Capitolo 19

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qualche settimana più tardi

venerdì 30 giugno, 23.40

Sono seduto sul divano con il ventilatore puntato in faccia, a rilassarmi mentre guardo una delle mie serie tv preferite, Stranger Things; quando ad un certo punto mi arriva una chiamata da parte di Martino.

Generalmente non mi chiama quasi mai se non per chiedermi i compiti o dirmi qualcosa di serio. Ma facendo un ragionamento, ormai la scuola è finita già da circa due settimane e perciò ho come il presentimento che debba dirmi qualcosa. Ed ho l'ansia.

Così dopo qualche squillo e un momento di esitazione, decido di rispondergli.

"oh ciao zì, finalmente mi hai risposto eh! Nce speravo quasi più..." dice ridacchiando, con tono di rammarico

"oh zì, daje che me fai prende male e non darmi del paccaro perché lo sai che quando hai bisogno, per te ci sono sempre... Nsomma, che me devi dì?" chiedo con fare titubante

"no ecco nsomma, te volevo chiede se t'andasse de venì a bere con me 'na cosetta... sai, al pub accanto il tabaccaio" dice facendo il vago

"sì dai, perché no? Anzi ti ringrazio anche perché sto a casa a fare ncazzo e me sto annoiando 'na cifra" ridacchio. "...toh, dammi dieci minuti o un quarto d'ora e sono da te"

Così lo saluto per poi chiudere la chiamata e andarmi a preparare, indossando un paio di jeans aderenti, una t-shirt nera attillata, una felpa di ricambio perché non si sa mai e un paio di vans nere. In bagno mi lavo i denti e mi spruzzo un po' del mio profumo preferito e, una volta aver finito tutto, esco di casa e mi dirigo alla fermata del 343.

Dopo neanche cinque minuti, scendo dall'autobus e mi incammino verso il pub per poi entrarci. Una volta dentro, scruto una folta chioma ramata che mi stava salutando agitando il braccio. Decido di avvicinarmi, salutandolo con un forte abbraccio per poi mettermi comodo.

"Elì, finalmente!" esordisce entusiasta

"Oh zì, come mai così pimpante?" ridacchio, guardandolo divertito.

"Mah, in realtà è perché sono davvero contento di rivederti dopo così tanto tempo... mi sei mancato davvero tanto, sai?" dice accarezzandomi il braccio, mentre da sotto il tavolo mi fa piedino.

"Oh zì accanna, me stai a fa' preoccupà!" dico mordicchiandomi il labbro inferiore, un po' imbarazzato per via della situazione appena creata

"Ma che pressa zì, stavo a fa' solamente il carino..." rotea gli occhi, per poi mordersi l'interno guancia e guardarmi di tanto in tanto.

"Martì, lo sai che sono fidanzato e poi sei il mio migliore amico, quindi in un modo o nell'altro non avresti alcuna possibilità. E non te lo sto dicendo con cattiveria, anzi... Vorrei soltanto che tu capisca che 'sta cosa nse po' fà. Ti farebbe piacere se Niccolò dovesse farti una cosa del genere? Che so, tipo col ragazzo mio?"  in risposta ricevo solamente uno scuotimento del capo ed un silenzio imbarazzante

"Vabbeh, ma che me dovevi dì de così importante?" chiedo, abbastanza preoccupato

"No vabbeh zì, ma è una sciocchezza nte preoccupà. Piuttosto ti andrebbe di andare fuori a fumare?" mi guarda grattandosi il capo

"Quindi mi hai fatto venire qui per niente, MARTINO GUARDAMI MARTINO" dico quasi infastidito

"Famo che to dico in sede privata, mh?" fa un sorriso compiaciuto, alzando i toni per via del volume della musica e successivamente, dopo aver pagato, usciamo dal locale andandoci a fumare una sigaretta

"Daje zì, dimme.." lo incito, facendo qualche tiro

"No ecco, volevo sapere come stesse andando fra te e Filippo" dice titubante

"Mh, bene perché? Ultimamente non lo sto vedendo più di tanto perché è talmente indaffarato che non ha nemmeno il tempo di prendersi una pausa... Da quel che so starebbe aiutando Ele col trasloco, deve trasferirsi da Edoardo" faccio qualche altro tiro per poi guardarmi le scarpe.

"Oh, beh ecco era proprio di questo che volevo parlarti!" mi guarda, illuminandosi in volto, come se gli fosse venuto il lampo di genio

"Del trasloco di Eleonora?" Alzo un sopracciglio, guardandolo confuso

"No zì, ma che me frega a me del suo trasloco. Te stavo a parlà de Filippo" ridacchia, facendo un tiro

"Eh dimme, so' qui per questo"

Prende un respiro profondo per poi guardarmi negli occhi e deglutire.

"Non saprei come dirtelo, è una faccenda abbastanza delicata ecco.." 

"Se deve trasferì pure lui, zì?" sgrano gli occhi.

"M-Magari... no no, cioé no nse deve trasferì, ma probabilmente dopo quello che ti dirò sarebbe meglio per lui se lo facesse" deglutisce, cercando di non farsi prendere dal panico per poi fare un ultimo tiro e buttare la sigaretta a terra.

"Daje Martì, che non ho tutta la sera" strofino la suola della scarpa con fare irrequieto sul marciapiede, non sapendo cosa aspettarmi.

"Elì, Filo s'è fatto un altro. Ti ricordi quando quella sera t'aveva tirato pacco perché a detta sua, aveva da fare? Ecco, insomma... Quella stessa sera è uscito co' n'amica sua e a quanto pare dopo essersi andati a bere qualcosa, sono andati a ballare in un club e lui s'è fatto con uno. Ma più che altro l'ha fatto per paura di non essere abbastanza per te e crede che ancora tu non sia pronto per avere una relazione con un ragazzo. M-Mi dispiace un casino, ecco.." dice improvvisamente, sentendo come un colpo al cuore, lascio cadere a terra la sigaretta e alcune lacrime minacciano di scendermi quando ad un certo punto, prendendogli il viso tra le mani, mi fiondo sulle sue labbra e lo bacio. Lui ricambia con altrettanta passione.

Successivamente mi stacco, guardandolo con gli occhi lucidi e flebilmente gli mormoro di fare come se non fosse successo nulla. Mi allontano iniziando a correre come un pazzo tra LE LUCI DI ROMA, quando ad un certo punto mi piego per riprendere fiato e cominciare nuovamente a correre. Mi metto a piangere come un dannato, scazzato e deluso. Mi fermo davanti a un negozio con la serranda abbassata e inizio a tirare dei pugni, provocandomi un dolore allucinante.

Lo stesso che stavo provando io in quel preciso istante. Quello che non mi sarei mai aspettato di provare, non dalla persona che amo di più al mondo e che fino a qualche giorno fa era TUTTO PER ME.

Ci ricavo delle nocche sanguinanti e così, mi struscio con la schiena lungo la serranda per poi scendere sedendomi a terra e chiudendomi in me stesso. Continuando a piangere.


sale ||ElippoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora