Capitolo 20

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venerdì 7 luglio, 21:30

Dopo una settimana passata a non rivolgere la parola praticamente a nessuno, se non a Giulia o Giovanni, decido di uscire perché quest'ultimo mi ha invitato per andarci a bere qualcosa.

"Daje , nte posso vedere così che me pari mi nonno" ridacchia amaramente, indicando il mio maglione leggero con delle stampe che richiamano l'ante guerra.

"Come se prima si vestisse bene, eh!" ridacchia Giulia a sua volta, per poi baciare il suo ragazzo Chicco.

"Regà me sembrate due polipetti, sempre a 'e cose, le vostre zozzerie fatele a casa. A CASA" scoppio a ridacchiare, per poi tirare fuori dalla tasca il telefono che mi stava vibrando per via delle troppe notifiche.

È Filippo.
Decido di visualizzare senza rispondere e così, circa qualche minuto più tardi, mi ritrovo con altrettante notifiche.
E ciò mi porta a non dare troppa attenzione a Giovanni, che mi stava accennando al fatto di cosa organizzare per il compleanno di Martino.

"!" continuo a non prestare attenzione.

"Aò, ! Accanna mpo' co' quel coso e stamme a sentì n'attimo!" così getto il cellulare sul tavolo, mettendomi comodo e stare a far finta di ascoltare attentamente Giovanni.

"Allora che ne pensi , ci stai?" mi chiede alzando un sopracciglio, mentre si scola l'ennesimo bicchiere di birra.

"Pensà de che?" chiedo con lo sguardo perso

"Ma nme stavi manco a sentì" dice Giovanni, girandosi in malo modo.

"Senti io già avrei li cazzi mia per la testa. Piuttosto perché nce pensi da solo? O ti fai aiutare da quella testa di cazzo dell'altro amico tuo, eh?" esordisco in tono scazzato, con le lacrime che minacciano di scendermi e il naso arrossato.

Giulia e Chicco smettono di baciarsi, probabilmente per il fatto di essere riuscito a terrorizzarli.
Giovanni mi guarda stupito, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da me. Dal suo migliore amico.

"Vuoi sapé che è successo 'na settimana fa? È successo che me so' fatto Martino e sai perché? Lui m'aveva offerto delle avances solo pe' famme capì come mi sarei sentito se IL MIO RAGAZZO, anzi ormai nso più manco io che cazzo semo, avesse fatto lo stesso co' n'artro ragazzo? E sai che c'è zì? È successo davvero. Filippo si è fatto un ragazzo, era ubriaco, capisci? Sarebbe come se io adesso mi facessi te. Giustamente perché entrambi non siamo proprio sobri. Oh e me raccomanno, vallo a dì a tutti gli altri che me so' fatto er roscio" sputo a terra, facendo cadere a terra il bicchiere con una mossa decisa tanto che si sgretola in mille pezzi e con la stessa sfacciataggine, mi alzo dalla sedia provocando rumore.

Un fastidioso rumore.
Come la stessa fastidiosa vibrazione del mio cellulare all'arrivo di qualche messaggio di Filippo.

Ad un certo punto mi arriva una chiamata da parte di quest'ultimo.
Esito di tanto in tanto, ma proprio non ce la faccio ad avercela con lui.
E così, mettendo un po' di orgoglio da parte, decido di rispondergli.

"Che cazzo vuoi, mh?" sputo, tra delusione e amarezza

"Elì, voglio te. Sempre e solo te." dice con aria apparentemente dispiaciuta, tirando su col naso.

"Io da te non voglio più niente. Nce vojo avé più a che fare co' te"

"Per favore Elì, ti amo più della mia stessa vita lo sai? Ho fatto un errore davvero stupido e me ne sono pentito. Probabilmente avrei dovuto dirtelo in prima persona, visto che sei il primo a sapere che a me piace dire le cose in faccia.
Quella sera non ero in me, ero sotto effetto dell'alcool e ammetto di essere stato un coglione.
Non ti sostituirei mai con nessuno al mondo, mai Elì.
Sei la persona più bella che mi possa essere capitata.
E siccome ho imparato dal mio errore, ora ti svelo una cosa... la mia migliore amica mi ha rivelato di piacerle.
Semplicemente le ho detto la verità, cioé che nse poteva perché prima di tutto me piace er cazzo -ridacchia- e secondo, perché mi piaci tu, dovevo assolutamente risolvere con te perché mi manchi come l'aria e non sto a scherzà.
Lei ha capito più o meno la situazione, si merita davvero il meglio."

Sentendo quelle parole, sento come una sensazione di farfalle nello stomaco.
La stessa che provai la prima volta che lo vidi.
La stessa di quella volta che mi baciò.
La stessa di quando facemmo l'amore per la prima volta.
La stessa di sempre.

Metto in muto per liberarmi in un pianto liberatorio, per poi riattivare il microfono e prendere coraggio iniziando a dirgli tutto ciò che mi passava per la testa.

"Filo, io non ce la faccio a starti lontano né tantomeno ad essere incazzato con te.
La settimana scorsa Martino mi ha offerto delle avances e dopo avermi raccontato ciò che è successo, io istintivamente l'ho baciato.
È stato solo uno stupido momento di debolezza.
Non ho sentito niente, se non la voglia di te.
Di stare con te.
Sono mortificato, ma almeno adesso sai come ci si sente" dico tutto d'un fiato, tra un singhiozzo e l'altro

"Elì, già lo sapevo... Martino è venuto a parlarmi e mi ha detto tutto.
Certo, ciò gli è costato quattro giorni di scazzo con Niccolò però poi a quanto pare so' tornati come prima.
E sappi che non me la sono presa.
Un po' me lo meritavo per essermi comportato in quel modo, quindi stai tranquillo.
Ho imparato la lezione.
E volevo dirti che apprezzo il fatto che tu ti sia liberato di un grosso peso come questo." mormora, tra una tirata di naso e l'altra

"Ti amo Filo, come non ho mai fatto con nessun'altro." mi mordo il labbro inferiore, per poi sorridere come un ebete.

"Ti amo anch'io Elì. Domani stiamo da me?"

"Filo, lo sai che con te il tempo lo passerei sempre. Quindi sì, domani stiamo da te tutto il tempo che vuoi" aggiungo entusiasta, prima di chiudere la chiamata continuiamo a ripeterci più volte "ti amo" e così, tra una scalciata di sassolino e l'altra, mettendomi le mani in tasca, torno a casa esausto.
Ma felice.

sale ||ElippoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora