Capitolo 3.

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MERCOLEDÌ NOTTE, 2:30

Cerco di prendere sonno tentando di trovare una posizione comoda per addormentarmi, girandomi e rigirandomi nel letto.
Sono troppo nervoso e non faccio altro a che pensare a ciò che è successo ieri pomeriggio al bar.
Agli sguardi e ai sorrisi di Filippo.

Mi alzo dal letto, scendo in cucina per andare ad aprire il frigorifero e bere una bottiglia d'acqua, quando sento la porta aprirsi.
È Giulia, la mia coinquilina, in lacrime.
Ci scambiamo uno sguardo e poso la bottiglia ghiacciata sul tavolo.
E mi avvicino a lei, pian piano.

"che succede giu? Ti va di parlarne?" le accarezzo il viso asciugandole le lacrime.

Esita stando zitta per qualche minuto, quando poi si fionda ad abbracciarmi, scoppiando in un pianto quasi liberatorio.

"vai, sfogati" la incito.

Continua a piangere alternando singhiozzi, sono davvero preoccupato per lei.
Le consiglio di andare in bagno e sciacquarsi il viso.
Successivamente ritorna e si calma.

"Tisanina?" Le chiedo, facendole scappare un mezzo sorriso.

Gliela preparo e ci sediamo sul divano, lei appoggia la testa sulla mia spalla mentre sorseggia la tisana facendo molta attenzione a non bruciarsi.
Le accarezzo i capelli mentre inizia a cercare di farmi un discorso.

"E-Elì, io e Riccardo ci siamo lasciati" dice cercando di trattenere le lacrime

"ma com'è possibile, fino all'altro giorno stava andando tutto bene, no?" le accarezzo un fianco per cercare di tranquillizzarla

"sembrava stesse andando tutto bene.. il fatto è che io non tendo ad aprirmi molto con le persone, se non con te in questo momento. Sei l'unica persona di cui so di potermi fidare, anche conoscendoti da relativamente poco" tira su col naso mentre beve un altro po' per poi riprendere a parlare "..ecco, insomma.. ho scoperto tramite una mia amica che mi tradiva con quest'altra mia amica con la quale ero abbastanza legata. Io mi fidavo di entrambi, capisci? Allora poi ieri ho preso coraggio e sono salita a Firenze per parlarci, insomma per cercare di risolvere la situazione. La storia andava avanti da ben due anni, di quei tre in cui sono stata con lui. Penserai che sono solo una stronza, perché ti ho lasciato con quell'irresponsabile di Marco, un'innamorata pazza e un caso perso." mi racconta mentre sto stranamente attento alle sue parole

"ti perdono per essere stata una stronza innanzitutto per avermi abbandonato con Marco e, seconda cosa, PER AVERMI LASCIATO SENZA SALE. Comunque, a parte gli scherzi, ti meriti di stare con una persona vera, che per te darebbe il mondo. Perché tu sei altrettanto vera e buona, una bellissima ragazza e soprattutto un'ottima cuoca e coinquilina! Meriti di essere amata e capita fino in fondo e tante, davvero tante cose positive" dopo ciò le strappo un sorriso, mi lascia un bacio sulla guancia e la stringo forte.

"Elì grazie, ce ne fossero più persone come te. Non so davvero come ringraziarti per ciò che stai facendo per me. Sei come il fratello, il migliore amico che non ho mai avuto e per questo te ne sono infinitamente grata. Perciò un solo grazie non basterebbe"

"Giulia, con queste parole mi stai facendo sentire benissimo, mi ci voleva proprio, lo sai?"

"nsomma zì, piuttosto a te com'è andata in questi giorni? Non è giusto che stia rubando solo io la scena!" dice guardandomi, ridacchiando.

Le racconto per filo e per segno ciò che mi è successo e che mi sta succedendo, della mia disavventura col sale di lunedì sera e della mia nuova passione per le camicie a fiori.

"camicie a fiori, dici?" mi guarda aggrottando le sopracciglia.

"Sì giu, a fiori! Ma te lo giuro, gli sta benissimo"

"che me so' persa zì?"

"un prato fiorito e tanti uccellini cinguettare felici nel cielo"

"meglio andare a dormire, me ne parlerai domani"

Ci alziamo dal divano, la saluto con un bacio sulla fronte e ci dirigiamo verso le rispettive stanze.

sale ||ElippoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora