CAPITOLO XVII

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Come avevo promesso, accompagnai Jackson al negozio di skate.

– Allora, prima lezione: devi sapere che esistono vari tipi di skateboard, quello che prenderemo oggi, sarà quello classico che avrai visto la maggior parte delle volte. –

– Capisco...–

Poi Jackson prese due tavole e le consegnò al negoziante.

– Metta per entrambe le tavole le ruote da strada, mentre per questa, i dadini e i ferri blu, per l'altra... un rosa metallizzato, ce l'ha? –

– Sì, datemi dieci minuti. – rispose l'uomo.

– Jackson perché hai preso due tavole? –

– Semplice, una è per te. Spero ti possa piacere il design. –

– La santa muerte? Mi ha sempre affascinato, ma come fai a scoprire tutte le mie passioni? – chiesi incuriosita.

– Basta conoscerti. –

Rimasi piacevolmente colpita, era uno dei pochi ragazzi, se non l'unico, a conoscere i miei interessi senza avergliene mai parlato.

Jackson riuscì a farmi appassionare anche sul tema dello skateboard.

Non riuscivo a staccare gli occhi dai ritocchi che stava apportando il negoziante sulle tavole e non smettevo di ascoltare la spiegazione di Jackson su ogni singolo passaggio effettuato.

– Ecco a voi ragazzi, sono cinquecento dollari. –

– Così tanto? – chiesi stupita.

– È giusto come prezzo, comunque, non abbiamo ancora finito, vorremo comprare altri articoli, possiamo? –

– Prego. –

Guardai Jackson sbigottita, ma quanto aveva intenzione di spendere?

– Jackson, ma sei pazzo? Hai già speso cinquecentocinquanta dollari oggi! – esclamai.

– Dobbiamo fare bene le cose, no? Per essere uno skater devi avere anche il giusto look! Andiamo. –

Mi portò nella sezione abbigliamento alla ricerca dell' outfit giusto: erano davvero tanti, ma soprattutto, erano molto rozzi.

Ero abituata a vestirmi sempre in maniera un po' elegante, con maglioncini in inverno e vestitini d'estate.

Provai in qualche modo a trovare qualche felpa decente, insomma, una felpa un po'elegante per non sembrare troppo volgare.

Ci misi un po'a trovare qualche indumento carino, ma poi, vidi una felpa rosa molto graziosa.

– Guarda questa! Non è carina? –

– Provatela...–

Andai in un camerino e la indossai.

– Ta-da! Come mi sta? –

– Ti sta bene, ma che taglia è? –

– La mia taglia. –

– Devi prenderla due taglie in più. –

– Se mi sta a pennello! – esclamai confusa.

– Ricordati, gli skater usano indumenti larghi. –

Sbuffai, ma infondo questo "gioco" mi divertiva.

Finimmo di comprare tutto e Jackson mi regalò persino un cappellino, un indumento che mai avrei pensato di usare.

– È già mezzogiorno! Abbiamo tempo per un'ora di lezione. – disse Jackson.

Ero gasatissima, non vedevo l'ora di imparare qualcosa in più.

Un amico invisibile [COMPLETO] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora