La mattina dopo, ancora dolorante, aveva telefonato a Pist per dirgli di vedersi verso le 12:00 al parchetto. Inutili le domande di lui riguardo alla ragione, Momo non disse nulla, sviando abilmente.
«Allora, perché siamo qui?» Pist era evidentemente assonato e decisamente scazzato ma si era comunque presentato, il che gli dava un punto a suo favore.
Momo ancora si ostinava a non dire nulla. Infilò la testa nello zaino, estraendo il foglietto con la scritta, per poi porgerlo all'amico.
«Avevi ragione» asserì infine.
«Che cos'è e ragione per cosa?» l'altro era sconcertato.
«Non ti dice niente quella?» Momo accennò col capo al foglio.
Chissà quale lampadina o candela, o lampada a olio si accese nella mente offuscata di Pist, ma finalmente comprese.
«Dove lo hai trovato?!»
«Esattamente dove l'ho preso ora!»
«Nel tuo zaino?!»
«Ah-ah... proprio lì».
Pist si grattò la testa, incerto.
«E come ci è finito nel tuo zaino?»
Momo si strinse nelle spalle lasciando l'altro nel dubbio per poi iniziare a raccontare.
«Ieri me lo hanno rubato.»
«Rubato?!»
«Proprio così! Stavo tornando a casa e me lo hanno sfilato via due sul motorino. Nel farlo mi hanno spinto contro il muretto e sono anche svenuta...»
Momo cercava di dare poca rilevanza alla cosa anche perché non era lì per parlare della sua "disavventura" ma del "writer degli enigma-parole". Ma ovviamente Pist trovò l'accaduto assolutamente degno di nota.
«Ma ora stai bene? Voglio dire...»
«Tranquillo Pist, sto bene!» lo interruppe lei «in effetti ieri non è stata una grande idea tornare da sola e ho anche sbagliato bus, che mi ha lasciata alla fermata sulla nazionale... ma non è questo il punto!»
«E quale sarebbe il punto? E poi se ti hanno rubato lo zaino come mai lo hai ancora?!»
«Ecco, è proprio questo "il punto"... quando mi sono risvegliata lo avevo tra le gambe»
Pist la fissò attonito.
«Qualcuno lo aveva recuperato, riportandomelo»
«E chi?!»
Momo non rispose alla domanda in modo diretto. «Quando ho aperto per controllare se ci fosse tutto, ho trovato quel foglietto con quelle due lettere...».
Pist lo osservò come se lo vedesse per la prima volta in quel momento e poi passò a fissare Momo.
«Vuoi dire che...»
«Esattamente» incalzò lei.
«Ma allora...»
«Allora avevi ragione: mi segue!»
«E meno male! Ti ha anche recuperato lo zaino... quindi lo hai visto? Lo hai conosciuto?»
Momo fece un'espressione delusa per poi scuotere la testa.
«Pist...»
L'amico restò zitto in attesa che lei continuasse.
«Penso che sia un fantasma!» con tono sussurrato.
«Come un fantasma?!» Pist in compenso quasi urlò.
«Schhh!» Momo si guardò intorno come se quella domanda svelasse chissà quale segreto internazionale.
«Ho cercato di capire come avesse fatto ma sia prima che dopo ero totalmente sola su quella strada e tu sai bene che non vi sono molti posti dove nascondersi».
Pist annuì, in effetti tolte la carreggiate e la zona pedonale c'era ben poco... una spianata di campi incolti da una parte e un fosso dall'altra e questo sino a che la strada, poco piùavanti, non mutava in una sorta di cavalcavia.
«Quindi non hai visto niente di niente?»
Momo annuì con decisione.
«Che storia...» Pist era sconcertato. Forse l'amica aveva davvero ragione e il tizio era un fantasma. Un "graffittaro" rimasto ucciso dalla metropolitana mentre tentava la fuga... "che cosa macabra", pensò.
«E comunque ha lasciato questo e non ho la più pallida idea di cosa significhi.»
Pist tornò al foglio con la scritta in caratteri come sempre molto elaborati.
«S... A...»
Momo alzò un sopracciglio in attesa che un miracolo risvegliasse i neuroni sopiti dell'amico.
«Ti dice niente?»
Pist se ne stette in silenzio, poi pronunciò le due lettere insieme: «SA... come sapere... lei o lui sa... ma lei o lui chi?».
Momo sgranò gli occhi, le aveva da subito considerate un acronimo senza mai pensarle come una parola unica e sensata. Pist a volte la stupiva!
«Giusto!» ma l'enigma restava comunque tale... chi sapeva? Forse era riferito a Pist quando le aveva detto che il writer la teneva d'occhio... magari era un modo per dirle che era proprio così! Momo afferrò il biglietto dalle mani di Pist per poi sorridergli. «Che ne dici di un frullato?»
Pist era ancora immerso nelle sue deduzioni e tutto si aspettava, fuorché quell'uscita ma non gli dispiacque poi molto, anzi! Era quasi ora di pranzo ma potevano prendere una pizza e le patatine al solito posto e per finire... il frullato!
«Che ne dici se mangiamo fuori?»
«Va bene!» Momo sembrava aver riacquistato nuovo entusiasmo. Forse perché aveva un nuovo "caso" da risolvere. A chi si riferiva quel "SA"? E se fosse stata lei a sapere? Magari a sapere di lui, della sua esistenza... un fantasma che cercava di parlare al mondo attraverso di lei... wow!
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STORIA DI MOMO
Short Story"Momo era simile a tante altre ragazze pseudo-alternative, con i vari eccessi estetici e caratteriali. Ma simile non vuol dire uguale e in lei vi era qualcosa di diverso... non da tutti ma da molti."