capitolo ventiduesimo

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Appena uscito dalla doccia Axl si fiondò sul letto, con l'asciugamano stretto in vita. Accese la televisione e prese a fare zapping, senza veramente prestare attenzione a quello che proponeva la tv. Greta era ferma in piedi, con le braccia conserte, a guardarlo.

"Dovresti proprio andare" Gli disse, il tono era un po' di rimprovero ma comunque tranquillo. "E dai bimba," La riprese, seccato.

Così cambiò gioco. "Peccato" iniziò, stendendosi di fianco a lui, "Mi sarebbe piaciuto vederti sul palco" continuò, giocherellando con il lembo dell'asciugamano di Axl, "Non hai idea di quanto mi piaccia la tua voce, è così..." si morse un labbro e gli sfiorò la pelle "oh come non detto, se non ne hai voglia ovviamente non serve che tu vada" Lei iniziò a giochicchiare con il suo piercing e lui la guardò curioso. "Così come?"

Lei sorrise beffarda, consapevole di aver vinto. Si avvicinò all'orecchio di Axl fino a quasi sfiorarlo ed in un sussurro disse "è estremamente eccitante"
Per poco non gli si rizzarono i peli delle braccia e gli venne un'improvvisa voglia di salire sul palco. La sua mente fece corto circuito e la sua bocca parlò prima ancora di pensare. "Sai, ricciolina, non ci vedo niente di male a partire"

Voleva alzare gli occhi al cielo, ma si trattenne e si limitò a sorridergli. "Quando partiamo?" Chiese lei, alzando lo sguardo. "Direi lunedì"
Lei fece un paio di calcoli mentali, prima di arrivare alla conclusione che lunedì era il giorno dopo. "Uh, devo fare la valigia" commentò pensierosa e fece per alzarsi, ma Axl la trattenne. "Che vuoi fare oggi? Ultimo giorno a Parigi" Le chiese, realizzando che era pure l'ultimo giorno di febbraio.

"Perchè non facciamo quello che vuoi tu?" Gli chiese invece, non avendo voglia di fare nulla in particolare. Si sarebbe aspettata una delle solite battute, ma stranamente non fu così.
"Che ne dici di andare in un bar? Così ti abitui alla vita in tour" Lei scrollò le spalle, "Come vuoi, è ancora mattina però" Lui ci pensò un po' su, "Ho voglia di fare un giro" commentò, poi senza alcun pudore si alzò e lasciò cadere l'asciugamano, iniziando a tirare vestiti fuori dai cassetti.

Lei prese una maglietta che era finita sul letto e se la infilò. "Che cliché" Commentò, storcendo il naso. Guardò la maglia e corrugò le sopracciglia. Era bianca con una scritta rossa, "St. Louis Sucks" lesse ad alta voce e cercò con lo sguardo quello del cantante, "Che hai contro St. Louis?" Lui, che tra tutto quello che aveva tirato fuori dai cassetti era riuscito ad infilarsi solo un paio di boxer, scrollò le spalle, "Tutto, magari un giorno ti racconto" Poi riprese a frugare nei cassetti, rendendoli ancora più disordinati di prima.

"Ma dai! Ora sono curiosa!" Lui rise, infilandosi un paio di jeans strappati, "Ne riparliamo poi, ora non ne ho voglia" Lei sbuffò sonoramente, "Uff, va bene, questa me la tengo finché non me lo racconti però" disse, riferendosi alla maglietta, poi infilò i pantaloni della tuta, "Vado a cambiarmi"

Sparì nella sua stanza, si lavò il viso ed i denti, tentò di sistemarsi i capelli ed infilò al volo un paio di jeans a palazzo, tenne la maglietta di Axl e prese il cappotto, infilando in tasca soldi e accendino.

Axl nel frattempo era riuscito a trovare la maglietta che voleva, poi cercò a lungo una bandana, infine rimise tutti gli anelli ed i braccialetti che portava di solito, perdendoci dietro un bel po' di tempo.

Quando finalmente riuscirono ad uscire dall'albergo erano già le undici passate ed iniziarono ad andare a zonzo per Parigi, senza una reale meta. Chiacchierarono normalmente, senza soffermarsi su nessun argomento in particolare e quando entrambi cominciarono a sentire fame si fermarono al primo ristorante che videro e ci si fermarono senza troppe celebrazioni.

"Ora mi racconti?" Gli chiese, indicando la maglietta. "Certo che sei testarda" sbuffò, poi appoggiò la testa tra le mani, massaggiandosi le tempie. "Hanno fatto un gran casino quei cazzoni: lanciavano bottiglie sul palco, dei coglioni stavano molestando le ragazze in prima fila ed uno di quelli stava registrando pure il concerto, dato che la sicurezza non è intervenuta sono intervenuto io, l'altr'anno hanno pure cercato di arrestarmi" Tagliò corto, versandosi dell'altro vino. "Il peggior concerto della mia vita"

"Uh, mi dispiace" Tentò lei, insicura su cosa potergli dire, non riuscì nemmeno a trovare le parole per andare avanti che vennero interrotti da un click seguito da una gran luce. Appena si girarono si trovarono faccia a faccia con un gran gruppo di fotografi e giornalisti, mentre venivano accecati dalle costanti luci dei flash.

Vennero investiti da una miriade di domande essenzialmente inutili, che non fecero altro che procurare un gran malumore ad Axl. Si alzò di fretta, lasciò dei soldi sul tavolo, prese Greta per mano e si fece largo a son di spintoni e gomitate tra la cerchia di giornalisti, ignorando completamente le domande su Stephanie e cercando di andarsene il più in fretta possibile.

Quando finalmente furono di nuovo da soli tentò di recuperare il buon umore. In terapia aveva fatto grandi progressi su sé stesso, era il momento di mettersi alla prova.

"Un altro concerto allucinante" iniziò, cogliendola di sorpresa, "un anno fa a Bogotá, c'erano di continuo fottutissimi spari e la notte sentimmo una cazzo di bomba!" iniziò a raccontarle quei due giorni da incubo, perdendosi nei dettagli e rendendo l'intera storia estremamente divertente come solo lui la poteva fare.

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