CAPITOLO VIII

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Il viaggio in macchina sarebbe durato circa trentadue ore, ma avevamo tutto ciò che ci poteva distrarre.

Mia sorella Sydney, controllava le lezioni che si sarebbero tenute nel mese di settembre, infondo, poteva anche non studiare per mesi che sarebbe comunque riuscita a passare gli eventuali esami, era davvero intelligente.

Jackson, guardava sempre fuori dal finestrino, a quanto capii, questo doveva essere il suo primo viaggio con una famiglia vera e propria, invece, per quanto riguarda me, passavo il tempo sui social dal cellulare; guardavo costantemente tutte le foto scattate nella mia città, iniziava un po'a mancarmi, eppure, ero partita solo da dieci minuti.

Scorrendo le varie foto nella galleria mi accorsi di non avere nessuna foto con Jackson, mi chiedevo se utilizzando la sua energia potesse apparire giusto per una foto.

Decisi di proporgli il tutto appena ne avrei avuto l'occasione.

Mio padre guidava tenendosi mano nella mano con mia madre; e pensare che quelle due persone avremmo potuto essere io e Ryan, com'è strana la vita, eh?

Vi risparmio le intere ore di viaggio: salto temporale.

Dopo tutte quelle ore di macchina, mi sentii provata, così come chiunque dopo un lungo viaggio.

Arrivammo nella villa della nonna e in pochi secondi fu come ripercorrere la storia di quella casa.

C'erano foto di mia nonna con il nonno, comprese le foto di mia madre da piccola, era davvero bellissima.

Tutti gli arredamenti erano tipici degli anni trenta, sapere che quella casa era di mia nonna, ma ancor prima dei miei bisnonni, mi faceva strano.

– Allora ragazzi! Mettete le cose essenziali nelle vostre camerette, poi mangiamo qualcosa, tanto è ora di cena. – disse mia mamma.

Nel frattempo non riuscivo a distogliere lo sguardo da tutte le foto, a volte mi dispiace di non essere riuscita a conoscere mia nonna, le avrei fatto mille domande.

Per togliermi ogni dubbio decisi di parlarne con mia mamma, ma la sua risposta fu: – Metti tutta la tua roba in camera, dopo, ti dirò tutto quello che vuoi sapere. –

Spinta dalla curiosità andai di corsa in camera per appoggiare tutte le mie cose e subito notai Jackson vicino alla finestra.

– Possibile che devi sempre guardare fuori dalla finestra quando sei in una camera? –

Jackson rimase in silenzio.

Appena finito di sistemare gli oggetti personali, mi precipitai nella sala da pranzo, volevo conoscere di più la storia di mia nonna.

Mia madre ci spiegò tutto quanto nei minimi dettagli.

– Allora, questa è la casa di vostra nonna, ma ancor prima, la casa dei vostri bisnonni. Dovete sapere che questa casa è stata costruita da mio nonno Albert nel 1932, poi successivamente, col passare degli anni, è stata modernizzata. –

– Quindi ci hai passato l'infanzia e l'adolescenza qui? – chiese Sydney.

– Non proprio. L'infanzia sì, ma all'età di diciannove anni, mi sono dovuta trasferire per il college, è stato traumatico trovarmi lontana da casa. –

– Fortunatamente vostra madre ha poi conosciuto me. – aggiunse mio padre.

– Appunto per quello è stato traumatico. – rispose ironicamente mia madre.

Iniziammo tutti a ridere, e poi, la mia domanda finale:

– Come è morta nonna? –

– Nonna Margareth è morta un po' per vecchiaia e un po' per la morte di papà. –

Un amico invisibile [COMPLETO] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora