CAPITOLO II

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Finalmente arrivò il giorno della partita; tutta la scuola era in trepidazione, tutti volevano sapere in anticipo come sarebbe finita.

Sia noi cheerleader che i giocatori, eravamo pronti in campo, tutti ci stavamo preparando per svolgere il nostro compito.

Vidi con la coda dell'occhio Ryan, era teso, ma allo stesso tempo concentrato, voleva, come tutti noi, vincere quella partita.

- Andiamo ragazzi! Tutti credono in questa vittoria! Dobbiamo vincerla! - così Ryan incitava i suoi compagni e io, non fui da meno - Ragazze, dobbiamo impegnarci e tifare i nostri giocatori per un'ora! -

Dopo qualche istante, la partita iniziò.

Gli avversari partirono subito con grande forza, realizzando un touchdown in soli due minuti e le lamentele dei tifosi iniziarono a farsi sentire: la partita stava già prendendo una brutta piega.

Girai lo sguardo verso Merith - Tesoro, dobbiamo fare qualcosa qui, impegniamoci di più! -

Merith non disse nulla se non - Avete sentito?! Più voce! Dobbiamo aiutarli a vincere! -

Così, iniziammo a urlare il nome di Ryan e così fecero anche i tifosi.

Ryan iniziò a prendere un po'di fiducia, dopo un lancio da metà campo, riuscì a mandare in touchdown Chester.

Incredibile, in meno di cinque minuti il risultato divenne 7-7.

I giocatori, i tifosi e noi cheerleader, iniziammo a prendere più coraggio; Ryan aveva fatto il suo dovere ed ora toccava a noi.

La mia grinta durò sino al terzo quarto fin quando non vidi qualcosa che mi spaventò: durante l'ennesimo lancio di Ryan per Chester, nella traiettoria del passaggio intravidi un ragazzo con una felpa grigia proprio in mezzo al campo.

Se non si fosse spostato subito avrebbe rischiato di farsi male. Così iniziai ad urlare - Attenti! - Merith mi guardò spaventata e subito dopo storse il naso.

- Ally? Stai bene? Attenti a cosa? -

- Quel ragazzo è in mezzo al campo! Perché non fermano la partita?!- ricordo ancora oggi la risposta di Merith, che con faccia perplessa mi chiese - Quale ragazzo? -

Girai lo sguardo nuovamente sul campo: non credevo ai miei occhi, quel ragazzo era sparito, eppure, ero convinta di averlo visto.

- Merith, giuro, c'era un ragazzo con la felpa grigia lì sul campo! - lei non mi rispose, si limitò a guardarmi come se davanti si fosse trovata una pazza.

- Era lì! L'ho visto.- continuai a dire - Non l'hai visto?!- così Merith, per provare a calmarmi, mi poggiò una mano sulla spalla - Ally, sono sicura che non c'era nessun ragazzo, magari le luci ti hanno creato un'illusione ottica, ma nessuna di noi ha visto un ragazzo con una felpa grigia. - Non volevo crederci, forse era stata davvero un'illusione ottica? Eppure, quel ragazzo, aveva un non so ché di familiare.

I miei dubbi smisero di tormentarmi quando improvvisamente vidi Ryan che litigava con un avversario

- Senti stronzo! Non mi devi toccare! -.

L'arbitro sospese per qualche istante la partita ormai piena di tensione.

- Sentite voi due! Calmatevi o vi butto fuori dal campo! - li richiamò in tono arrabbiato.

Le sue parole erano inutili, ormai mancava solo un tempo, il risultato era fermo sul 13-7 per gli avversari, tutti i giocatori erano nervosi, la partita stava diventando sempre di più un campo di lotta.

Tutti si davano pugni e si calpestavano facendo finta di nulla. Quando la partita ormai sembrava essersi conclusa con una sconfitta, Ryan si improvvisò runningback e con una corsa di 60 yard regalò l'ultimo touchdown della partita.

Un amico invisibile [COMPLETO] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora