Capitolo 7

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MARTEDÌ MATTINA, 9:30

mi trovo all'ultimo banco della terza fila accanto alla finestra e il motivo è il seguente: sto affrontando una delle verifiche più importanti di fisica.

Infatti per l'occasione mi sono preparato più che bene.

Sono concentrato sul mio foglio, iniziando così velocemente a compilarlo, per poi iniziare a rispondere alle domande quando, ad un certo punto, arrivo a dover risolvere degli esercizi con la calcolatrice.

"sono proprio una testa di cazzo, ma la testa dove l'ho lasciata? Quella è attaccata al collo, almeno?" penso.

Così, cercando di non farmi beccare dalla professoressa, cerco di richiamare l'attenzione del mio compagno davanti.

"Aò Luchì" sussurro, come se dovessi quasi urlare per farmi sentire.

"Elì, dimme" sussurra, intento a scrivere qualcosa, molto probabilmente è solo alla parte della compilazione.

"Non è che per caso potresti passamme la calcolatrice? Per favore zì, l'ho dimenticata!"

Me la passa senza esitazioni, così io riesco a finire la mia verifica per tempo.
Però prima di andare a consegnarla, la ricontrollo per vedere se ci fossero eventuali errori.

"Elì" faccio un mezzo balzo a causa dello spavento preso, dopo essere stato richiamato da Luca a sorpresa

"dimmi" ribatto

"non è che potresti dirmi la soluzione della otto, la nove e la dodici?"

"la otto è la d, la nove è la a e la dodici è la c"

"la dodici è la d, hai detto?" mi chiede, per esserne sicuro

"no zì, la dodici è la C. C DI CAZZO" sussurro, questa volta a voce un po' più alta e così, riesco a richiamare l'attenzione della professoressa la quale, con aria abbastanza scazzata, sbatte il palmo della mano sulla cattedra.

"Cos'è questo baccano?! Vi ho già detto che se avessi sentito anche volare una sola mosca, AVREI ritirato il compito" dice, fulminando l'intera classe con lo sguardo.

Così Giovanni, per cercare di salvare la situazione, finge dei colpi di tosse che agli occhi della prof. Colzani sembrano molto credibili.

Tiro un sospiro di sollievo, senza farmi notare do ancora una mano a Luca e mi alzo dal posto andando a consegnare la verifica alla cattedra.
Mi avvicino al tavolino sul quale sono posti i nostri cellulari, così prendo il mio ed esco dalla mia classe con le mani in tasca, in attesa che Martino, Luca e Giovanni finiscano la verifica.

MARTEDÌ POMERIGGIO, 15:30

"No regà, io sento che 'sta verifica possa essere andata alla grande. Almeno almeno un sei lo prendo!" dice Luchino, esaltato.

"Oh zì, comunque grazie per avermi salvato il culo stamattina. Non mi sarei perdonato una sgridata a Luchino a causa mia" sorrido a Giovanni, ringraziandolo.

Luca, prima di salutarci, ringrazia Giovanni e poi attraversa il semaforo per andare verso la direzione opposta, che lo avrebbe portato a casa sua.

"Elì, comunque tu devi ancora raccontarmi cos'è successo domenica. Io il colpo di tosse mica l'ho finto tanto per stamattina, sappilo!" ridacchia, grattandosi la nuca.

"Per farla breve, sabato sera alla festa me so' paccato co' Sava e m'è piaciuto così tanto che non riesco a smettere di pensarci" mi mordicchio nervosamente il labbro inferiore, guardando a terra.

"ma chi zì, Eleonora?" chiede confuso.

"ma che sei matto zì? Nulla da toglierle anzi, è una ragazza esteticamente bellissima e poi non vorrei avere qualche scazzo co' Edoardo Incanti... ma il punto non è quello. Io me so' paccato con Filippo"

"F-Filippo? Ecco perché lunedì mattina ti ha salutato con quel bacio a stampo. Comunque vi vedrei bene insieme" questa sua affermazione mi fa arrossire, facendolo così notare a Giovanni, il quale non fa altro che ridacchiare sotto i baffi.

"Ma a che vai a pensare, Giò? No, no. Comunque, il bacio mi è piaciuto così tanto che ha voluto rivedermi e così è stato. Domenica pomeriggio mi ha invitato a casa sua e, oltre ad aver passato il tempo a ripassare matematica, ne abbiamo usato altrettanto per paccare nuovamente" mi porto una mano dietro il collo, massaggiandomelo, quasi imbarazzato.

"E siete andati oltre il limone?" mi guarda, alzando un sopracciglio

"N-No, non ancora... ma a dirla tutta, sinceramente parlando, ammetto che una cosa del genere non mi dispiacerebbe"

"Santini, ti stai innamorando per caso?"

"innamorando, io? E per giunta di un ragazzo? È 'no scandalo zì!"

lo guardo e scoppiamo entrambi a ridere.

"dai, a parte gli scherzi zì.. lo sai che puoi dirmi tutto. Sono o non sono il tuo migliore amico?" dice accennando un sorriso.

"ora sì che prima no, nel senso... potrebbe esserci la possibilità che io possa essere bisessuale"

"e quando l'hai baciato hai provato le stesse emozioni di quando ti sei baciato con qualche ragazza?"

"più o meno" annuisco, per poi portarmi una mano alla bocca e sbadigliare.

"come, solo più o meno?" mi guarda aggrottando le sopracciglia, con fare quasi serio.

".. probabilmente è stato anche più eccitante zì" accenno un sorriso e, tirando fuori dal pacchetto una sigaretta, me la accendo.

Così tra una chiacchierata e l'altra, lo accompagno davanti casa sua, salutandolo con un cenno del capo per poi girare l'angolo e dirigermi verso casa mia.

sale ||ElippoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora