tanto voluto saltarle addosso ogni volta che apriva bocca e riempirla di tanti baci, ma sapeva anche che non era ancora riuscito a scaricare Stephanie e senza prima averla lasciata non avrebbe potuto far nulla.

Continuarono il giro. Axl ascoltava i racconti di Greta con ancora più interesse del solito, soffermandosi qualche volta su tratti e particolari del suo viso, come la punta del naso leggermente all'insù e le labbra rosee. Aveva un piccolo neo vicino alla guancia che Axl non aveva mai notato prima e si stupì nel vederlo.

Camminarono a lungo, ma le ore volarono, Greta quasi non credeva di aver visto tutte quelle meraviglie e continuava a ringraziare Axl. Stavano per raggiungere l'uscita quando lui la fermò. Tirò fuori, per l'ennesima volta, quella scatola azzurrina contenente il gioiello marchiato Tiffany e la porse, per l'ultima volta, alla sua ricciolina.

"Greta, so che non la volevi, ma ti prego, prendila" Cercò di suonare il più convincente possibile. "Come pegno," aggiunse poi, forse un po' titubante riguardo alla scelta delle parole "del mio amore" concluse, soddisfatto, e lei prese il cofanetto.

"Sei maledettamente testardo!" Lo rimproverò, per poi abbracciarlo "Grazie mille Axl"

Lui poi le prese la mano e la trascinò fino ad Amore e Psiche. "Posso baciarti?" Le chiese, portando una mano tra i capelli ricci ed avvicinandola lentamente, coinvolgendola nel bacio, senza aspettare risposta.

"Che dolce" commentò lei, sorridendo. "Possiamo subito rimediare, se ti va imitiamo Amore e Psiche" Lei roteò scherzosamente gli occhi, "Scemo"

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