I miei amici arrivarono puntuali come un orologio svizzero.
– Andiamo Allyson! Quanto ci metti?!– urlò Courtney da sotto la mia finestra.
Mi affacciai e risposi: – Bastava anche solo una chiamata! –
Scesi le scale in fretta e furia; ero davvero entusiasta per questa festa.
– E dopo secoli eccola qui la principessa Ally! –
– Alan! Smettila di chiamarmi così! –
– Smettetela voi due, su, andiamo a comprare i preparativi per la festa. –
In macchina si rideva e scherzava, sapevo già da quel momento che quelle piccole cose sarebbero state per sempre incastonate nella mia memoria, un po' come i diamanti in una collana.
– Dove si trova il negozio? – chiese Alan.
– Vediamo... devi girare la seconda a destra. –
–Sicura Courtney? Io avevo visto che era prima. –
– Allyson, tu sei di Princeton, non puoi capire. –
Dopo qualche minuto...
– No gira qui!!! – urlò Courtney.
Alan inchiodò con la macchina e sterzò verso destra.
– Ma che problemi hai! Non mi puoi avvisare all'ultimo! –
– Quante storie, mi sono solo confusa! –
– Confusa?! Alla fine conosce più Allyson la città che te! –
Iniziai a ridere, quando litigavano facevano morire.
Dopo aver parcheggiato, entrammo al negozio. Più che negozio sembrava un perfetto centro commerciale, era davvero enorme! Ci mettemmo poco tempo a comprare il necessario per la festa, ma ad un certo punto vidi Alan con delle bottiglie di birra.
– E quelle?! – chiesi stupita.
– Dai Ally, un po' di svago ci vuole! –
– Alan, ti ricordo che siamo minorenni! –
– Tranquilla, un mio amico lavora nel cantiere qui dietro, tra poco arriva e ci fa il favore di pagarle. –
– Courtney tu...–
– Ally, non devi preoccuparti, vedrai che avremo tutto sotto controllo. –
Rimasi interdetta, non mi fidavo, sapevo che era una cosa sbagliata, ma infondo, non volevo mostrarmi debole o diversa da loro, non volevo essere etichettata come una sfigata; avevo quindici anni, quasi sedici, quindi era normale fare questo tipo di esperienza.
Come accennò Alan, il suo amico arrivò dopo qualche minuto.
– Dammi le birre, sono riuscito a liberarmi per solo cinque minuti. –
– Ti devo un favore, amico! – disse Alan dandogli una pacca sulla spalla.
– Tranquillo, domani mi paghi una cena. –
Il suo amico andò subito a pagare le birre, ancora sporco di vernice.
– Passami i soldi. –
Il ragazzo, che se non ricordo male si chiamava Phil, prese i soldi di Alan e si avvicinò alla commessa.
Quest'ultima, vedendo Phil con noi, ci guardò in maniera sospettosa.
– Documento? – chiese la commessa.
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Un amico invisibile [COMPLETO]
Romance17 Ottobre 2014. Giorno in cui udì le più forti urla della mia vita. Alla mia destra, il finestrino sporco di sangue. La fuga delle persone non presagiva nulla di positivo. Poi, la notizia: un adolescente si era suicidato. Fu in quel giorn...