CAPITOLO V

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Passai quella notte con la testa piena di pensieri: cosa ci faceva Jackson davanti a quella casa? Aveva forse dei legami con la signora Pete? Non aveva senso, mia madre non mi citò nessun parente, continuavo a pensare a pensare e a pensare, ma ciò che trovavo era solo un muro pieno di domande e dubbi.

Arrivò il fatidico 17 Giugno, l'ultimo giorno a Princeton e nonostante i miei amici ormai non mi parlassero più, passai l'anno senza troppi problemi.

L'unica con quale riuscii ad avere un minimo rapporto era Merith, con lei le cose erano rimaste un po' più solide, certo, non c'era tutta la grande amicizia di un tempo, ma almeno, ci si salutava.

Non nascondo che mi stesse dando fastidio il suo atteggiamento, ero la sua più grande amica e solo perché le cose con Ryan erano andate male, mi salutava in maniera forzata.

Volevo a tutti i costi chiarire questa faccenda con lei, faccia a faccia, così non esitai a chiamarla.

- Merith, possiamo parlare? -

- Allyson? Che succede? -

- Vorrei solo chiarire con te, tutto qui. -

In quella frazione, Merith, sospirò e poi disse

- D'accordo, che ore sono? -

- Le quindici più o meno. -

- Dammi dieci minuti, il tempo per cambiarmi. -

- Dove ci vediamo? -

- Fa abbastanza caldo, no? Quindi direi al parco. -

Finalmente, riuscii a trovare un momento libero per poter chiarire con lei, le avrei detto tutte le cose che pensavo sul suo conto, di quanto mi avesse dato fastidio il suo atteggiamento.

Mentre pensavo a tutte queste cose mi venne in mente per una frazione di secondo Jackson; a quanto pare aveva ragione, quelle persone erano da evitare, Merith compresa.

Poco prima di uscire, mia sorella mi bloccò e mi disse

- Allyson, per stanotte non prendere impegni, andiamo con mamma e papà a vedere i fuochi d'artificio, ok? -

- Cosa? Perché ci sono i fuochi d'artificio, che festa c'è? -

- Non ne ho la più pallida idea, ma ci sono, quindi, non tornare troppo tardi. -

- Va bene, tornerò tra un'ora circa. -

Dopo una lunga camminata, arrivai al parco; faceva un caldo tremendo, tanto, da non riuscire a respirare.

- Ciao, Allyson. -

Ed eccola lì, Merith, mi guardava come se fossi una perfetta sconosciuta, decisi di cogliere la palla al balzo e chiederle

- Perché quell'espressione? Sono una sconosciuta ora? -

- Allyson, io...-

- Io niente, Merith, che ti prende? È da quando mi sono lasciata con Ryan che sei cambiata. -

- Lo so. -

- Lo so? Quello che ti viene in mente è dire un "lo so"? -

- Allyson, non puoi pretendere, sono popolare nella scuola, sai cosa vuol dire. -

- Ancora con queste storie assurde? Differenze tra essere popolari e non? Io ti reputavo la mia migliore amica per quello che eri caratterialmente e non perché eri popolare. -

- Senti, è tutto più facile da quando sto in questo gruppo, lo sai bene anche tu, facevi il mio stesso discorso, non credo che tu possa tanto parlare e fare la predica. -

Un amico invisibile [COMPLETO] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora