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Erano passati diversi giorni dall'ultima "scoperta" e Momo era stata troppo impegnata con le verifiche e le interrogazioni per poter avere il tempo di andare a caccia di graffiti. Era giunto finalmente il sabato e lei era esausta. Pist la stava aspettando con l'inseparabile Vin, ve beh, inseparabile sino a che non aveva di meglio da fare...
Momo alzò la mano in segno di saluto e i due si scostarono dalla ringhiera delle scale che portavano all'ingresso dell'istituto, per raggiungerla.
«Allora Momo che dici... questa sera organizziamo per andare al RollingBall?»
Il RollingBall era un locale caruccetto ma niente di eccezionale a parte i divanetti rosso fragola. È poi, a volte c'era il DJ che metteva pezzi elettronici o indie. A Momo piaceva ma siccome non era vicinissimo, serviva prendere i mezzi e visto che erano tutti dei gran pesaculo, si finiva per ripiegare sul solito bar pizzeria, che restava aperto sino a tardi.
Lei annuì con l'aria assorta.
«Be', che hai?» chiese Pist.
«Niente, sono solo stanca... ho avuto una settimana infernale!»
Pist calciò un coso di plastica che stava sul marciapiede, forse il pezzo di un tappo.
«Hai trovato più niente...» chiese lui con l'aria vaga.
«Ma sei sordo o rinco? Se ti ho detto che ho avuto da studiare tutta la settimana! Giusto se veniva a farmi un graffito in camera!»
«Ehi, Ehi, calmati... ho solo chiesto. È poi che ne so, dove sta tu stanno quei graffiti, magari te ne ritrovavi davvero uno in casa!» rise ma si stoppò al volo perché Momo gli fece uno di quegli sguardi assassini che non promettevano nulla di buono.
«Ok, sto zitto ma risparmiami la vita!» ridacchiò cercando la complicità dell'amico che in compenso aveva la faccia affondata nello schermo del cell. Pist si strinse nelle spalle con l'aria sconsolata del genio incompreso.
Poi, cercò di cambiare argomento.
«Allora questa sera ci sei?»
«Ti ho già detto di sì» Momo inclinò la testa scrutandolo «Sei sicuro di stare bene, oggi... sei sfasato...» stava per aggiungere che in effetti "l'essere sfasato" era una sua peculiarità ma quel giorno pareva messo peggio del solito.
«Perfetto, allora ci si vede alle nove davanti alla fermata dell'autobus!»
Momo annuì senza troppo entusiasmo. Infine virò per infilarsi tra di due, poggiando le mani sulla loro spalla. «Bene, allora ci si vede stasera!» poi li sorpassò, tirando dritto verso casa dove prevedeva di farsi un lungo sonno, altrimenti col cavolo che sarebbe stata sveglia quella sera!

STORIA DI MOMOWhere stories live. Discover now